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L’ultima parola è dei pavoni

[rating=4] Lei è una ragazza della Georgia e lei una grande scrittrice che riceve una lettera d’ammirazione. Niente di più usitato se non fosse che la grande scrittrice è Flannery O’Connor e come lei stessa scriveva nel “Territorio del diavolo”, chi scrive in fondo deve supplire ad uno strano senso di abbandono misto ad una voglia d’attenzione a tratti morbosa, per questo le risponde.

Nasce così un fitto scambio epistolare fra la Flannery ormai malata di lupus e la giovane signorina A. che presto diverrà sua amica, accompagnandola nel suo ultimo viaggio in Europa. In scena la bravissima Tamara Bartolini col suo vestitino anni 50 e la voce dai picchi acuti e brillanti, “L’ultima parola è dei pavoni“, il testo di Maria Francesca De Stefanis già vincitrice del premio Flaiano under 35, è ben strutturato e restituisce al pubblico una Flannery privata dal fascino estremo, immersa nella sua tenuta della grande provincia americana circondata dal suo esercito di pavoni capeggiati dallo sprezzante capo-zoppo di cui bisogna attendere la ruota, perché si sa, alla fine “sarà la vanità a vincere”.

Bellissima ripresa in monologo dallo spettacolo originale con cinque personaggi che debuttò qualche anno fa al Teatro Sala Uno, fantastica l’interprete, ottima la regia, lo spettacolo è stato presentato all’Orologio in seno alla rassegna Hers dedicata ai personaggi femminili. Un merito eccellente quello di aver scelto la O’Connor, una scrittrice da noi ancora troppo ma troppo sconosciuta.

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