[rating=4] Eddie Mannix (Josh Brolin) ha un ruolo fondamentale all’interno della Capitol Pictures: oltre a gestire gli aspetti produttivi e organizzativi dello studio, si occupa, in modo non proprio trasparente, di tutte quelle problematiche interne e personali delle sue star, così da scongiurare ogni tipo di scandalo.
Dovrà procurare un marito a un’attrice che aspetta un figlio da un uomo sposato, o combinare una relazione fittizia tra due giovani attori per distogliere l’attenzione dei media da problemi molto più gravi.
Il peggiore ostacolo, infatti, si presenta con il rapimento, da parte di un gruppo di sceneggiatori comunisti, di Baird Withlock (George Clooney), star viziata e non troppo intelligente del kolossal religioso Ave, Cesare!, film di punta della Capitol.
Intorno a questo episodio ruotano le vicende che si sviluppano negli altri set, in cui grandi nomi del nostro cinema internazionale regalano interpretazioni deliziose seppur brevi, come il doppio ruolo di Tilda Swinton, che veste i panni di due giornaliste gemelle in competizione tra loro, Thora e Tessaly Thacker, o ancora la meravigliosa Frances McDormand, la montatrice C.C. Calhoun. Sullo schermo sfilano i più disparati generi cinematografici degli anni Cinquanta, dalle esibizioni in acqua della tutt’altro che raffinata DeeAnna Moran, una bellissima Scarlett Johansson, al musical, con le coreografie sessualmente ambigue dei marinai, guidati da Burt Gurney (Channing Tatum), fino alla commedia sofisticata di Laurence Lorenz (Ralph Fiennes), a cui viene affidato, per il ruolo da protagonista, Hobie Doyle (Alden Ehrenreich), stella del western, abilissimo con il lazo, ma assolutamente incapace a recitare.
Josh Brolin delinea la figura di un uomo conteso tra la vita familiare e la fabbrica di soldi in cui regna il caos: una nuova proposta di lavoro, la prospettiva di una vita tranquilla e dignitosa faranno nascere in lui il desiderio di abbandonare tutto, ma riuscirà veramente a rinunciare al chiassoso mondo di Hollywood?
Un film, quello dei Coen, che da un lato rivela i lati più torbidi del sistema degli studios, combinando perfettamente la comicità esilarante e i toni misteriosi del noir, e dall’altro rappresenta una vera celebrazione della storia del cinema, con una fotografia – firmata da Roger Deakins – che ne esalta luci e colori, ricreando quell’atmosfera magica e sognante, lontana ma mai dimenticata.