Home Viaggi Isole Faroe Nell’antro atavico di Klæmintsgjògv: Grotto Concert alle Isole Faroe

Nell’antro atavico di Klæmintsgjògv: Grotto Concert alle Isole Faroe

[rating=5] Nel mese di agosto sulle Isole Faroe si svolge il Summartonar Festival, organizzato da compositori faroesi: una piattaforma che dà visibilità a nuove opere contemporanee e classiche in luoghi intimi e fuori dall’ordinario, come piccoli villaggi e isole, chiese e scuole, fin dentro grotte intagliate nella roccia. Il concerto nell’ampia grotta di Klæmintsgjògv sull’Hest Island, una volta alla settimana (di solito il martedì), è la punta di diamante del Festival, un’esperienza indimenticabile e davvero difficile da descrivere, da vivere con tutti i sensi allerta e ricettivi. Consigliamo di prenotare anticipatamente.

Martedì 18 agosto, alle 13 spaccate, abbiamo intrapreso quest’avventura a bordo di un’antica barca di legno a tre alberi: consigliato un abbigliamento caldo, scarpe da trekking e giacca a vento e la mente libera dalle classiche immagini delle comode sale da concerto capeggiate da eleganti artisti. Sulla nave, che solca decisa l’Oceano, il Maestro è il capitano, che ci guida tra meravigliate pulcinella di mare, scie di delfini, gabbiani audaci, scogliere a picco sul mare: immagini da carpire con occhi e anima.

Grotto Concert_ph Fermata Spettacolo

Dopo circa due ore sul mare aperto, raggiungiamo Hestur e l’imbocco della grotta: qui, muniti di tuta termica e giubbotto salvagente, qualche minuto dopo gli artisti ed i loro strumenti, ci imbarchiamo su un gommone ‘per giovani’ e ci inoltriamo nell’incavo della grotta, una splendida cattedrale naturale intagliata nella roccia nera e solcata dalla spuma delle onde. Gli artisti, da veri atleti, si inerpicano tra gli scogli aiutandosi con una corda, strumenti in spalla e passo deciso. Quindi tocca a noi: lasciamo il gommone e ci arrampichiamo dietro i musicisti, per accomodarci nella ‘seduta ‘ di roccia che preferiamo: l’importante è che sia sicura!

Giunto anche il gommone di coloro che così ‘giovani’ non lo sono più e preferiscono evitare arrampicate scoscese, Angelika Nielsen al violino elettrico ed il berlinese Thomas Loefke all’arpa celtica, lei con un maglione di lana lui ancora protetto dalla tuta termica, iniziano il concerto. Le melodie, dolci e armoniche, riprendono le loro composizioni estratte dal cd Norđan (North Atlantic Soundscapes) dalle quali partono per improvvisare ispirati dall’infrangersi delle onde sugli scogli e dal grido dei gabbiani. Il risultato è un vortice di suoni ora pizzicati ora arpeggiati che scivolano sulla roccia bagnata e si disperdono tra gli echi rocciosi fino alla luminosa uscita: melodie che cullano, da gustare ad occhi chiusi, capaci di proiettare in universi lontani e atavici.

La seconda parte del concerto vede ospiti la soprano Drifa Hansen e Piotr Damasiewich alla tromba e al corno tradizionale svedese e lituano: il quartetto intona liriche tradizionali faroesi di Kingo del XVII secolo, quindi improvvisa sulle composizioni di Angelika e Thomas, per terminare con l’assolo al corno folkloristico svedese e lituano di Piotr, un ritorno ancestrale alle origini. Ci si desta con difficoltà dall’eco magmatico di suoni per tornare con i piedi sulla roccia e quindi predisporsi al ritorno.

Con un pizzico di nostalgia, osserviamo il nero spiraglio della grotta chiudersi dietro di noi mentre torniamo sulla barca con un nuovo spirito che rende tutto l’equipaggio, compresi i musicisti, ormai a noi piacevolmente familiari. Nella stiva, dove molti ci rifugiamo contro la fitta umida nebbia che quasi tutti i pomeriggi si stende sulle Faroe, si respira ormai un’aria complice ed il ritorno è piacevole, specialmente se conosci un artista dalla simpatia loquace come Anders Hjuler, le cui opere possono essere ammirate fin nell’aereoporto di Copenhagen.

Verso le 18 raggiungiamo il porto di Tórshavn e con una punta di rammarico salutiamo viaggiatori e accompagnatori: la sensazione è quella di esser reduci di un’avventura capace di solcare in modo indelebile anima e corpo.

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