
Edito da Fazi Editore
(Sì, Giorgio, col cavolo che te lo dedico)
«Che io sappia, Valerio controlla sempre la posta. Ed è risaputo che legge tutti i manoscritti che gli arrivano».
«I miei no», gli assicuro.
«Come puoi dirlo?».
«Perché sono bellissimi e, se li avesse letti, li avrebbe già pubblicati tutti, a quest’ora».
Questo è il mondo di Edgarda Solfanelli, un’aspirante scrittrice che si lancia in mille peripezie pur di ottenere i nomi giusti per pubblicare il suo “capolavoro”. Sì, un capolavoro che ancora non ha scritto, ma l’importante è trovare l’editore adatto, meglio se uno belloccio come Valerio La Sorte, perché “Non importa cosa vendi. Se vuoi scrivere ti vendi e basta”.
Crune d’aghi per cammelli di Maria Silvia Avanzato, è un romanzo cinico a dismisura che ironizza sul mondo degli esordienti, ma non manca di tirare qualche frecciatina anche agli editori improvvisati. I nomi di questi, infatti, inneggiano all’ilarità, come Edizioni Zumpatrilla, Casa Editrice Beipandori o www.iotelostampo.it.
La protagonista cercherà insistentemente di essere al posto giusto nel momento giusto, di partecipare a presentazioni, ritrovi, di conoscere personalità del mondo editoriale che possano aiutarla. Di fatto, ha già una pubblicazione alle spalle, di cui preferisce non parlare, si tratta di Winnie il coniglio cagone.
Basta poco, veramente un nulla, per farla sentire la scrittrice che sogna di essere, tanto che, rivolgendosi ai lettori, afferma: “Adesso sono così in alto, ma così in alto che non so nemmeno più se ho ancora voglia di parlare con voi.”
Un libro divertente che si legge tutto d’un fiato. La leggerezza con cui strappa sorrisi, però, cela un retrogusto amaro che porta a una riflessione più profonda. La presa in giro dell’esordiente odierno che smania per essere considerato e che spesso, a torto, si sente la rivelazione dell’anno, denota la grande necessità di comunicare. Una necessità che passa dai social network, quando leggiamo per esempio “sono sull’autobus”, ok e chissene, che passa nell’invio frenetico di sms da una stanza all’altra della stessa casa, nell’esplosione dei blog, nel passare dietro alle telecamere per rivedersi in tv. Questa è la voglia di esistere, sopra ogni cosa. Se non comunichi che sei sull’autobus non esisti, se non ritiri il certificato di visita a Capo Nord è come se tu non ci fossi mai stato, se non hai l’autografo del personaggio famoso, non l’hai mai visto. È tutto un agire per esistere agli occhi degli altri. Un pezzo di carta per legittimare chi sei e cosa fai.
L’esordiente, parimenti, una volta che si è messo a scrivere vuole essere pubblicato, perché quello che ha da dire deve essere ascoltato da tutti. Ecco un altro problema, si parla ma non si ascolta, si scrive ma non si legge. Il meccanismo si inceppa da qualche parte.
Crune d’aghi per cammelli, in questo senso è esemplificativo di una situazione sempre più allarmante in cui non si basta più a se stessi e si sente il bisogno di affermarci, in un modo o nell’altro. E, come sostiene Edgarda, “se non ti viene in mente niente, attingi liberamente dai cazzi altrui.”
Info sull’autrice http://msa1985.wix.com/silviaprova#!__home
Noemi Neri: consulenzaletteraria@libero.it