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Mameli, il ragazzo che sognò l’Italia, la fiction Rai fra polemica e novità

Criticata da puristi del Risorgimento e storici della tv, il prodotto Rai stupisce invece per originalità.

"Mameli il ragazzo che sognò l'Italia" in onda su Rai 1 il 12 e 13 febbraio 2024.

Il 12 e 13 febbraio 2024 su Rai Uno è andata in onda la fiction in due puntate: “Mameli, il ragazzo che sognò l’Italia”, un prodotto della Pepito Produzioni in collaborazione con Rai Fiction e il Ministero della Cultura. Accolta anche con grande interesse dalla Presidenza della Repubblica, che ha ospitato il cast in occasione del lancio televisivo, ha catturato da subito la mia attenzione. Anzitutto per la scelta di raccontare un personaggio come Goffredo Mameli che, come ha sottolineato Aldo Grasso nella sua recente critica alla fiction, è una figura “minore” del Risorgimento. Questa scelta è stata appunto criticata da Grasso e diversi altri, assieme alla versione un po’ da “rock star” concessa a Mameli e a qualche aspetto da melodramma forse, non troppo rispettoso della veridicità storica.

In realtà spesso proprio i personaggi cosiddetti “minori” riescono a catturare l’immaginario collettivo, più dei nomi stampati a grandi lettere sui libri di scuola. Penso ad esempio a un personaggio come Ciceruacchio, alias Angelo Brunetti, già reso celebre da un immenso Nino Manfredi in quel capolavoro di In nome del popolo sovrano, che assieme agli altri due film di Magni sull’800 italiano, rappresenta una perla del nostro cinema. Brunetti che vanta un’imponente statua al Gianicolo e un certo numero di vie dedicate in tutt’Italia, fu uno degli animatori della Repubblica Romana, ma personaggio tutt’ora sconosciuto ai più. Nella trasposizione Rai lo interpreta un bravissimo Ricky Memphis, che fra l’altro, guardando le immagini storiche, vanta pure una certa somiglianza col Brunetti. Dunque la critica a proposito della scelta di raccontare personaggi minori, mi risulta deboluccia.

Seconda “sparata”, giusto per restare in tema risorgimentale, sul Mameli interpretato da Riccardo De Rinaldis il fatto di averlo reso una specie di pop-star quasi sulla falsariga sanremese, che firma autografi in giro come un divo, per aver creato il “Canto degli italiani” destinato a divenire il nostro inno nazionale. Già l’inno, quello che ancora oggi in molti dicono dovesse essere l’aria del Nabucco e che i calciatori qualche anno fa non sapevano ancora cantare.

La scelta di mettere in campo un personaggio legato a questo simbolo italiano, dal mio punto di vista invece è proprio vincente e forse è riuscito a riconciliare certe generazioni con tutto l’apparato storico “Risorgimento”. Da amante dell’opera, anche io avevo poca simpatia per il canto mameliano, anche io avrei preferito forse il Va’ pensiero, ma questa fiction così esplosiva anche dal punto di vista cromatico (tanto di cappello ai costumi di Roberto Chiocchi), è riuscita a rappacificarmi col giudizio da “cosa vecchia” e scolastica, con cui avevo vissuto le figure dei patrioti in gioventù.

Il Cast di "Mameli il ragazzo che sognò l'Italia".
Il cast di “Mameli, il ragazzo che sognò l’Italia”.

Qualcuno ha scritto che c’è del melò da teen-costume/drama all’americana, forse, ma che importa? Si racconta la storia di un giovanissimo patriota, interpretato da un attore praticamente quasi coetaneo che ci restituisce sì l’ingenuità, ma anche la forza prorompente di quella gioventù. L’Italia dopotutto l’hanno fatta davvero una manciata di giovani patrioti che inseguirono ostinati e folli un ideale di libertà. Oggi ci sembra tutto così lontano, impalpabile e scontato, ma rimettere in prima linea un personaggio come Mameli, ci offre invece l’opportunità di rivivere un momento della nostra storia recente che ha di fatto creato il contesto in cui viviamo oggi.

Un contesto plasmato da un drappello di ventenni, fra studenti e povera gente, partiti come volontari da Genova per riunire quell’Italia spaccata, fra austriaci a nord, Borboni in Sicilia, Savoia in Sardegna e in capitale Pio IX, ultimo papa Re, destinato a scontrarsi con la Repubblica Romana, durante la quale fra l’altro fu proposto il voto delle donne. Era il 1849. Quello concreto sarebbe arrivato poco meno di cent’anni dopo. A proposito di donne, brave anche le interpreti femminili Barbara Venturato nei panni di Geronima Ferretti, primo amore di Mameli e Chiara Celotto, interprete della “pasionaria” Adele, nella fiction combattente proprio per i diritti civili delle donne.

È una scrittura originale e audace quella di Antonio Antonelli e Michela Straniero, che in accordo con la regia luminosa di Luca Lucini e Ago Panini, ci regala un pezzo di Risorgimento finalmente “cool”. Sì lo scrivo senza remore e anzi entusiasta di questa piega “pop” che nulla toglie alla veridicità storica essenziale e semmai gioca sul non conosciuto, terreno sul quale dopotutto è anche lecito aprire spiragli creativi. Non si sa molto della vita di Mameli, ma la versione proposta nella fiction piace per questo taglio volutamente moderno. I dati auditel hanno premiato il prime time del prodotto Rai in entrambe le serate, scalzando reality e perfino la Champions, basta forse questo dato a comprendere che l’operazione, aldilà di polemiche e sentenze puriste, abbia funzionato.

Naturalmente la scelta degli attori è stata fondamentale, presente grandi attori come Ward (sempre perfetto nel ruolo del villain), Marcorè, Pasino, Lastrico, Mascino, solo per citarne alcuni. Poi il gruppo di giovani patrioti fra cui Giovanni Crozza Signoris (Carli Repetto), Riccardo Maria Manera (Stefano Castagnola) Domenico Pinelli (Gerolamo Boccardo), Marco Gualco (Giacomo Parodi), Gianluca Zaccaria (Francesco Castiglione). Menzione speciale per la vera star del racconto: Amedeo Gullà nei panni di un Nino Bixio avventuriero, spavaldo e irresistibile, vero perno su cui si regge l’intera trama. Fra parentesi, una bella fiction pure sul controversissimo Bixio mica male! E per restare in tema di “controversi”, mancherebbero all’appello filmico pure un paio di biopic su Giolitti e Cavour, quest’ultimo portato in tv l’ultima volta con lo sceneggiato diretto da Piero Schivazappa.

Insomma aperte le danze e il mood “restaurativo”, così per restare in tema di battaglie e novità per i prossimi prodotti Rai, al grido di “viva la Re(vo)nova(lu)ción!”.

PANORAMICA RECENSIONE
Sceneggiatura
Regia
Attori
Musica
Scene e costumi
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mameli-il-ragazzo-che-sogno-litalia-la-fiction-rai-fra-polemica-e-novita"Mameli, il ragazzo che sognò l'Italia" <br>Soggetto: Antonio Antonelli <br>Sceneggiatura: Antonio Antonelli e Michela Straniero <br>Regia di Luca Lucini e Ago Panini <br>Con: Riccardo De Rinaldis (Goffredo Mameli), Amedeo Gullà (Nino Bixio), Neri Marcorè (Giorgio Mameli), Giovanni Crozza Signoris (Carli Repetto), Riccardo Maria Manera (Stefano Castagnola), Chiara Celotto (Adele Baroffio), Maurizio Lastrico (Giuseppe Garibaldi), Pier Luigi Pasino (Giuseppe Mazzini), Ricky Memphis (Ciceruacchio), Isabella Briganti (Adelaide Zoagli Mameli), Sebastiano Somma (Generale Modane), Susy Del Giudice (Bianca Rebizzo), Lucia Mascino (Luisa Ferretti), Luca Ward (Padre Sinaldi), Barbara Venturato (Geronima Ferretti), Domenico Pinelli (Gerolamo Boccardo), Marco Gualco (Giacomo Parodi), Gianluca Zaccaria (Francesco Castiglione). <br>Produzione: Pepito Produzioni in collaborazione con Rai Fiction, con il sostegno del Ministero della Cultura - Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

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