Home Teatro Patrizia Schiavo esplora le zone d’ombra di una Donna senza censura

Patrizia Schiavo esplora le zone d’ombra di una Donna senza censura

[rating=3] In una stanza in penombra inizia un’intervista telefonica tra una scrittrice – attrice di successo e una giornalista.
Come ci si sente nei panni di Patrizia Schiavo?” Sono panni di una donna che  trascura  il suo aspetto fisico, niente depilazione e parrucchiere solo se strettamente necessario. Una donna volutamente sopra le righe, che scrive e dorme poco. Nel suo ultimo romanzo avrebbe voluto parlare dell’estasi di Santa Teresa ma poi si è imbattuta in parole come “mutanda” e così è finita fuori strada.

I suoi personaggi vengono dalla realtà perchè la gente odia pensare, per questo ha deciso di tirare in ballo la cultura media.
Perchè la cultura non serve per dare messaggi, “non gliene frega niente a nessuno. D’ora in poi racconto solo di pompini malriusciti, di eiaculazioni precoci. Culi grossi, culi mosci e culattoni. Racconto di donne grasse con la cellulite, di donne sfatte e insoddisfatte, di viagra, di amanti ridicoli, improbabili”.

E così mentre incomincia a raccontare le storie delle “sue donne”, irrompono sulla scena due figure femminili avvolte soltanto da un asciugamano. E in maniera scabrosa raccontano dei loro kili di troppo, delle loro frustazioni , del loro rapporto con l’altro sesso mentre incominciano ad indossare lingerie, a truccarsi, a prepararsi per un misterioso incontro. Ma lentamente Letizia abbandona quella sua provocatoria e sfacciata sicurezza nel raccontarsi, i suoi capelli non sono più biondo barbie, ma rossi e scompigliati e il suo tono diventa malinconico. E così dietro quella maschera di cinismo si intravede il baratro in cui è caduta una donna che per il teatro ha rinunciato a tutto, che mostra di non credere più in nulla, ch rievoca con nostalgia l’incontro con il Maestro, che soffre nel ricordare le rinunce che il teatro le ha comportato.

Donna senza censura

Donna senza censura è un dialogo fittizio dietro al quale si cela il monologo interiore di una Letizia che decide di esplorare le zona d’ombra del suo animo. E il suo tono è ora dissacrante, ora scandalistico. Ma sempre vero. La brava Patrizia Schiavo esplora l’universo femminile senza vittimismo e false ipocrisie, mettendo da parte ogni facile moralismo e abbandonando volutamente ogni stereotipo. E riporta alla mente le “donne sull’orlo di una crisi di nervi” o la Carmen Maura di “Tutto su mia madre”, e come quei personaggi è variopinta e chiassosa  fuori, quanto desolata dentro. “Ho paura di una donna che aspetta”. Non c’è significato in questa storia, sussurra infine al suo pubblico, soltanto invecchiando si diventa più fascisti, tutto qui.

NESSUN COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Exit mobile version
X