
Giunti Editore
È uscito ieri il nuovo romanzo di Simona Baldelli, l’autrice conferma il suo talento dopo Evelina e le fate, finalista del Premio Calvino 2012.
Il tempo bambino è un romanzo delicato e crudo che rivela vari aspetti drammatici dell’esistenza del protagonista. “Dove si nasconde il tempo?” chiede una bambina di sette anni, ma soprattuto ci si interroga su come questo venga percepito, vissuto, misurato. Il protagonista, appunto, aggiusta orologi, l’unico che non riesce ad aggiustare è quello della sua vita, quel tempo bambino che tanto cerca e che gli è stato negato. Un’infanzia non vissuta, una madre che non l’ha mai accettato e il cui pensiero continua a tormentarlo nonostante sia morta.
La Baldelli scava nei meccanismi perversi che possono portare un uomo quasi alla pedofilia, paradossalmente però, ce lo fa percepire come una vittima più che un carnefice. Mr. Giovedì infatti è buono, cerca solo di colmare quel vuoto dell’infanzia che non ha avuto, cerca di non essere quel “piscialletto”, come lo canzonava la madre.
Nato da una violenza, è stato a sua volta umiliato “non sarà mai un ometto”, si sentiva dire, non intrattiene rapporti interpersonali, si trascura dentro le sue quattro mura. Aggiustare orologi è la speranza di poter tornare indietro e voler rimediare ai danni subiti, dimostrare alla madre che può farcela da solo, imparare a relazionarsi con l’altro sesso senza più sentirsi irrimediabilmente attratto dalle bambine.
Regina corre veloce incontro ai giorni sperando di crescere in fretta, i due insieme ripareranno un orologio incontrandosi in quel modo in un istante di eternità. Possiamo immaginarli ancora lì, a esprimere loro stessi, in quel punto di scambio dei binari, uno che corre verso la maturità, l’altro calamitato indietro verso il tempo bambino.