[rating=2] Una carriola con dell’acqua in platea, alcuni secchi di vernice accatastati, qualche contenitore sparso per il palcoscenico vuoto, un leggio. Anche solo gli oggetti in scena talvolta liberano la nostra fantasia e ci ispirano in modo subliminale ciò che vedremo, come ad esempio un cantiere aperto, pronto a costruire e plasmare nuove idee, delle scatole dalle quali può uscire qualunque cosa, nuovi colori con cui dipingere una tela bianca che è il palcoscenico senza attori.
Andrea Santonastaso, attore e regista dello spettacolo “L’arte ad arte” al teatro San Salvatore di Bologna, entra in scena e si domanda: “che cos’è l’arte?”. Lo sketch comico che segue è divertente e pieno di definizioni dell’arte, in tutte le salse. La recitazione è fluida ma un po’ forzata, si intravede un’incertezza nei movimenti che si oppone alla fluidità dell’eloquio, si intuisce un lavoro incentrato più sulle parole che non sulla presenza scenica, gli spazi e i tempi teatrali. Sembra che talvolta manchi il contatto con il pubblico, Andrea punta oltre di noi, non ci cerca con lo sguardo. D’altra parte Santonastaso ha intrapreso una carriera improntata maggiormente sul piccolo schermo, con molte apparizioni a Zelig, in fiction come “Don Matteo” e anche cinema, e questo purtroppo si vede.
I pezzi comici sono ben costruiti, evidenziano le caratteristiche di una ventina di capolavori di altrettanti geni della pittura che vengono proiettati sullo sfondo e commentati, si va da Leonardo da Vinci a Pollock, da Caravaggio a Duchamp, da Velasquez a Warhol. Il dipinto viene di volta in volta contestualizzato, si capisce il perché l’autore abbia fatto quelle scelte e non altre, si intuiscono i retroscena e i perché quel quadro in particolare abbia rivoluzionato il mondo dell’arte di quel periodo, senza rinunciare alla fondamentale vena comica che fa diventare questa carrellata di cultura fluida e godibile.
Santonastaso ironizza sui personaggi rappresentati nei quadri, reinterpreta i loro pensieri e le loro storie, inventandosi situazioni ed equivoci esilaranti. E’ bravo a sottolineare con enfasi i concetti importanti di fratellanza e unione che stanno dentro l’arte, è bello vederlo mentre si scalda in alcuni passaggi salienti, facendoci percepire la sua energia. Purtroppo tra uno sketch e l’altro esce di scena e si crea il buio, come farebbe la mano sapiente di un montatore televisivo. A teatro invece tutto questo “entra-esci” abbinato a “luce-buio” appesantisce molto. In suo aiuto intervengono tre ballerine, che risultano convincenti solo in alcuni passaggi, come quello di Caravaggio, dove mimano le taglienti luci del pittore maledetto su di noi del pubblico, o nel pezzo iniziale, sinuoso e classico, dove la danza entra in scena come arte e non soltanto come intermezzo di rottura. Gli altri interventi andrebbero maggiormente caratterizzati, non basta modificare soltanto costumi e musiche, si dovrebbero creare movimenti ed emozioni ad hoc per ogni tematica.
Gli oggetti sul palcoscenico, che potevano essere una buona fonte di ispirazione, sono utilizzati solo una o due volte, poi accantonati. L’esempio più esaustivo è la carriola, dove le ragazze immergono la testa per poi lanciare l’acqua in aria con i capelli (e talvolta bagnare anche le prime file), bel colpo di scena che però ha una durata pari al tempo che serve poi a trascinare goffamente l’ingombrante utensile fuori scena.
Uno spettacolo che diverte ma che non decolla praticamente mai, alleggerito da una buona comicità e dall’interesse per i temi trattari, ma zavorrato da una mancata fluidità fra un quadro e l’altro, da un utilizzo poco appropriato degli oggetti, da una mancata attenzione maniacale ai particolari scenici (le luci non sono all’altezza della situazione, Santonastaso sul proscenio aveva illuminato mezzo viso soltanto, per non parlare delle ballerine in sala al buio), in una parola: da una regia non teatrale ma televisiva.
Caro Andrea
grazie per la recensione, anche se non proprio positiva.
Le volevo solo dire che io mi chiamo Santonastaso e non Santanastaso.
Il resto perfetto, dispiaciuto che io le sembri televisivo (e lo spettacolo pure)
la ringrazio e la invito il 5 e 6 dicembre al teatro dei 25 a Bologna
dove sarò in scena con UNA BESTIA DI PITTORE
spettacolo di Alessandro Pilloni su Antonio Ligabue.
Chissà che non le piaccia di più.
Un abbraccio
Andrea
Grazie della segnalazione, refuso corretto. La Redazione
Caro Andrea,
Mi spiace per il refuso di stampa sul cognome che la mia redazione ha prontamente corretto! La ringrazio molto per il suo prezioso commento e per l’invito, ma quel finesettimana purtroppo sono fuori città. Quando ha un altro spettacolo a Bologna e dintorni me lo segnali, sarà un’occasione di confronto e magari per conoscerci personalmente.
Un abbraccio a presto
Andrea