Home Teatro L’Amantide – Love macht frei, quando l’amore diventa volontà di dominio

L’Amantide – Love macht frei, quando l’amore diventa volontà di dominio

[rating=4] Si sa, molto spesso il menage coniugale non è quel che si dice un tappeto di rose, anzi a volte è proprio un letto di spine….. In certe (parecchie, forse) unioni matrimoniali amore fa rima con dolore, il dolore del possesso e della volontà di dominare il partner. Nel suo atto unico La moglie a cavallo, scritto nel 1959, Goffredo Parise tratteggiò in modo deliziosamente grottesco e paradossale un matrimonio di questo tipo, nel quale la vita di coppia si fa gioco morboso e si tramuta in una spietata dialettica servo-padrone: Glauco e Romana sono sposati solo da poche ore, il loro rapporto sembrerebbe essere un romantico idillio, ma a un certo punto Romana fa una strana richiesta a Glauco, gli chiede di essere presa in braccio e portata in bagno… Per il povero Glauco è l’inizio della fine, con il passare dei giorni la dolce e remissiva Romana si trasforma progressivamente in una terribile virago il cui unico scopo nella vita è cavalcare (letteralmente!) il proprio marito, con tanto di morso, redini e frustino. I ragazzi di Malabranca Teatro hanno avuto il merito di recuperare questa opera dello scrittore veneto e di trarne il loro spettacolo L’Amantide – Love macht frei, andato in scena nei giorni scorsi presso la Sala Cutu di Perugia, nell’ambito della stagione teatrale Indizi organizzata dall’Associazione Culturale Teatro di Sacco.

Malabranca Teatro è una giovane (è nata nel 2013) e interessante compagnia teatrale umbra formata da quattro attori – Giodo Agrusta, Cristina Daniele, Daniele Menghini, Ludovico Röhl – che si sono diplomati presso la Scuola di Teatro Mumos di Terni, diretta da Gastone Moschin; il loro lavoro si fonda sull’analisi del rapporto che si instaura in scena tra parola e immagine, tra testo e messinscena, prendendo necessariamente in esame il ruolo che l’attore, nel suo essere corpo, voce e gesto, ricopre all’interno dell’azione scenica.

La versione dell’opera di Parise proposta da Malabranca Teatro con L’Amantide – Love macht frei – che qualche mese fa si è aggiudicato il Premio della Critica al Festival Direction Under 30, che si svolge annualmente presso il Teatro Sociale di Gualtieri (Reggio Emilia) – è assolutamente pregevole. Il testo originale, sostanzialmente rispettato, è stato arricchito con una serie di battute (scritte da Giodo Agrusta) che suggeriscono agli spettatori i motivi profondi che spingono Romana a comportarsi in modo così strambo. E proprio il personaggio di Romana è stato sottoposto a un lavoro di riscrittura davvero ben riuscito: nella prima parte dello spettacolo – quando non è ancora diventata moglie “cavallerizza” e prevaricatrice – Romana è interpretata da un’attrice, che lascia il posto a un attore dal momento in cui prende definitivamente piede la violenta e mascolina volontà di dominio di Romana, sottolineata da un costume nero un po’ BDSM che unisce una gonna a una giacca da divisa nazista (con questa doppia interpretazione femminile-maschile del personaggio, la “trasformazione” che subisce la bizzarra sposina viene rappresentata in modo molto efficace).

L'Amantide - Love macht frei

Tutti bravi i quattro attori in scena: Daniele Menghini (anche regista dello spettacolo) è ottimo nei panni dell’imbelle Glauco, irresoluto e incapace di troncare il malsano rapporto di dipendenza che lo lega alla moglie; Cristina Daniele e Ludovico Röhl danno vita insieme a una memorabile Romana, pacata mogliettina che assume presto le sembianze di una demoniaca dominatrix; Giodo Agrusta è spassosissimo nei panni femminili della madre di Romana. Meritano di essere menzionate anche le scene vagamente surreali ideate da Daniele Menghini e realizzate da Manuel Menghini, con due sedie altissime e un tavolo inclinato a mo’ di scivolo sui quali gli attori si inerpicano e agiscono, e la colonna sonora, che mescola la voce inconfondibile di Edith Piaf con il metal dei Rammstein e le canzonette di Nicola di Bari e Adriano Celentano.

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