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Il pugile Balboa arriva a teatro: Rocky The Musical

Rocky torna sul ring e sferra un altro colpo di stupore al pubblico. Al Teatro Rossetti di Trieste.

Rocky The Musical ph Teatro Rossetti Trieste

È in tournée per la prima volta in Italia “Rocky The Musical”, prodotto da Fabrizio Di Fiore Entertainment, per la regia di Luciano Cannito, diviso in due atti per un totale di 120 minuti di intrattenimento. Le musiche sono di Tony Award e dei candidati all’Oscar Lynn Ahrens e Stephen Flaherty; la direzione musicale di Ivan Lazzara e Angelo Nigro. Con le scene di Italo Grassi, le luci di Valerio Tiberi, gli arrangiamenti di Angelo Nigro e con il libretto di Tony Thomas Meehan adattato dalla sceneggiatura di Sylvester Stallone, lui stesso tra gli autori dello spettacolo, ripercorriamo la vicenda del celebre pugile italoamericano, grazie all’interpretazione di Pierpaolo Pretelli (nelle parti di Rocky) e di Giulia Ottonello (nelle parti di Adriana). Lo spettacolo non è solo un tuffo nel film che nel 1977 ha consegnato a Stallone tre premi Oscar, come miglior film, migliore regia e montaggio; è soprattutto una rivisitazione inedita della vita e dei valori sportivi ed esistenziali del celebre Balboa, innamorato della timida e introversa Adriana.

Balboa, borsalino in testa e giacca in pelle nera, è un pugile che vive in una piccolissima casa, assieme a due tartarughe in una zona periferica di Filadelfia. Per mantenersi fa l’esattore per conto di un bandito del quartiere, e proprio per questa sua leggerezza, l’allenatore Mickey lo priva dell’armadietto della palestra per consegnarlo a qualcuno di più serio. Intanto il campione di pesi massimi in carica, Apollo Creed, cerca uno sfidante e la sua attenzione cade proprio su “Rocky, lo Stallone italiano”. Mickey quindi torna a interessarsi a lui e alle sue potenzialità fisiche: Rocky è inizialmente infastidito per l’opportunismo ma infine accetta di farsi allenare. Com’è noto, fa da contorno la storia d’amore con Adriana, sorella dell’amico Paulie, ragazza schiva e un po’ impacciata, commessa in un piccolo negozio di animali. Proprio qui Rocky, col suo umorismo genuino e un po’ bislacco, tenta a più riprese di approcciarla, ma sempre vanamente. Finalmente poi, nel Giorno del Ringraziamento, Paulie invita Rocky a cena e, dopo l’ennesima litigata tra Paulie e la sorella, infine il pugile riesce a uscire con lei. I due iniziano così una relazione che s’intreccia alla vicenda atletica di Rocky.

Rocky The Musical
Rocky The Musical ph Teatro Rossetti Trieste

La storia insomma è nota, ma quel che stupisce il pubblico è appunto il riadattamento teatrale. Un esempio per tutti è la proiezione della storica scalinata di Rocky a Filadelfia sul fondo della scenografia mentre l’attore, in contemporanea sul palco, esegue con disciplina e fatica gli allenamenti: un escamotage che amplifica il senso degli sforzi e coinvolge direttamente lo spettatore nell’intenso impegno del protagonista verso l’obiettivo finale. Tutta la preparazione sportiva del protagonista, così come la vicenda amorosa con Adriana, d’altronde non avrebbero la stessa resa senza le incalzanti coreografie firmate Luciano Cannito e Fabrizio Prolli, con lo scopo tanto di enfatizzare la storia dei personaggi, quanto di empatizzare con tutta la narrazione. Chi, del resto, nella vita, ascoltando la celebre Eye of the tiger – meravigliosamente rappresentata anche nello spettacolo – non l’ha sempre immediatamente associata a Rocky 3?

Don’t lose your grip on the dreams of the past,
You must fight just to keep them alive,
It’s the eye of the tiger,
It’s the thrill of the fight
(Non perdere il tuo controllo sui sogni del passato
Devi lottare solo per mantenerli vivi
È l’occhio della tigre
È il fremito del combattimento)

Un capitolo a parte merita la rappresentazione del celebre finale in cui, dopo tanta attesa, i due pugili finalmente si sfidano sul ring. L’allestimento scenografico e coreografico, oltre alle scelte degli sfavillanti costumi firmati Veronica Iozzi, trasmette bene al pubblico il pathos che circonda l’incontro, con tanto di vallette che segnalano lo scorrere dei 15 round. Il contatto fisico tra i due attori è palpabile, ugualmente la stanchezza e la tenacia con cui, come si sa, il protagonista resiste fino alla fine. E proprio la resistenza è uno dei principali messaggi dello spettacolo, come del film. Non è importante vincere, ma rialzarsi sempre e nonostante tutto. Rocky non ha come obiettivo la vittoria mettendo al tappeto l’avversario, ma rimanere in piedi fino alla fine, guardarlo negli occhi fino all’ultimo. È una questione sia di orgoglio personale – dimostrare a se stesso di potercela fare – che di dimostrazione sociale: infatti, mentre la giuria decreterà Apollo vincitore sui punti, tutto il pubblico riconoscerà a Rocky la vera vittoria del coraggio e della tenacia.

Inizia qui la vera gloria di Rocky, il pugile della strada che partendo dal basso, e solo con la propria disciplina, dimostra a tutti il valore della forza di volontà. Un insegnamento che non solo non cessa di essere attuale, ma che può essere fatto valere in qualsiasi ambito. E a proposito di volontà, sarà in Rocky 4 che questo tema, dalla iniziale dimensione personale e sportiva, si amplificherà fino in ambito internazionale: in piena Guerra Fredda, Rocky si adopera per scontrarsi col terribile sovietico Ivan Drago, anche per vendicare la terribile uccisione dell’amico Apollo Creed; sul finale, dopo aver battuto il campione olimpico russo, reciterà la celebre frase “se io posso cambiare e voi potete cambiare, allora tutto il mondo può cambiare”: un grido di speranza, un auspicio cinematografico e sportivo per un grande cambiamento del quadro politico mondiale. Un messaggio di cui, mai come in questo momento, avremmo nuovamente ancora bisogno: il coraggio di cambiare, e di superarci sempre. Sia come persone. Sia come società.

PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Attori
Drammaturgia
Allestimento scenotecnico
Pubblico
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il-pugile-balboa-arriva-a-teatro-rocky-the-musicalRocky The Musical <br>dall’omonimo film MGM/United ArCist Motion Picture <br>libretto Thomas Meehan e Sylvester Stallone <br>liriche di Lynn Ahrens <br>traduzione e adattamento Luciano Cannito <br>traduzione liriche Luciano Cannito e Laura Galigani <br>regia di Luciano Cannito <br>coreografie di Luciano Cannito <br>coreografo associato Fabrizio Prolli <br>con Pierpaolo Petrelli e Giulia Ottonello <br>e con Robert Ediogu, Matteo Micheli, Giancarlo Teodori, Laura Di Mauro, Francesco Verratti, Simone Pieroni, Cristian Peroni, Valeria Cozzolino <br>e Cristina Da Villanova, Gianmarco Galati, Nicholas Lega, Laura Offen, Martina Peruzzi, Egon Polzone, Pietro Rebora, Gianluca Savino <br>scene Italo Grassi <br>costumi Veronica Iozzi <br>musica di Stephen Flaherty <br>direzione musicale Ivan Lazzara <br>associato alla direzione musicale Angelo Nigro <br>arrangiamenti Angelo Nigro <br>finalizzazione audio Giuseppe Faranda <br>vocal trainer Ivan Lazzara <br>disegno luci Valerio Tiberi <br>produzione Fabrizio Di Fiore Entertainment srl <br>in accordo con Music Theatre International

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