Ai piedi della Torre dell’olio a Spoleto, si cela l’Antica Trattoria Pecchiarda, dove la cucina si intreccia alla memoria collettiva. Dal 1970 la famiglia Rivoli custodisce questo spazio che, molto prima di essere una trattoria, era un circolo di bocce. Gli spoletini degli anni Cinquanta lo frequentavano regolarmente e, ispirati dalla figura di una donna alta e affascinante che lo gestiva, coniarono il soprannome “Pecchiarda”: “pecchia” per affascinante e “arda” per alta, secondo il dialetto locale. Da allora, lo slogan è rimasto inciso nella tradizione: “Annamo da Pecchiarda”.

Nel tempo il locale ha accompagnato la vita artistica della città, in particolare durante le stagioni del Festival dei Due Mondi. Qui Giancarlo Menotti portava regolarmente i suoi ospiti internazionali, da cantanti lirici a registi, attori e scrittori. Un’eredità visibile ancora oggi nella Hall of Fame del ristorante, dove campeggiano scatti storici di personaggi come Luciano Pavarotti, Bud Spencer, e numerosi altri artisti che hanno lasciato il segno, o almeno un brindisi. Ancora oggi, la sua posizione strategica a due passi dalle scale mobili della Posterna, ottima per raggiungere in pochi minuti il centro della città e il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, la rende meta amata dagli appassionati del Festival dei Due Mondi.
In cucina opera Tommaso Canavari, giovane chef che guida con precisione una brigata coesa, attenta e ben strutturata, oltre a trovarlo protagonista davanti alla scenica brace, in cui la trattoria è specializzata. L’impronta è netta: valorizzazione delle ricette umbre tradizionali, materie prime provenienti in gran parte dall’AgriRivoli — l’azienda agricola di famiglia — e una tecnica che rispetta la sostanza senza scivolare in esercizi di stile. Il fiore all’occhiello: tutto di propria produzione, dalla pasta fatta in casa ai dolci, fino all’ottimo amaro Lupo di Montelugo.
Gli Agnolotti del Pek, ricetta storica della casa, sono farciti con suino e conditi con una salsa di cipolla morbida, ben ridotta, che non copre ma accompagna. I cinghialotti pecorino e pistacchio offrono un dialogo convincente tra la rusticità del ripieno e la sapidità elegante della fonduta di pecorino, spezzata dalla granella croccante.
La parmigiana di melanzane viene servita in una versione raffinata ma non snaturata: melanzane farcite con sé stesse, cotte al punto, accompagnate da una salsa di pomodoro densa e basilico glassato, chiusa da un Parmigiano ben fuso. Una vera sorpresa.
La tagliata di pollo con radicchio alla brace e aceto balsamico è un secondo leggero e centrato, che gioca sull’amarognolo e sull’acidità senza perdere struttura. In accompagnamento, le cipolle arrosto di Cannara, cotte dolcemente fino a diventare cremose, sono un omaggio alla cucina contadina fatta con precisione.
La carta dei vini è snella ma coerente, incentrata sui prodotti dell’azienda di famiglia. Il rosso della casa, a base di Sangiovese e Montepulciano, accompagna con equilibrio sia i primi che le carni.
A tavola non manca mai un gesto ironico ma emblematico: il conto viene presentato in un porta-scontrino che riporta una piccola reliquia laica del locale, la “Preghiera dei bevitori”, scritta molti anni fa su una tovaglietta da clienti affezionati e divenuta ormai parte dell’identità del ristorante: “Bacco nostro che sei in cantina/sia ricordato il tuo nome/venga oggi il tuo vino/purché genuino/sia Montefalco o Sagrantino/sia fatta la tua volontà/nel stabilir la quantità/Dacci oggi la nostra sbornia quotidiana/riempi i nostri bicchieri/come noi li riempiamo/ai nostri bevitori/Non ci indurre a lavorare/ma liberaci dall’acqua/così sia.”
Un dettaglio che racconta molto dello spirito del luogo: conviviale, autentico, con quel pizzico di genuina goliardia.
Il servizio è rapido, puntuale, guidato dalla presenza di Sebastiano Rivoli, anfitrione capace di mettere a proprio agio ogni ospite, con quel tono diretto e accogliente che caratterizza l’ospitalità umbra più genuina. L’atmosfera resta intatta: un equilibrio tra eleganza rustica e memoria popolare, con un’identità ben definita che non rincorre le mode, ma consolida una tradizione viva.
Antica Trattoria Pecchiarda
Vicolo S. Giovanni, 1,
06049 Spoleto PG
https://pecchiarda-ristorante.it/