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“Non si fa così” racconta, tra rabbia ed umorismo, l’eterna crisi della coppia borghese

La commedia di Audrey Schebat in scena da Lucrezia Lante Della Rovere ed Arcangelo Iannace al Teatro Sala Umberto

Non si fa cosi

“Non si fa così” pone l’annoso dilemma “lasciarsi o continuare ad amarsi”, dilemma che riguarda inevitabilmente tutte quelle coppie giunte ad una profonda riflessione su se stessi e sulla “condizione coniugale”.

Lo spettacolo con la regia di Francesco Zecca è ambientato tutto in un salotto dove al centro vediamo un grande tavolo, intorno pochi elementi di arredamento, tanti vinili e un giradischi, varie bottiglie di liquori e fogli stropicciati che contengono tentativi a vuoto di scrivere lettere d’addio, un’alternanza di luce chiara e colorata e una serie di brani musicali tra cui “Vesti la giubba” dai “Pagliacci” di Leoncavallo, “Vengo anch’io no tu no” di Enzo Jannacci e “Der Hölle Rache” dal “Flauto magico” di Mozart che risuonano in precisi momenti.

È la storia di Francesca (Lucrezia Lante Della Rovere), pianista, e Giulio (Arcangelo Iannace), psicanalista, due professionisti affermati che stanno insieme ormai da trent’anni, ed in apparenza, sembrerebbero una coppia stabile e solida. Così, quando Francesca, torna inaspettatamente da un viaggio professionale e scopre che Giulio si prepara a commettere l’irreparabile, allo shock si somma la necessità di comprendere il gesto che il marito stava per compiere: abbandonare tutto, andare via per sempre, impiccandosi con una corda attaccata al lampadario della loro casa, sul tavolo del loro salotto.

Certo trovare almeno una lettera con due righe di commiato le avrebbe permesso di comprendere le sue ragioni e sarebbe sicuramente servita per dare una spiegazione a un atto davvero inaspettato e inspiegabile, ma lui non l’ha scritta, ecco allora che quel gesto estremo, quel tentato addio senza parole né biglietti, dà il via a una notte di confronto tra i due.

Passando in rassegna la loro vita, si accorgono di essere accomunati da frustrazione e insoddisfazione. Come se avessero vissuto solo per compiacere gli altri, dimenticandosi di sé stessi e di comunicare tra loro, lasciando molti “non detti” che a lungo andare avevano creato lacune nel loro rapporto. Così, lo shock iniziale viene lasciato da parte per mettere in discussione ed analizzare le scelte fatte, l’inconciliabilità di vedute sui figli e sulla vita in generale, ma soprattutto il senso di inadeguatezza che, in modo diverso, attanaglia entrambi.

Dal profondo e toccante dialogo tra i due, ciò che salta all’occhio è come entrambi provino sentimenti molto forti l’uno per l’altro, ma che nessuno dei due è in grado di esprimere a pieno. Riconoscono di essere due falliti rispetto a quanto avevano immaginato di poter diventare, entrambi troppo concentrati sulle loro singole vite e sul personaggio che ogni giorno dovevano interpretare: Francesca, una donna forte e di successo ma allo stesso tempo fragile, e Giulio, un uomo che è sempre stato “un bravo ragazzo” e che “ha fatto tutto come si deve”, trovandosi però ad essere sopraffatto dalla vita, bloccato in situazioni in cui non vede piaceri ma solo doveri. Lei la pianista austera e di successo, lui l’analista buono e disponibile pronto a risolvere i problemi degli altri, ma incapace di risolvere i propri.

Sarà una lunga notte di riflessioni, discussioni e considerazioni, che porterà i due coniugi a leggersi dentro, ad analizzare il loro rapporto e a prendere una decisione: perdere tutto o ricominciare.In una sola notte la coppia si mette quindi a nudo e fino alle prime ore del mattino cerca di sondare le proprie emozioni nel profondo per trovare una soluzione. Lasciarsi per colpa della noia oppure fuggire via insieme per riaccendere di nuovo l’amore?

Quando arriva l’alba troviamo un salotto pienamente vissuto, con tutti gli oggetti di scena utilizzati dai protagonisti e un po’ di confusione a cui, però, si contrappone una grande chiarezza: la scelta d entrambi di lasciare tutto e partire per una nuova vita insieme, all’insegna della semplicità e della ricerca della felicità. Francesca e Giulio trovano un escamotage, il loro destino continua insieme facendo una fuga e si concedono la possibilità di un cambiamento

Non si fa così” mette in discussione la longevità e il desiderio di una coppia di successo, ma allo stesso tempo pone l’accento su una crisi esistenziale e di identità, è una commedia “relazionale” in cui i due protagonisti devono provare a reinventare il proprio destino e fare il punto sulla vita in generale. Alternando toni tragici e momenti di ironia, anche se con un ritmo non troppo incalzante, lo spettacolo fa diventare partecipe il pubblico spingendolo a porsi domande di pari passo con la narrazione; anche gli attori, molto affiatati tra loro, riescono a portare in scena dei personaggi credibili e ben definiti nel carattere, probabilmente anche molto vicini alla vita di ognuno di noi.

Alla fine ci lascia con la riflessione che davanti a un grande dolore ci sono due possibilità: o si soccombe o si ritrova la motivazione per ritrovare e riaccendere la luce nei nascondigli dei cuori.

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