Home Viaggi Italia Convento San Bartolomeo, boutique hotel tra pietre templari e charme toscano

Convento San Bartolomeo, boutique hotel tra pietre templari e charme toscano

Convento San Bartolomeo © Fermata Spettacolo

Nel borgo medievale di Piancastagnaio, incastonato tra le pieghe boscose del Monte Amiata, esiste un luogo fuori dal tempo dove il silenzio racconta storie antiche e ogni dettaglio parla di memoria e bellezza. È il Convento San Bartolomeo, oggi raffinata dimora d’epoca, presente nell’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) e struttura ricettiva che unisce il fascino spirituale delle sue origini al calore dell’ospitalità toscana.

Un luogo intriso di storia e spiritualità

La fondazione del convento risale al XIII secolo e si lega alla figura stessa di San Francesco d’Assisi, che secondo la tradizione scelse un primo insediamento in zona, poi trasferito nel 1276 nel cuore del borgo. La chiesa fu consacrata appena due anni dopo, dando vita a uno dei complessi monastici più significativi della zona. Il convento crebbe nei secoli fino a includere ambienti monumentali come la Sala Capitolare, il Refettorio, il Chiostro e le celle dei frati, oggi trasformate in eleganti camere. Dalla metà del Cinquecento, l’edificio ha vissuto periodi di splendore, ma anche di decadenza, fino alla rinascita recente sotto la guida della famiglia Ricci Barbini, di cui si può ammirare lo stemma con il riccio.

Convento San Bartolomeo © Fermata Spettacolo
Convento San Bartolomeo © Fermata Spettacolo

Durante recenti lavori di restauro nel chiostro, sono emerse due croci templari incastonate nella muratura accanto all’ingresso. Secondo gli studiosi, potrebbero indicare la presenza di una foresteria templare, destinata all’accoglienza dei pellegrini diretti a Roma lungo la via Francigena. Un dettaglio carico di suggestione, che aggiunge un’aura di mistero alla già affascinante atmosfera del complesso.

La croce templare © Fermata Spettacolo

Il chiostro, cuore di pietra del convento

A dare il benvenuto agli ospiti del Convento, davanti alla chiesa, spicca ancora oggi il Castagnone, un imponente albero di castagno secolare, così soprannominato dagli abitanti del paese per le sue grandi dimensioni. Piantato in occasione della posa della prima pietra del Convento San Bartolomeo (1276 d.C.), su iniziativa di Monsignor David Dandini (Vescovo di Pitigliano), è stato colpito ripetutamente dai fulmini nel corso di numerosi e violenti temporali, assumendo la forma attuale dal tronco “attorcigliato”, come a volersi proteggere dalle avversità. Oggi è un simbolo vivente del luogo, guardiano silenzioso, testimone di secoli di vita monastica, preghiere, guerre e rinascite.

Convento San Bartolomeo © Fermata Spettacolo

Varcato il portone d’ingresso, si accede al Chiostro, il cuore vivo e silenzioso della struttura. Circondato da colonnati in stile ionico in pietra serena, custodisce ancora il pozzo originario in pietra, simbolo della vita comunitaria del convento. La tettoia che un tempo lo copriva fu smantellata nel secondo dopoguerra e i materiali donati ai compaesani per ricostruire i tetti delle proprie case. Il chiostro è stato completamente restaurato nei primi anni Duemila dal professor Vittorino Ricci Barbini. Lo spazio si apre su più direzioni: da un lato conduce all’Orto dei Frati, dall’altro alla Sala Capitolare e al Refettorio, luoghi oggi destinati a eventi, cerimonie e incontri, ma ancora impregnati di spiritualità e armonia architettonica.

L’Orto dei Frati © Fermata Spettacolo

Tra gli ambienti interni più affascinanti spicca la Sala Capitolare, anticamente usata per le riunioni dei frati. Le pareti sono impreziosite da un ciclo di affreschi cinquecenteschi dedicati alla vita della Vergine Maria e ai sette vizi capitali: un connubio tra teologia e arte che lascia senza parole. Le figure, ancora ben leggibili, raccontano un’educazione morale attraverso immagini potenti, con una vivacità cromatica che sfida i secoli.

Sala Capitolare © Fermata Spettacolo

Il Refettorio, con il suo soffitto ligneo a cassettoni e le ampie finestre affacciate sul chiostro, è oggi uno spazio conviviale elegante, dove si celebrano cene e degustazioni. Qui si respira la sobrietà dei luoghi sacri, mitigata dalla calda accoglienza toscana.

Camere in stile ricavate dalle celle:
l’essenza della semplicità

Le camere del convento nascono dal restauro rispettoso delle antiche celle dei frati. Conservano intatto il senso di misura e silenzio originario, arricchito però da dettagli ricercati: porte originali in legno massello, nicchie in pietra vulcanica, affreschi cinquecenteschi restaurati. Alcune suite, come quella dedicata a San Bonaventura, offrono caminetti antichi e spazi intimi, perfetti per un soggiorno contemplativo.

Suite San Bonaventura © Fermata Spettacolo

Ogni mattina, la colazione viene servita all’aperto, nel verde dell’Orto dei Frati, all’ombra di un grande noce, o nelle storiche sale interne. Qui si gustano dolci fatti in casa, marmellate artigianali, pane locale e formaggi dell’Amiata. È un momento lento e ricco, che anticipa le scoperte della giornata.

Il Refettorio © Fermata Spettacolo

La cena, invece, è servita nella cornice unica del Refettorio, dove si assaporano piatti della tradizione locale reinterpretati con eleganza. Dai profumati pici all’aglione della Valdichiana, alla tartare di Chianina battuta al coltello, passando per le tagliatelle al ragù bianco di cinta senese, ogni portata racconta un pezzo di Toscana. I dolci della casa, serviti con vini locali, chiudono la serata con garbo e gusto.

Una cantina scavata nella roccia

Nel ventre del convento si trova un gioiello nascosto: la cantina, ricavata nella pietra vulcanica. Qui si tengono degustazioni guidate di vini toscani, accompagnate da salumi, formaggi e conserve locali. La temperatura costante, le botti antiche e le luci soffuse creano un’atmosfera intima e affascinante, perfetta per riscoprire il valore del tempo lento.

La cantina © Fermata Spettacolo

Sul retro della struttura, oltre un bosco ordinato di cipressi, si apre il Belvedere, uno degli angoli più suggestivi del convento. Da qui si domina la Val di Paglia e si scorge in lontananza la Rocca di Radicofani, baluardo medievale citato anche da Dante. Immersa in questo scenario, la piscina panoramica a temperatura controllata regala un’esperienza sensoriale completa, fatta di natura, quiete e vista sconfinata.

Belvedere © Fermata Spettacolo

Soggiornare al Convento San Bartolomeo si rivela un’immersione in un’altra epoca, un rifugio per l’anima dove arte, storia, natura e sapori si fondono in un’armonia rara.

Convento San Bartolomeo
Viale Giuseppe Vespa, 368
53025 Piancastagnaio SI
https://conventosanbartolomeo.com/

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