“Siamo in ritardo…” entrano in scena dalla platea gli attori: due lavagne e una cattedra sul palco del Globe Theatre di Roma ed è questo l’inizio dello spettacolo. È in programmazione “Pene d’amor perdute” una delle prime commedie di Shakespeare, la partenza per caratterizzare il tragico ovvero il comico dei suoi personaggi: tanti e tante le storie che sono bagaglio da sempre nella letteratura del teatro. Una commedia questa che allieta e i meccanismi messi in tessitura dal regista Danilo Capezzani addirittura in sostituzione del personaggio Don Armado, il cui interprete Michele Enrico Montesano era impossibilitato per un recente infortunio, benchè in lettura, hanno fatto piacevole e sempre sorridente il pubblico. Continuità, dinamicità e ritmo sempre frizzante le cifre della replica.
Siamo nel Regno dei Navarra e il Re ha creato un’accademia di arti e cultura dove l’intento è negli studenti che si iscrivono solo studio poco cibo e niente donne. E si quest’ultimo un gap di notevole criticità per il due iscritti Dumain e Biron, che impersonato dal bravissimo Francesco Russo accusa più fortemente il colpo e cerca sin dalla sottoscrizione, di mediare tolleranza verso le possibili ma inevitabili deviazioni dal troppo rigido requisito richiesto. Tutti bravissimi gli interpreti, ma quest’ultimo gestisce e dà i tempi dello spettacolo in modo davvero divertente, in fedele aderenza alla drammaturgia ma con dei ritmi richiesti dalla stesura in rima baciata dei suoi testi davvero encomiabile.
Il bravo Bruscolino, ovvero Samuele Teneggi, lo canta e lo balla con notevoli guizzi e balzi da Zanni, nel rispetto del ruolo che la Commedia dell’Arte è giusto gli conferisca “…nell’ amore io non capisco niente …nell’amore io non dico niente…”. E di coreografia in coreografia entrano: bellissimo momento di ingresso è quello della Principessa, nella persona di Sofia Panizzi e le sue damigelle Rosalina dagli “occhi molto grandi e neri come la pece” e Caterina, accompagnate da un eccelso Boyet per interpretazione e duttilità scenica: Davide Fasano.
Un bel gruppo di giovani attori la cui sintonia, baldanza e carismatica armonia non fanno mai distrarre dalle vicende, dal riso e dall’ironia coinvolgente: davvero un buon risultato per una delle opere del ‘Bardo’ cui non viene riconosciuto spessore drammaturgico mentre invece esalta, e lo si è visto dagli applausi lunghi e soddisfatti degli spettatori, non tanti ma ben concentrati, perché è una commedia sull’amore, e sulla riuscita – o forse perduta – conquista dei sentimenti.