Home Cinema Serie TV I medici. La serie televisiva. Un’occasione perduta

I medici. La serie televisiva. Un’occasione perduta

La deludente serie televisiva “I Medici, signori di Firenze” per la regia di Sergio Mimica-Gezzan prodotta da Lux Vide andata in onda su Rai Uno.

Martedì 18 ottobre 2016 dopo la grande aspettativa mediatica creata nei telespettatori e negli gli amanti della storia, sono andate in onda le prime puntante della serie,  “I Medici, signori di Firenze”.

Attraverso questa serie si vuole far conoscere una delle famiglie tra le più importanti d’Europa a cavallo dei secoli che vanno dal XIV al XVIII e, capaci grazie alla loro astuzia politica unita  alla sconfinata ricchezza frutto di una gestione oculatissima del Banco Mediceo, furono loro ad inventare la registrazione a partita doppia, di dominare nell’ombra prima le sorti di Firenze poi dell’Italia ed infine dell’Europa stessa, basti pensare ai due Papi Medici ed alle due regine come Caterina e Maria.

La serie si dipana all’inizio narrando le vicende di quello che può essere indicato come l’iniziatore delle fortune medicee, quel Giovanni di Bicci, umile mercante di lana divenuto in seguito ricco grazie alle speculazioni bancarie ed interpretato dal grande Dustin Hoffman, attore di fama mondiale, ma che nei panni del Bicci ci appare goffo ed impacciato al cospetto del personaggio interpretato in quanto spesso si nota una certa superficialità nella sua interpretazione come se non sapesse di cosa parla.

 Medici, signori di Firenze

La parentesi dedicata a Giovanni di Bicci cessa nel momento in cui muore avvelenato dopo aver mangiato uva in una delle sue vigne.

Da questo momento si apre una spy story, tipica di ogni serie, basti pensare alla ormai quasi leggendaria serie di “Trono di spade “, con la famiglia de’ Medici impegnata a cercare di scoprire ad ogni costo i mandanti di tale efferato delitto attraverso i vicoli e i palazzi Fiorentini.

Il richiamo alla saga “Trono di spade“ non poteva mancare per una serie che a mio avviso vuole ispirarvisi: infatti il protagonista dei Medici quel Cosimo il Vecchio viene interpretato dall’attore Richard Madden, indimenticato principe di grande inverno e futuro re del Nord nel Trono di spade.

Di certo non ci potevamo aspettare un preciso documentario storico, risultano esserci errori storici e palesi anacronismi artistici oltre ad inesattezze che difficilmente non si possono notare.

Un primo esempio, chiaro per lo più agli addetti ai lavori, è dato dall’affresco che si intravede in una scena dove i due fratelli Cosimo e Lorenzo de’ Medici, da non confondersi con quel Lorenzo che sarà definito Magnifico, sono impegnati in una discussione nei loro alloggi: siamo nella Firenze del 1429 e l’affresco rappresentato è quello di “Venere e Marte al bagno”, che realizzato da Giulio Romano nel 1526 si trova nella Camera di Psiche dentro Palazzo Te a Mantova e non a Firenze.

 

Altro errore gravissimo è quello dell’inizio del cantiere per la costruzione della cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore.

Un quasi grottesco Brunelleschi interpretato da Alessandro Preziosi fa la sua comparsa sulla scena, siamo nel 1429 nella serie, in verità la realizzazione della cupola è prima preceduta da un concorso pubblico, così come era prassi e, bandito dall’Opera del Duomo nel 1418 al quale partecipò lo stesso Filippo Brunelleschi che dopo averlo vinto grazie al suo progetto ispirato al Pantheon di Roma, darà inizio al cantiere solo nel 1420 , data che secondo alcuni studiosi coinciderebbe con l’inizio del rinascimento per quanto riguarda l’architettura, data quindi estremamente importante.

Gli episodi continuano con la messa in luce dei vari personaggi della serie, con quel Cosimo giovane dall’animo artistico: lo vediamo a Roma ammirare le opere dei grandi artisti ed impegnato lui stesso a realizzare bozzetti a carboncini.

Cosimo de’ Medici diede incarico a Marsilio Ficino nel 1462 di fondare L’Accademia neoplatonica a Firenze, nella Villa medicea di Careggi. Ed è a Roma che farà l’incontro con Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello.

Nella puntata si vede, infatti, come Donatello conduca il giovane Cosimo nella sua bottega romana, dove incontrerà e s’innamorerà della bella Bianca, modella lavandaia che per ragioni di convenienza quel Giovanni di Bicci corrompe per farla uscire dalla vita del giovane rampollo, perché ormai promesso sposo della Contessina Bardi, matrimonio di convenienza per elevare gli umili mercanti di Lana al rango nobiliare. La contessina Bardi che diverrà la futura nonna di quel Lorenzo definito il magnifico.

Anche in questo caso si verifica un grande errore ed anche in questo caso la ricostruzione storica non risulta coerente con i fatti storici.

I rampolli Lorenzo e Cosimo durante l’episodio vengono inviati a Roma per influenzare la curia romana ad eleggere come papa il cardinal Baldassarre Cossa, gradito alla stessa famiglia attraverso giochi disonesti e corruzioni.

La realtà storica però contraddice ancora una volta quella televisiva: nella realtà i giochetti avvennero prima con il concilio di Pisa nel 1409 e successivamente dopo la morte di Alessandro V (3 maggio 1410) il Cossa venne eletto papa il 17 maggio 1410 da diciassette cardinali, al termine di un conclave tenutosi a Bologna e durato solo tre giorni, quindi no a Roma, ed i Medici divennero i banchieri del Papa.

La serie quindi come tutte le saghe costruite per fare cassa e spettatori si può considerare solo come una soap-opera moderna che appassiona attraverso gli intrighi ed i giochi di potere tra famiglie nobili, vedi la rivalità con quel Rinaldo Albizi, rampollo di una delle più nobili famiglie fiorentine che si accanisce con tutti i sui mezzi alla distruzione dei suoi rivali.

Le lotte, che tanto appassionano gli amanti delle serie fantasy – storiche, avvengono anche in seno alla stessa famiglia de’ Medici.

La mamma di Cosimo e Lorenzo de’ Medici appare inacidita nei confronti di Cosimo solo per il fatto che da fanciullo non fosse riuscito a salvare il fratello gemello Damiano dalla morte. La condanna ed il rancore accompagneranno la mamma fin sul letto di morte condizionando la vita e il carattere del protagonista

La regia curata da Sergio Mimica-Gezzan (lo ricordiamo come assistente-regista a film come “Salvate il soldato Ryan” e “Minority Report”) appare troppo confezionata, troppo pulita, priva di “eccessi”.

Il colore delle scene all’aperto è troppo luminoso e pulito per la Firenze del XV sec., tempi questi di sporcizia, di peste, malattie varie e di patiboli pubblici. Le strade fiorentine ed i pochi monumenti ci appaiono pulitissimi, candidi come appena usciti dal bucato.

Per le scene d’interno invece si nota un luce spesso buia con quel ocra lume di candela tipico di film gialli-horror di tempi ormai andati.

Anche i costumi sembrano comprati in un centro commerciale, spesso banali ed in taluni casi dozzinali, basti vedere le scene durante la peste nei pressi del duomo.

Guardando le prime puntante e gli attori coinvolti, l’impressione è quella di trovarci davanti ad una produzione da grande serie hollywoodiana: ma purtroppo non è così.

La sensazione è quella di un non finito, di un abbozzo che solo attraverso una maggiore attenzione nei confronti dei particolari e di una maggiore ricerca della verità avrebbe permesso di realizzare un documento unico rendendo giustizia e gloria ad una delle famiglie più geniali ed innovative per la politica, l’arte e la cultura prima dell’Italia e poi dell’Europa.

Forse chiedo troppo, forse sono troppo critico, forse è solo quello che i tempi attuali ed il pubblico attuale richiede, momenti storici, i nostri, lontani dalla Firenze di Leonardo, Donatello, Michelangelo, Machiavelli e dell’Italia rinascimentale.

Conclusioni

Regia: 2,5 mi aspettavo di più nei confronti del pluripremiato assistente regista del “Salvate il Soldato Ryan “ il quale si limita a svolgere solo un compitino a regola d’arte dove tutto risulta semplice e troppo pulito. L’effetto flashback utile a comprendere gli eventi ma per niente originale. Non un taglio, o una ripresa emozionante.

Attori: 3 anche in questo caso gli attori sembrano recitare con il copione in mano, come se fosse la prova generale prima del grande spettacolo. Risultano essere sempre sotto tono. Banali

Sceneggiatura: 2 gli sceneggiatori hanno ripreso eventi e personaggi storici di uno dei periodi più fecondi dell’umanità, riuscendo a rendendoli privi di sapore non trasmettendo forza. Hanno ricreato una soap opera rinascimental- contemporanea che ti appassiona solo nel vedere come va a finire.

Fotografia: 2 banale considerando che le scene sono state girate in uno dei contesti più particolari e belli del mondo, Firenze e la Toscana.

Effetti speciali: 3 quasi assenti, li abbiamo solamente per la cupola di Santa Maria del Fiore che risulta in fase di costruzione. L’effetto che si vede ci appare buono.

Costumi: 2 in un film storico i costumi sono fondamentali, ma nella serie ci appaiono scarsi e grossolani, quasi confezionati in serie da un grande outlet o supermercato.

Colonna sonora: 4.5 una nota positiva è la colonna sonora Renaissance, cantata dalla voce sinuosa e decisa di Skin

1 COMMENTO

  1. Ottima critica. …ma Contessina nonna di Lorenzo si chiamava proprio così. Contessina de’Bardi, non era un contessa !!!! Lorenzo stesso mise nome alla sua ultima figlia il nome di Contessina.

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