
Nel 700esimo anniversario dalla morte del sommo poeta Dante Alighieri, morto a Ravenna nel 1321, in onore del Dantedì, ovvero il 25 marzo, data che i dantisti riconoscono come l’inizio del viaggio nell’aldilà descritto letterariamente nella “Divina Commedia”, noi ripercorriamo le orme del padre della lingua italiana nella città che gli ha dato i natali, ovvero la sua tanto amata quanto sofferta Firenze. Un tour che ci porterà alla scoperta della sua casa natale, nel quartiere medievale della città, dei suoi luoghi del cuore e di meditazione, fino al sofferto esilio.
Un viaggio storico e letterario che ognuno potrà ripercorrere visitando la bella Firenze.
1 Museo Casa Dante
MCMXI
Tra la chiesa di San Martino del vescovo
e le abitazioni dei Donati e dei Mardoli
sorgevano contigue le case
di Bello e Bellincione Alighieri
e nell’avita dimora nacque Dante.
Il Comune di Firenze
si assicurò il possesso del luogo
e sulle vestigia delle antiche case
costruì questo edificio
per nuova pubblica onoranza
al divino poeta
(targa posta su una facciata del Museo Casa Dante)
Il nostro tour parte nel cuore medievale della città, dove nascosto in via Santa Margherita 1, si trova il Museo Casa Dante.
“…io fui nato e cresciuto
sovra il bel fiume d’Arno alla gran villa”
(Dante, Inferno, Canto XXIII, 94-95)
Qui, secondo la tradizione, il poeta sarebbe nato nel lontano 1265, ed è qui che nel Novecento, dopo attenti studi, il Comune di Firenze fece costruire la casa museo. Al suo interno potrete ammirare oggetti legati a Dante e alla sua famiglia, ripercorrendo la sua storia grazie a documenti ed importanti iconografie. Per celebrare il #Dantedì nell’anno del settimo centenario dantesco, oggi il Museo alle ore 16 offrirà in diretta streaming sulla pagina Facebook, un tour virtuale guidato alla scoperta del nuovo allestimento multimediale, inaugurato nel giugno 2020. Per chi volesse scoprire la casa museo in autonomia, il tour virtuale è sempre attivo a questo link https://www.museocasadidante.it/tour-virtuale/
2 Chiesa di Dante
Sul lato opposto del suggestivo vicolo, in direzione di Via del Corso, possiamo ammirare la Chiesa di Santa Margerita dei Cerchi, risalente al 1032, considerata la “Chiesa di Dante”: qui forse il poeta sposò Gemma Donati e poté conoscervi l’amata Beatrice Portinari, la cui famiglia aveva qui le proprie sepolture. Chi ha problemi sentimentali, secondo la tradizione locale, può chiedere aiuto proprio a Beatrice, scrivendole una lettera e lasciandola, insieme ad un piccolo omaggio, vicino alla sua teca.
3 Casa di Beatrice
“…sovra candido vel cinta d’uliva
donna m’apparve, sotto verde manto,
vestita di color di fiamma viva”
(Dante, Purgatorio, Canto XXX, 31-33)
Continuando in via del Corso al n.6, troviamo la cosiddetta “Casa di Beatrice”, ovvero il Palazzo Portinari Salviati, che appartenne a Folco Portinari, il padre di Beatrice, banchiere e fondatore dell’Ospedale di Santa Maria Nuova nel 1288. Anche se è conosciuta come la Casa di Beatrice, fu, in realtà, la casa della sua famiglia, dove lei crebbe e trascorse solo la sua infanzia.
4 Sasso di Dante
Ci dirigiamo quindi verso piazza del Duomo, dove, tra due negozi, sul lato opposto a quello destro del Duomo (lato meridionale), troviamo la targa del famoso “Sasso di Dante”: secondo la tradizione, qui si era soliti incontrare Dante, seduto e assorto nei suoi pensieri. Un aneddoto fiorentino ricorda la sua imbattibile memoria, citando proprio il sasso.
Un giorno, un uomo passò di qui e domandò: “Oh Dante, cosa ti piace mangiare?” E senza guardarlo negli occhi o interrompere l’instancabile flusso dei suoi pensieri, il poeta rispose: “Uova!” L’anno successivo, il solito uomo passò dinanzi al solito posto e vide, di nuovo, Dante assorto nei suoi pensieri, e disse: “E come ti piacciono?” Dante rispose senza esitare: “Con il sale!”
Chi volesse provare a calarsi nei panni del sommo poeta, può sedersi realmente su “i’ vero Sasso di Dante”, un masso posto poco più in là, nella piccola Piazze delle Pallottole, alla destra dell’abside del Duomo, e meditare.
5 Palazzo Vecchio – la maschera mortuaria di Dante
Il nostro tour prosegue alla volta di Palazzo Vecchio, il simbolo politico della città di Firenze, il cui progetto originale viene attribuito ad Arnolfo di Cambio. La maestosa costruzione si appoggia sulle antiche rovine del teatro romano di Florentia, datato I° sec. d.C., ancora visibili nel livello sotterraneo del Palazzo.
Oggi il Museo ospita splendide sale e appartamenti privati frutto di trasformazioni architettoniche rinascimentali. Qui è possibile ammirare la maschera funebre di Dante, realizzata, secondo la tradizione, dal calco in gesso del viso del poeta come scolpito da Tullio Lombardo quando il padre, Pietro Lombardo, nel 1481 restaurò il sepolcro di Dante a Ravenna.
“Oh quali io vidi quei che son disfatti per lor superbia!”
(Dante, Paradiso, Canto XVI, 109-110)
“Vid’io Fiorenza in sì fatto riposo,
che non avea cagione onde piangesse;
con queste genti vid’io glorioso
e giusto il popol suo tanto, che il giglio
non era ad asta mai posto a ritroso
né per division fatto vermiglio”
(Dante, Paradiso, Canto XVI, 152)
Entrando dallo splendido chiostro scolpito e affrescato, divertitevi a cercare le lapidi con citazioni dantesche.
6 Piazza Santa Croce
Il nostro tour termina nella splendida piazza Santa Croce, dove si erge la severa statua in marmo del sommo poeta, realizzata nel 1865 da Enrico Pazzi per celebrare il 600° anniversario della nascita di Dante. Lo sguardo sdegnato sembra rimproverare i fiorentini del suo forzato esilio, mentre risuonano nella mente suggestionata le parole di Marasco dalla sua ballata sull’alluvione “O fiorentini m’avete esiliato, prendete la merda che Dio v’ha mandato”. Dante non tornò mai più nella sua amata Fiorenza, neanche da morto: la Chiesa di Santa Croce ospita solo il monumento alla sua memoria con una bara vuota, i monaci francescani di Ravenna infatti non rimandarono mai a Firenze le sue spoglie. La speranza che possano, un giorno, ritornare continua però ad essere viva.