Home Danza 生长 Genesis tra scienza e natura, tra passato presente e futuro

生长 Genesis tra scienza e natura, tra passato presente e futuro

[rating=4] Chirurghi con camice, guanti e mascherine sulla bocca che si fanno largo all’interno di parallelepipedi di plexiglass mobili, scandendo numeri in più lingue.

È questa la prima immagine della coreografia 生长 Genesis di Sidi Larbi Cherkaoui che appare sul palco della sala Petrassi all’Auditorium Parco della Musica di Roma per l’apertura del Festival Equilibrio.

Due mondi differenti quelli in scena, l’Occidente rappresentato da tre danzatori della compagnia di Sidi Larbi e l’Oriente interpretato da Yabin Wang, coreografa, danzatrice e direttrice artistica della compagnia Yabin & Her Friends, e da altri tre danzatori cinesi. Differenti ma allo stesso tempo due Paesi con temi comuni, il contrasto tra natura e scienza: lo spettatore viene trasportato nel mondo della medicina, del DNA e dei cromosomi, attraverso poesie recitate dai danzatori e allo stesso tempo, sommerso dalla natura con le immagini dell’albero come metafora di storia e di futuro, rappresentato dalle braccia e dalle mani dei danzatori al centro della scena.

Porzioni della Bibbia recitate in lingua inglese come la creazione del mondo e la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso non mancano, mentre sul palco due danzatori e due danzatrici intrecciano i propri corpi fino ad amalgamarsi. Accanto alla Bibbia però, c’è anche il sopravvento della medicina dove la mano del chirurgo interviene sul paziente inerme sul tavolo operatorio, per testare i suoi riflessi e rigirarlo più volte, come fosse un burattino nelle sue mani. L’uomo è visto come un oggetto che una volta usato per l’esperimento viene riposto nella cella di plexiglass, dove farà compagnia ad altri come lui.

genesis © AAP

A fare da sfondo che affascina e tiene gli spettatori incollati al palco ci sono le musiche di Olga Wojciechowska, del percussionista indiano Manjunath Manju, della pianista polacca Barbara Basia Drazkowska e, in particolare, quella del trentenne cantante congolese Kaspy N’dia, che si sposano perfettamente con i movimenti dei danzatori e con il gioco delle sfere di vetro che rimbalzando nelle mani dei ballerini creano una collisione di particelle che dà l’idea della nascita di una nuova vita.

Genesis è un continuo costruire e decostruire, la strutturazione e la ristrutturazione di un organismo, un continuum spazio-temporale in cui passato, presente e futuro, influenzati dalle incertezze del tempo che passa evolvono, si ripetono e ritornano attraverso la composizione e scomposizione dei corpi.

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