« Vi è, non molto lontano dalla Sardegna, un’isola chiamata (…) Corsica. Da quest’isola una non piccola parte della spedizione venne in Sardegna ed ora dimorano nella stessa regione riservando per loro conto una parte delle montagne: dagli indigeni della Sardegna pertanto, costoro vengono chiamati corsi dal nome della loro patria. I cartaginesi (…) sottomisero tutti coloro che si trovavano in Sardegna ad eccezione degli iliesi e dei corsi, per i quali fu sufficiente la protezione delle montagne per non essere asserviti. (…) Degli alleati cartaginesi’ quelli che erano africani o iberici, (…), allorché vennero in contrasto, disertando abitarono anch’essi nei luoghi alti dell’isola. Costoro vengono chiamati bálari’ nella lingua dei corsi: e perciò i corsi chiamano bálari gli esuli. Queste dunque le popolazioni che occuparono la Sardegna e che, insediandovisi, in questo modo se la dividono. »
(Pausania, Viaggio in Grecia, libro 10 cap. 17, metà II secolo d.C.)
La Gallura comprende la parte nord-orientale della Sardegna, dal fiume Coghinas che la delimita a ovest, passando poi per il massiccio del Limbara, che ne delimita la parte meridionale, fino al massiccio del monte Nieddu a sudest, nel comune di San Teodoro. Il territorio gallurese include anche la rinomata Costa Smeralda in comune di Arzachena, sulla costa orientale. La Gallura con la sua impalcatura granitica definisce scenari naturalistici e panorami di estrema bellezza paesaggistica. Una dominante ambientale che lascia spazio alle peculiari e differenziate produzioni di nicchia sulle quali si basava l’insediamento sparso degli stazzi. Abitata fin dal Neolitico, nel corso dei secoli questa terra ha visto l’arrivo di molte popolazioni che hanno via via affinato i sistemi di allevamento della vite. E’ con l’avvento dei giudicati però che la viticoltura conosce un progresso decisivo. In quello di Gallura dominano i Visconti, sul cui vessillo di battaglia campeggiava un gallo, oggi simbolo della Cantina Gallura (dal 1956). Nel XIV secolo Tempio Pausania diventa un centro importante sopratutto per la posizione geografica. Sotto il dominio aragonese, la città conosce un momento di grande sviluppo e nei primi dell’Ottocento ottiene la classifica di Municipio e Diocesi. Sempre in questo periodo pare sia giunto dalla Corsica, dopo un lungo viaggio attraverso Spagna, Francia e Liguria, il vitigno del vermentino che nel volgere di duecento anni diventerà un vino di grande pregio, motivo di orgoglio per la Gallura, suo habitat ideale. Il Vermentino ha trovato la culla nel territorio della Gallura e di questa è il messaggero, testimone di antiche civiltà e dei suoi valori, simbolo di qualità e sostenibilità.
Cantine Gallura. Una bella realtà cooperativa con 135 soci di Tempio Pausania, con 350 ettari vitati e 1.300.000 bottiglie circa di produzione. I bianchi sono il fiore all’occhiello della cantina: in praticamente tutte le guide troverete il super premiato Genesi.
A Tempio Pausania, ai piedi del Limbara, la cantina Gallura ha raccolto in se la secolare tradizione dei viticoltori dell’alta Gallura, già noti nell’ottocento anche oltre i confini isolani per la produzione di un moscato di eccellenza.
I rigorosi sistemi di selezione, i moderni processi di vinificazione e di affinamento in botte o in barrique, danno vita a vini di alto livello qualitativo con caratteristiche organolettiche in sintonia con l’evoluzione del gusto e le esigenze dei consumatori.
Punta di diamante della Cantina è il “Vermentino di Gallura”, unico vino in Sardegna a essere insignito, dal 1996, dell’ambita Denominazione di Origine Controllata e Garantita. I cinque tipi prodotti Canayli e Genesi (nella tipologia Superiore), Piras, Gemellae e Mavriana, tutti di eccellente livello, sono frutto delle più avanzate tecnologie: vini che hanno ottenuto numerosi premi e riconoscimenti in ambito nazionale e internazionale. Accanto alle cultivars autoctone, Vermentino, Cannonau, Moscato, Pascale, Caricagiola, i soci della Cantina “Gallura” coltivano il “Nebbiolo”, vitigno quest’ultimo importato dal Piemonte nel 1700. Dalla vinificazione di queste uve si ottengono tre vini di qualità, Karana, Dolmen e il novello Luna Nova che in breve tempo si sono imposti all’attenzione del pubblico e della critica.
Canayli Vermentino di Gallura a Denominazione di Origine Controllata e Garantita SUPERIORE 2010.
Vermentino la cui provenienza deriva dalla vallata di San Leonardo in agro di Luras, Calangianus; come produzione si ha una resa di 60-70 quintali per ettaro. Suolo di composizione granitico è di limitata profondità ma ricco di scheletro costituito da sabbione granitico in degradazione, sciolto, acido, povero di sostanze nutritive. Il vermentino, va da sè, è il principe dei vini bianchi sardi. Quello di Gallura docg si produce nell’intero territorio della nuova provincia di Olbia-Tempio, più qualche paese delle province di Sassari e Nuoro. Il disciplinare prevede una quantità di uva vermentino non inferiore al 95% a cui possono essere aggiunte minime quantità di altri vitigni non aromatici a bacca bianca. Il Canayli è vermentino al 100%, maturato in cantina per 4-6 mesi. Il clima dove vive è mediterraneo, con piovosità media in primavera ed autunno, estati lunghe, calde e ventilate, forti escursioni termiche. La vendemmia è tradizionale e manuale. La vinificazione è in bianco. Maturazione avviene in cantina 4-6 mesi. Temperatura di servizio 10-12 °C in un calice slanciato di buona ampiezza. L’annata 2010 del Cnayli ha ricevuto i seguenti riconoscimenti: Diploma e Medaglia al 39° Concorso Nazionale Vini – Douja d’Or – Asti – 2011; Diploma di Merito al 12° Selezione Nazionale Vini da Pesce – Ancona – 2011, Diploma di Medaglia d’Oro al 50° Concorso Nazionale Vini – Pramaggiore (VE) – 2011, Diploma di Gran Menzione al 45° Vinitaly Concorso Internazionale – Verona – 2011.
La “descrizione” di Elisa
Preludio all’arrivo della primavera e con essa i profumi e il calore della bella stagione, suggerisco la degustazione di Canayli Vermentino di Gallura DOCG SUPERIORE 2010. Ottimo il rapporto qualità prezzo e la sua facile reperibilità. Il colore è il tipico giallo paglierino del vermentino, in questo caso particolarmente intenso con riflessi dorati, brillante. Al naso profumi ampi e intensi, sentori fruttati, soprattutto di frutta esotica, ma anche sentori vegetali che rimandano a peperone verde ed erbe aromatiche. Aromi dolci non invadenti, abbastanza armonici fra di loro. In bocca è secco, possiede una vivace freschezza, caldo e con una spiccata sapidità che sovrasta un po’ sul tutto. Nel complesso ha una buona struttura, ha una sua particolare eleganza e finezza. Sul finale un amarognolo gradevole che resta in bocca. Nel complesso un vino piacevole, gradevole e fresco. Ottimo per aperitivi, come abbinamento con risotto ai frutti di mare, pesce arrosto, formaggio pecorino sardo Dop dolce ma per la sua consistenza abbinabile anche a carni bianche.
Colore: giallo paglierino intenso con riflessi dorati, brillante.
Profumo: intenso, note di frutta esotica, note vegetali
Gusto: secco, fresco, caldo, abbastanza morbido e sapido.
Abbinamento ideale: risotto ai frutti di mare, pesce arrosto, carni bianche, pecorino sardo Dop dolce
Riconoscimento di Elisa: [rating=2]
Selvaggia ed elegante l’anima del vermentino di Gallura Canayli, componenti che rimandano alle sue alla sua isola di appartenenza. In questo vermentino si assaporano i profumi e i sapori della Sardegna, dell’entroterra, del suo mare. Degustazione ideale: in primavera, in un chiostro circondato da alberi da frutto sognando l’estate che sta arrivando e perchè no, future vacanze in terra sarda!