Innamorarsi delle Isole Faroe è semplice, se riesci a incontrare uno dei suoi abitanti più pittoreschi, ovvero la pulcinella di mare, meglio nota come puffin, e questo incontro diventa probabile, quasi sicuro, sulla sua isola più occidentale, Mykines.
Il misterioso paradise of birds, così descritto dal monaco irlandese, marinaio ed avventuriero, St. Brendan nel XVI secolo, ospita infatti ogni anno nella stagione estiva migliaia di uccelli marini migratori, tra i quali il puffin, piccolo e simpatico volatile nero col petto bianco, ali corte, un grosso becco coloratissimo e degli splendidi occhi sottolineati come da una riga di matita nera, che ne risalta malìa e dolcezza. Sono loro gli indimenticabili abitanti di questa terra remota, abitata solo da una manciata di persone stanziate nell’omonimo e unico paese, Mykines.
Un’accurata escursione dell’isola richiede alcuni giorni così da poter raggiungere le cime e la foresta pietrificata nella valle Korkadalur, per questo alcune persone scelgono di passare la notte su Mykines, dove è presente un bed and breakfast e una piccola tavola calda. Per chi invece ha a disposizione un solo giorno (dalle 11.00 alle 17.00, gli orario di arrivo e partenza del traghetto) vi è un piacevole sentiero trekking che porta fino a Mykinesholmur, un piccolo isolotto sul lato occidentale dell’isola, dove nella sua estremità si erge un faro con faraglioni di suggestiva bellezza. L’isola è collegata da un ponte pedonale al di sopra di una gola profonda 35 metri a picco sul mare. L’attraversamento nelle giornate di bruma è eccitante.
Una delle esperienze più emozionanti del piccolo isolotto è l’incontro con una colonia di sule. Questi maestosi uccelli marini con la testa sfumata di giallo hanno scelto da anni alcuni faraglioni vicino al faro come loro casa, unica nelle isole, ed è facile avvistarli, con un buon cannocchiale o con una macchina fotografica, stipati sulla piattaforma rocciosa intenti a nutrire i loro piccoli di buon pesce, e quello non manca.
Noi abbiamo raggiunto l’isola per un’escursione di un giorno con un battello da Sørvágur (per info e prenotazioni http://www.mykines.fo) in una giornata brumosa. Dopo circa un’ora di navigazione tra paesaggi mozzafiato, abbiamo raggiunto una Mykines avvolta da un affascinante manto di nebbia che ha reso la nostra escursione emozionante e misteriosa.
Il percorso trekking di circa due ore andata e ritorno, solitamente ai bordi di meravigliosi punti panoramici, ha acquistato tutto un altro fascino così circondato dal grigio mantello: con tutti i sensi all’erta, abbiamo iniziato l’avventura. Tra promontori erbosi, greggi di pecore abbellite da mantelle di lana, attimi in cui il cielo si spalancava svelando irte scogliere infrante dai flutti di un oceano cobalto, altri invece sommersi dalla nebbia capace di acutizzare udito e olfatto, tra sbattere d’ali e profumo intenso di muschio, salsedine e lana, abbiamo raggiunto la meraviglia: la casa dei puffin. Su una terrazza di un verde profondo, protesa sul mare, migliaia di pulcinella di mare nidificano ogni anno, in curiosi nidi scavati col becco nel terreno. Eccoli allora far capolino a intervalli dal manto erboso, guardarsi rapidamente intorno a scatti, liberarsi dai residui di terra e spiccare il volo sorvolando le nostre teste esterrefatte.
Restiamo ore a osservarli curiosi: questi simpatici volatili, a causa delle corte ali, volano in modo goffo, giungendo anche a 400 battiti al minuto per mantenersi in quota, ma in mare si dimostrano agilissimi, tanto che gli antichi li ritenevano un incrocio tra un uccello e un pesce. Carichi di pesciolini, nella tipica posa ‘con i baffi’ tanto famosa, li vediamo schivare furbescamente i gabbiani, rivali di cibo, ed atterrare decisi sulla tana, per sparire al suo interno da cui, aguzzando l’udito, percepiamo il pigolio della prole. Le pulcinella di mare vivono all’incirca 20 anni, il loro habitat naturale è il mare e si spostano sulla terraferma solo per l’accoppiamento e la riproduzione: fedeli con la propria compagna per tutta la vita, di anno in anno conservano anche lo stesso nido. Come non restare affascinati!
Intanto si avvicina l’ora del rientro, salutiamo a malincuore quella prorompente natura, e torniamo verso il villaggio, con gli occhi carichi di una bruma dalla quale spuntano splendidi i colori accesi delle pulcinella, e nelle orecchie risuonano quei 400 frullar d’ali al minuto moltiplicati per oltre un migliaio.