Dal 22 settembre al via la Bella Stagione 2015/2016 dell’Opera di Firenze.
Per la Lirica in scena l’incontro tra la grande tradizione operistica ed il teatro musicale del Novecento e contemporaneo: accanto a Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart (per la direzione di Roland Böer nel nuovo allestimento di Lorenzo Mariani), L’italiana in Algeri di Gioachino Rossini (con il ritorno sul podio dello specialista Bruno Campanella e della fortunata produzione firmata da Joan Font), Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti (nell’allestimento del Maggio Musicale Fiorentino con la regia di Graham Vick e la direzione di Fabrizio Maria Carminati), Rigoletto di Giuseppe Verdi in un nuovo allestimento di William Friedkin, (regista premio Oscar, che ha debuttato nella lirica a Firenze con Wozzeck), per la direzione di Zubin Mehta, che prosegue nel percorso verdiano dopo i recenti successi di Falstaff e La Traviata; Les pêcheurs de perles (in prima rappresentazione assoluta a Firenze con Ryan McAdams sul podio e la regia di Fabio Sparvoli), importanti composizioni del secolo scorso, quali Suor Angelica di Giacomo Puccini e Goyescas di Enrique Granados (due nuovi allestimenti per la regia di Andrea De Rosa in coproduzione con il Teatro Regio di Torino e il Teatro San Carlo di Napoli e a Firenze rispettivamente abbinati a La voix humaine di Francis Poulenc ed El amor brujo di Manuel De Falla e diretti da Xǔ Zhōng e Guillermo García Calvo), L’imperatore di Atlantide di Viktor Ullmann (che vedrà il debutto dei cantanti dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino) e due proposte in collaborazione con il Conservatorio di Musica “Luigi Cherubini”, Fra Diavolo di Daniel Auber e Hänsel e Gretel di Engelbert Humperdinck. Fra le opere contemporanee, Il ragazzo del risciò di Guo Wenjing in coproduzione con l’Opera di Pechino e la prima rappresentazione assoluta della nuova versione de Le braci per la direzione di Francesco Cilluffo e la regia di Leo Muscato, opera che la Fondazione del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ed il Festival della Valle d’Itria hanno commissionato a Marco Tutino.
Per la Sinfonica tema fondamentale sarà il dialogo a distanza tra le grandi partiture del passato, le importanti esperienze del Novecento e i nuovi scenari contemporanei. Commissioni ad alcuni tra i più interessanti giovani compositori del panorama italiano (Filippo Perocco e Paolo Marzocchi), la prima italiana di Pulse di Moritz Eggert, lavori di Hans Werner Henze, di Henri Dutilleux (il concerto per violoncello e orchestra Tout un monde lointain che sarà interpretato da Alisa Weilerstein) e di Luciano Berio incontreranno alcuni dei capolavori del repertorio sinfonico del periodo classico, romantico e novecentesco. Cuore della Stagione sarà la presentazione del ciclo integrale delle Sinfonie di Ludwig van Beethoven, dirette da Stefano Montanari, Alpesh Chauhan, Zubin Mehta, Guillermo García Calvo, John Neschling, Daniele Gatti, Karl-Heinz Steffens e Vladimir Jurowski. Anche l’opera di Wolfgang Amadeus Mozart costituirà un significativo momento di indagine: proseguirà l’accostamento tra i lavori del suo primo ed ultimo periodo nei concerti diretti da Federico Maria Sardelli e Lorenzo Fratini, Roland Böer proporrà il Thamos, König in Ägypten, mentre Yuja Wang per la direzione di Zubin Mehta eseguirà il Concerto per pianoforte e orchestra K 271. Completeranno la Stagione i concerti diretti da Juraj Valčuha, Diego Matheuz insieme a Enrico Dindo al violoncello, Michele Mariotti; Vladimir Jurowski che dirigerà Lo schiaccianoci, Zubin Mehta che interpreterà il capolavoro di Olivier Messiaen Turangalîla-Symphonie, John Axelrod, Lorenzo Fratini e Daniele Gatti che chiuderà con l’Elias di Felix Mendelssohn.
Vediamo il programma nel dettaglio.
La Stagione 2015/2016
Dal 22 al 30 settembre ore 20.00
Opera
Lucia di Lammermoor
Direttore Fabrizio Maria Carminati
Regia Graham Vick
con Jessica Pratt e Jean-François Borras
Jessica Pratt, sublime belcantista, è l’eroina di questa cupa e affascinante fiaba gotica, capolavoro assoluto di Gaetano Donizetti, in cui la protagonista, costretta tra inquietanti fantasmi premonitori e implacabili fratelli senza scrupoli, non può sottrarsi al delitto e alla follia.
Sabato 26 settembre ore 20.00
Concerti
Juraj Valčuha
La prima esecuzione assoluta di una nuova creazione di Filippo Perocco apre una serata dedicata alla tradizione musicale slava e condotta da uno specialista di questo ammaliante repertorio come Juraj Valčuha. Dopo l’appassionata Sinfonia n. 8, composta da Antonín Dvořák nel 1889 e famosa soprattutto per il valzer che si schiude sognante nel terzo movimento, è la volta delle Danze di Galánta. Commissionate nel 1933 dalla Società Filarmonica di Budapest per gli ottant’anni della fondazione, sono il travolgente omaggio di Zoltán Kodály alla città in cui trascorse l’infanzia, crocevia di ungheresi, austriaci, slovacchi e zigani. Il compito di chiudere il programma è affidato alla festosa Sinfonietta che Leoš Janáček dedica nel 1926 “alle forze armate cecoslovacche” e che ottant’anni più tardi diventa parte integrante del romanzo IQ84 di Haruki Murakami.
Dal 4 al 5 ottobre
Opera
Luotuo Xiang zi (Il ragazzo del risciò)
Opera in due atti
Musica di Guo Wenjing
Direttore Zhang Guoyong
Regia e scenografia Yi Liming
Tratta dall’omonimo romanzo di Lao She, l’opera del compositore Guo Wenjing è stata commissionata dal National Centre for the Performing Arts di Pechino, in cui ha debuttato nel giugno 2014, arrivando ora sul palcoscenico dell’Opera di Firenze.
Dall’8 all’11 ottobre ore 20.00
Concerti
Federico Maria Sardelli
Un prezioso spaccato della cultura musicale della seconda metà del XVIII secolo, un viaggio attraverso il classicismo tedesco che, sotto la guida di Federico Maria Sardelli, prende avvio da due illustri figli di Johann Sebastian Bach: il primogenito Wilhelm Friedemann, l’organista allora più famoso in Germania, e Carl Philipp Emanuel, riferimento fondamentale per la formazione di numerosi musicisti. Tra questi Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart che qui si fronteggiano con due creazioni datate entrambe 1772: la celebre Sinfonia n. 44, nota come Trauersinfonie (Sinfonia lugubre) forse in riferimento al desiderio del compositore di accompagnare il proprio funerale con il solenne Adagio del terzo movimento, e la Sinfonia n. 9, gioiosa e splendente invenzione di un Mozart appena sedicenne.
Dal 9 al 10 ottobre ore 20.00
Cenacolo di Santa Croce
Concerti
Requiem di Mozart
Dal 18 al 27 ottobre ore 20.00
Così fan tutte
Regia Lorenzo Mariani
Grazie a una compagnia di eccellenza capitanata da Carmela Remigio e Simone Alberghini torna a Firenze in una nuova produzione il terzo e ultimo frutto della collaborazione tra Wolfgang Amadeus Mozart e il librettista Lorenzo Da Ponte, a cui il soggetto, forse ispirato a un episodio realmente accaduto, sembrerebbe essere stato suggerito dallo stesso Imperatore.
24 ottobre ore 20.00
Concerti
Diego Matheuz – Enrico Dindo
Una nuova creazione di Paolo Marzocchi introduce il Concerto per violoncello e orchestra di Robert Schumann. Completato in una sola settimana nell’ottobre 1850 ma rimasto ineseguito per un decennio a causa dell’impossibilità di trovare un solista all’altezza, è “pezzo sereno”, come scrive il suo stesso autore, in cui ancora non traspaiono le condizioni mentali che di lì a poco l’avrebbero trascinato inesorabilmente alla follia e quindi alla prematura morte, ad appena quarantasei anni. Molto complessa è invece la gestazione della Sinfonia n. 3: immaginata nel 1829 durante una visita alle rovine dell’Holyrood Abbey di Edimburgo, è destinata a restare un abbozzo fino al 1842 quando Felix Mendelssohn porta a termine la sua ultima sinfonia, ricordo di quel lontano viaggio scozzese.
30 ottobre ore 20.00
Concerti
Roland Böer
Mentre a Vienna fervono i preparativi per il debutto dell’opera Die Entführung aus dem Serail, Wolfgang Amadeus Mozart riceve la commissione di una serenata per il conferimento di un titolo nobiliare a Sigmund Haffner, figlio del borgomastro di Salisburgo. È da questo lavoro, completato in pochi e frenetici giorni nel luglio 1782, che qualche mese più tardi prende vita l’euforica Sinfonia n. 35. A fianco di un raro e precedente e capolavoro del geniale compositore, le musiche di scena per Thamos, König in Ägypten, dramma di Tobias Philipp von Gebler, il programma presenta la Sinfonia n. 1 di Hans Werner Henze, fondatore nel 1976 del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano di cui ora Roland Böer è Direttore Artistico e Musicale.
Dal 5 al 15 novembre ore 20.00
Opera
Le Braci
di Marco Tutino
Direttore Francesco Cilluffo
Regia Leo Muscato
Musica e libretto di Marco Tutino dal romanzo omonimo di Sándor Márai. Prima rappresentazione assoluta del nuovo allestimento in coproduzione con il Festival della Valle d’Itria.
Dal 13 al 14 novembre ore 20.00
Concerti
Michele Mariotti
“Qualcuno l’ha chiamato una ninna nanna della morte. Ma è così che io sento la morte: come una lieta liberazione, un’aspirazione alla felicità dell’aldilà piuttosto che un passaggio doloroso”: nelle parole di Gabriel Fauré è racchiuso tutto il significato del suo Requiem. Composto in seguito alla morte dei genitori ed eseguito per la prima volta nel 1888 all’interno della parigina Église de la Madeleine, di cui era maestro di cappella e dove nel 1924 viene ripetuto per i funerali dell’autore, appare pervaso da un’intima e lirica serenità da cui è bandita ogni ostentazione. A questo delicato capolavoro segue la grandiosa Sinfonia n. 9 di Franz Schubert, ritenuta inizialmente perduta. Riscoperta da Robert Schumann, il 21 marzo 1839 è diretta da Felix Mendelssohn con clamoroso successo.
19 novembre ore 20.00
Concerti
Stefano Montanari
Dal caldo tepore primaverile all’estenuante afa estiva interrotta da improvvisi temporali, dalle allegre vendemmie autunnali al ventoso gelo dell’inverno, le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi colorano di note la sala dell’Opera di Firenze. Nati come quartetto di concerti per violino e orchestra e pubblicati nel 1727 nella raccolta Il cimento dell’armonia e dell’inventione, erano stati definiti dallo stesso autore nella lettera dedicatoria come un insieme di “pochi e deboli Concerti”. La seconda parte del programma presenta invece la Sinfonia n.1 di Ludwig van Beethoven in cui, tra i ricordi di Franz Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus Mozart, appare già la rivoluzionaria personalità del compositore non ancora trentenne.
22 novembre ore 20.00
Concerti
Zubin Mehta
È l’Ouverture Leonore n.3, scritta per la seconda versione dell’opera Fidelio, ad aprire la serata che Zubin Mehta dedica interamente all’amato Ludwig van Beethoven. Dopo la brillante Sinfonia n. 8, con il suo omaggio nel secondo movimento all’oscillare del metronomo, perfezionato proprio in quegli anni dall’amico Johann Nepomuk Mälzel, è la volta della maestosa Sinfonia n. 3, la più lunga composizione di questo genere mai creata fino ad allora. Nata inizialmente come Sinfonia Bonaparte in onore alla figura di Napoleone, viene invece ribattezzata, quando il Primo Console proclamato Imperatore delude i fervidi ideali rivoluzionari del musicista, con il nome con cui è celebre in tutto il mondo: Eroica.
Dal 4 al 20 dicembre ore 20.00
Opera
Rigoletto
Direttore Zubin Mehta
Regia William Friedkin
Zubin Mehta dirige per la prima volta a Firenze il capolavoro di Giuseppe Verdi, in un nuovo allestimento firmato dal Premio Oscar William Friedkin.
5 dicembre ore 20.00
Teatro Goldoni
Concerti
Angeliche voci e arpe
Una serata dedicata alle composizioni per voci femminili e arpa che inizia con Johannes Brahms e i suoi Vier Gesänge scritti per l’Hamburgischer Frauenchor, da egli stesso fondato e di cui è membro onorario anche Clara Schumann. Tra i brani in programma ci sono inoltre le celebri Laudi alla Vergine Maria musicate da Giuseppe Verdi attorno al 1890 su alcuni versi del Canto XXXIII del Paradiso di Dante e l’interludio di A Ceremony of Carols scritta nel 1942 da Benjamin Britten durante una traversata dell’Oceano Atlantico.
11 dicembre ore 20.00
Concerti
Daniele Gatti
L’eroica vicenda di Egmont, il protagonista dell’omonima tragedia di Johann Wolfgang von Goethe che sacrifica la propria vita per difendere la libertà delle Fiandre dalla dominazione spagnola, non poteva lasciare indifferente Ludwig van Beethoven. È con entusiasmo che accetta quindi l’invito a scrivere le musiche di scena per una ripresa viennese del dramma, da cui proviene l’energica Ouverture che apre questa serata. Sempre di Goethe sono le due poesie della cantata Meeresstille und glückliche Fahrt, mentre Elegischer Gesang, su un testo forse di Ignaz Franz Castelli, è dedicata alla moglie dell’amico Johann Pasqualati morta a soli ventiquattro anni. Conclude la serata il romantico intreccio di musica e natura della Sinfonia n. 6, “più espressione del sentimento che pittura” come avverte lo stesso compositore.
13 dicembre ore 20.00
Concerti
Coro delle voci bianche del maggio
Il Coro delle angeliche Voci Bianche del Maggio Musicale Fiorentino è chiamato a esaltare due preziosi capolavori sospesi tra musica e fede: la Messe à deux voix égales scritta nel 1877 da Charles Gounod, compositore profondamente devoto e autore tra l’altro della celeberrima Ave Maria su un preludio di Johann Sebastian Bach, e A Little Jazz Mass. Creata nel 2004 da Bob Chilcott per il Crescent City Choral Festival di New Orleans, reinterpreta la tradizionale missa brevis latina alla luce dei più moderni linguaggi blues e jazz.
17 dicembre ore 20.00
Concerti
Zubin Mehta/Yuja Wang
“È un po’ come una vita: comincia leggera con gli archi, pulsa come un embrione nel ventre e passa attraverso ripetizioni e trasformazioni”: così il compositore tedesco Moritz Eggert descrive Pulse, commissionatogli dalla Münchner Philharmoniker e diretto da Zubin Mehta nella sua prima esecuzione assoluta a Monaco di Baviera il 17 novembre 2011. Completano il programma la Sinfonia Corale di Ludwig van Beethoven, in cui l’intervento tardivo del coro e le analogie tra il tema principale e quello dell’Inno alla gioia anticipano la Sinfonia n. 9, e l’intensa Sinfonia n.8 di Franz Schubert, la famosa Incompiuta.
19 dicembre ore 20.00
Concerti
Zubin Mehta/Yuja Wang 2
Non ne conosciamo il nome, il viso e neppure se abbia mai eseguito in pubblico il Concerto per pianoforte e orchestra n. 9 per lei scritto da Wolfgang Amadeus Mozart. Appare però chiaro, ascoltando lo struggente Andante centrale e la spericolata difficoltà di alcune pagine come il Rondò finale, quanto Mademoiselle Jeunhomme (o Jenomy), pianista francese di passaggio a Salisburgo nel gennaio 1777, dovesse aver stregato il compositore ventunenne. Un capolavoro nato per una misteriosa virtuosa della tastiera e ora affidato all’eccellenza di Yuja Wang. Nella seconda parte della serata, Zubin Mehta e la sua Orchestra fronteggiano la Sinfonia n. 9, lasciata incompiuta da Anton Bruckner e dedicata, con la lucida cognizione di essere giunto al suo ultimo lavoro, “Al buon dio”.
23 dicembre ore 20.00
Concerti
Concerto di Natale/Lo schiaccianoci
Una favola per tornare bambini e festeggiare l’arrivo del Natale all’Opera di Firenze. Ispirato a un racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann e trasformato dalla musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij in uno dei balletti più famosi e amati al mondo, racconta la tenera storia di Clara e del suo adorato Schiaccianoci, il soldatino di legno regalatole dal misterioso signor Drosselmeyer. Un giocattolo prezioso che proprio durante la notte di Natale conduce la fanciulla nel magico regno di sogno della Fata Confetto dove, dopo un’avventurosa battaglia contro il Re dei Topi, il pupazzo trasformato in principe potrà accompagnare la ragazza nell’incantevole Valzer dei fiori.
31 dicembre ore 20.00
Concerti
Concerto di fine anno
Direttore Vladimir Jurowski
Un monumento alla fratellanza e alla libertà per salutare il 2015 e accogliere il nuovo anno sulle note di una delle più famose opere mai create: la Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven. All’interno di una maestosa architettura musicale, tutto quanto era stato scritto fino ad allora viene travolto, annientato e sublimato dalla rivoluzionaria esplosione finale dell’Inno alla gioia. Un successo ininterrotto a partire dalla prima esecuzione viennese del 7 maggio 1824, salutata non da applausi, che il compositore ormai completamente sordo non poteva più sentire, ma dallo sventolio di centinaia di bianchi fazzoletti.
10 gennaio ore 20.00
Concerti
John Neschling
Con la successione di quattro note forse più famosa della storia della musica si apre il primo movimento della Sinfonia n.5 di Ludwig van Beethoven. È “il destino che bussa alla porta”, lapidario e irrevocabile. Come quello di Aleksandr Skrjabin, costretto, in seguito a una lesione alle articolazioni della mano destra provocata dallo studio forsennato delle sonate scritte proprio dal compositore di Bonn, ad abbandonare l’affermata carriera di pianista per dedicarsi esclusivamente alla composizione. Nasce così, tra il 1896 e il 1897, il suo unico Concerto per pianoforte. Completa il programma il Notturno op. 70 di Giuseppe Martucci, con i suoi sensuali struggimenti già anticipatori di Giacomo Puccini e Pietro Mascagni.
Dal 22 gennaio al 5 febbraio ore 20.00
Opera
La voix humaine/Suor-Angelica
di Francis Poulenc/Giacomo Puccini
Direttore Xǔ Zhōng
Due drammi esistenziali femminili: l’abbandono da parte di un amante nel monologo di Poulenc, tratto da una pièce teatrale di Jean Cocteau; la maternità negata nell’opera di Puccini, secondo pannello del Trittico composto per il Metropolitan di New York. Due donne che reagiscono con gesti estremi alle prove a cui vengono sottoposte dalla vita. Due straordinarie partiture del Novecento concepite a distanza di molti anni, la prima nel 1959, la seconda nel 1918, ma ugualmente inquiete nella loro elegante compostezza formale.
Dal 23 gennaio al 7 febbraio
Balletto/Opera
El amor brujo/Goyescas
di Manuel de Falla/Enrique Granados
Direttore Guillermo García Calvo
Dalla pittura al pianoforte e dal pianoforte all’opera: nasce così la più celebre opera di Enrique Granados, Goyescas, su libretto di Fernando Periquet Zuaznabar. Granados era un pittore dilettante, e quando in Spagna si festeggiò il centocinquantesimo anniversario della nascita di Francisco Goya, nel 1897, cominciò ad appassionarsi alle opere del pittore. Così, tra il 1909 e il 1911, scrisse una suite pianistica, Goyescas, ispirata proprio ai temi cari a Goya: la Spagna popolare, la Madrid dei majos e delle majas (i giovani alla moda della seconda metà del Settecento, eleganti, irriverenti, seducenti).
Dal 27 gennaio al 3 febbraio
Teatro Goldoni
Opera
L’imperatore di Atlantide
Direttore Roberto Misto
Regia Pier Paolo Pacini
Scritta nel 1943 a Terezín, la partitura venne orchestrata dal compositore in base alla disponibilità di cantanti e musicisti presenti nel campo di concentramento: sette voci e tredici strumenti, alcuni dei quali non convenzionali, come il banjo o l’harmonium. L’opera non andò mai in scena; a prove iniziate intervenne la censura che ritenne il personaggio principale, l’Imperatore Overall, una satira di Hitler. Quasi tutti i protagonisti vennero deportati ad Auschwitz e morirono nelle camere a gas. La partitura venne salvata dai sopravvissuti del campo di Terezín.
Dal 30 al 31 gennaio ore 20.00
Concerti
Zubin Mehta/Turangalila Symphonie
Due parole della lingua sanscrita danno origine ai dieci movimenti di uno dei più monumentali lavori del XX° secolo: turanga, ossia tempo, e lîla, vita, movimento, creazione e distruzione, ma soprattutto amore. Commissionata a Olivier Messiaen da Serge Koussevitsky per la Boston Symphony Orchestra ed eseguita per la prima volta il 2 dicembre 1949 sotto la direzione di Leonard Bernstein, la Turangalîla-Symphonie è il variopinto pannello centrale di un trittico ispirato dalla leggenda di Tristano e Isotta. Un eclettismo che avvicina Richard Wagner e Claude Debussy alla cultura indiana e al canto degli uccelli in una gioiosa celebrazione dell’amore, declinato in ogni sua possibile sfumatura, dal sentimento idealistico al desiderio carnale.
4 febbraio ore 20.00
Concerti
Guillermo García Calvo
La celebre Sinfonia scritta da Gioachino Rossini per l’opera Aureliano in Palmira e riutilizzata in seguito per Elisabetta, regina d’Inghilterra e Il barbiere di Siviglia introduce la preziosa Sonata a quattro n.4, offerta dal musicista dodicenne al contrabbassista Agostino Triossi che nell’estate 1804 lo ospita nella sua tenuta presso Ravenna. Dopo le Quattro versioni originali della Ritirata Notturna di Madrid di Luigi Boccherini, sovrapposte e trascritte per orchestra da Luciano Berio per il Teatro alla Scala di Milano nel 1975, il programma si conclude con la Sinfonia n.4 di Ludwig van Beethoven. “Una slanciata fanciulla greca fra due giganti nordici”, come la definisce Robert Schumann confrontandola con le titaniche Eroica e Quinta, dietro il cui radioso sorriso sembra nascondersi una misteriosa inquietudine.
Dal 9 al 10 febbraio ore 20.00
Opera
Fra Diavolo
Direttore Alessandro D’Agostini
Regia Francesco Torrigiani
Chi non ricorda l’esilarante scena del gioco di destrezza “Naso, nasino, nasello” con Stanlio e Ollio nel film che portava sul grande schermo, in versione comica, l’opera del compositore francese andata in scena per la prima volta in Italia a Firenze nel 1866? Centocinquanta anni dopo festeggiamo la conclusione del Carnevale 2016 con le avventure in musica del brigante gentiluomo Michele Pezza, detto Fra Diavolo, in uno spettacolo in forma semiscenica realizzato in collaborazione con il Conservatorio “Cherubini”. Il 9 sera, Martedì Grasso, pubblico in maschera!
Dal 12 al 13 febbraio ore 20.00
Concerti
John Axelrod
Un concerto che scorre con il fascino di un viaggio attraverso gli Stati Uniti sulla mitica Route 66. Da G-Spot Tornado, ritenuta dallo stesso Frank Zappa di impossibile esecuzione, alla composizione di John Adams per il quarantesimo compleanno dell’amico e direttore Simon Rattle basata sul ritmo della parola Lollapalooza; dalle Danze sinfoniche, fulcro del capolavoro di Leonard Bernstein West Side Story, ad Apollon musagète, balletto di Igor Stravinskij rappresentato per la prima volta a Washington nel 1928 e portato al successo, con la coreografia di George Balanchine, qualche settimana più tardi a Parigi. Proprio nella capitale francese dove, il 22 novembre di quello stesso anno, va per la prima volta in scena l’ipnotica sensualità di un altro capolavoro: il Boléro di Maurice Ravel.
Dal 22 al 28 febbraio
Opera
Les pecheurs de perles
Direttore Ryan McAdams
Regia Fabio Sparvoli
Sulle remote e selvagge spiagge dell’oceano Indiano l’arrivo di una misteriosa donna nascosta da un velo mette alla prova il forte legame che unisce due uomini. Una lunga notte di resa dei conti esaltata da una partitura sensuale ed esotica. Una passione che divampa e conduce ad un sorprendente rogo finale. In scena per la prima volta il 30 settembre 1863 al Théâtre Lyrique di Parigi, Les Pêcheurs de perles rappresenta il primo successo operistico del ventiquattrenne Georges Bizet e racchiude una delle pagine più amate del repertorio tenorile, la struggente aria Je crois entendre encore.
Dal 5 al 13 marzo ore 20.00
Opera
Hänsel e Gretel
Direttore Farhad G. Mahani
Regia, scene e costumi Gianmaria Aliverta
A distanza di settantacinque anni dalla prima rappresentazione fiorentina, torna il capolavoro del compositore tedesco tratto dalla popolare fiaba dei fratelli Grimm. In una curiosa ambientazione contemporanea vedremo rivivere le avventure dei due protagonisti alle prese con giganteschi pupazzi animati, distributori di dolciumi e macchine per fabbricare le mandorle caramellate. Una leggenda del belcanto e della Rossini-renaissance.
4 marzo ore 20.00
Concerti
Karl-Heinz Steffens
Dal suo primo apparire a Vienna, nell’autunno 1816, la musica di Gioachino Rossini travolge e conquista la capitale. È proprio il brillante linguaggio del Pesarese all’origine dell’Ouverture in do maggiore, appunto “nello stile italiano”, di Franz Schubert. Dal compositore austriaco muove invece Rendering, creato da Luciano Berio per la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, attingendo agli appunti della mai realizzata Decima Sinfonia: “mi sono proposto di seguire, nello spirito, quei moderni criteri di restauro che si pongono il problema di riaccendere i vecchi colori senza però celare i danni del tempo e gli inevitabili vuoti creatisi nella composizione”. Chiude il programma la Sinfonia n. 7 di Ludwig van Beethoven, definita da Richard Wagner “la danza nella sua essenza più sublime”.
Dal 15 al 26 marzo ore 20.00
Opera
L’Italiana in Algeri
Direttore Bruno Campanella
Regia Joan Font
Marianna Pizzolato, oggi interprete di riferimento del ruolo scritto per la mitica Marietta Marcolini, riporta a Firenze la “follia organizzata” dell’Italiana in Algeri nell’esuberante allestimento di Joan Font.
19 marzo ore 20.00
Concerti
Alpesh Chauhan/Alisa Weilerstein
“Un’orchestra suona una melodia. Piuttosto, descrive una melodia: ma solo come un’ombra può descrivere un oggetto e un’eco può descrivere un suono. La melodia si svolge incessante ma discontinua, attraverso ritorni e digressioni, attorno a un centro mobile, lontano, forse indecifrabile a chi ascolta”: così Luciano Berio descrive Requies, dedicato alla memoria della prima moglie Cathy Berberian. È invece ispirato a cinque poesie di Charles Baudelaire Tout un monde lointain…, composto tra il 1967 e il 1970 da Henri Dutilleux per il sublime violoncello di Mstislav Rostropovich. Conclude il programma la Sinfonia n. 2, dietro la cui pacata serenità si nasconde uno dei periodi più dolorosi dell’esistenza di Ludwig van Beethoven, quando la sordità lo costringe ad abbandonare la carriera concertistica.
24 marzo ore 20.00
Concerti
Lorenzo Fratini
Musica e spiritualità racchiuse ed esaltate nelle pagine di due grandi compositori di inizio Settecento. Johann Adolf Hasse nasce ad Amburgo nel 1699 ma a venticinque anni, allo scopo di “addolcire la vena”, si trasferisce prima a Napoli e poi a Venezia. È qui che “il caro sassone”, come veniva chiamato, per il Conservatorio degli Incurabili di cui era maestro di Cappella, compone lo struggente Miserere. Pochi anni più tardi, a Napoli, Giovanni Battista Pergolesi riceve invece, dalla confraternita dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi a Palazzo, la commissione di uno Stabat Mater per officiare la Settimana Santa in sostituzione di quello di Alessandro Scarlatti. Nasce il suo estremo capolavoro, terminato secondo la tradizione il 17 marzo 1736, giorno stesso della sua morte.
9 aprile ore 20.00
Concerti
Daniele Gatti/Elias di Mendelssohn
Una maledizione declamata da una profonda voce di basso: “in questi anni non cadrà né rugiada né pioggia”. Con una profezia terribile, dall’effetto sconvolgente, si apre Elias. Commissionato dal Birmingham Festival, rappresenta senza dubbio il più alto raggiungimento di tutto l’Ottocento nell’oratorio, genere portato al suo culmine da Georg Friedrich Händel e Joseph Haydn e riletto da Felix Mendelssohn con drammatica teatralità romantica. L’estremo capolavoro del compositore, destinato a spegnersi a soli trentotto anni, a pochi mesi di distanza dalla prima trionfale esecuzione del 26 agosto 1846.
Maggiori informazioni: www.operadifirenze.it