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Italia mia Italia, Maddalena Crippa e un omaggio non troppo riuscito

[rating=2] Domenica scorsa è andato in scena al Teatro Secci di Terni lo spettacolo Italia mia Italia, in occasione della quarantesima stagione concertistica dell’Associazione Filarmonica Umbra. Italia mia Italia è scritto e interpretato da un nome importante del nostro teatro, quella Maddalena Crippa che, dopo aver debuttato adolescente con Strehler, nella sua carriera ha lavorato con altri grandi protagonisti della regia teatrale come Luca Ronconi, Massimo Castri e il tedesco Peter Stein, che è suo marito e firma la regia di questo spettacolo.

Con Italia mia Italia la Crippa ha voluto rendere omaggio al nostro Paese in un momento storico che – sono parole sue – è «difficile, molto difficile per l’Italia»: questo omaggio consiste in un viaggio essenzialmente musicale lungo il quale l’attrice interpreta alcune delle canzoni più note della musica d’autore italiana, da Sì, viaggiare di Lucio Battisti a Io che amo solo te di Sergio Endrigo, passando per la Canzone del maggio di De André e L’italiano di Toto Cutugno (quest’ultima riarrangiata in chiave fin troppo “kurtweilliana”).

Ma Italia mia Italia non è solo musica: lo spettacolo si apre infatti con la poesia di Giacomo Leopardi All’Italia recitata dalla Crippa (unico momento veramente teatrale di tutto lo spettacolo), e tra una canzone e l’altra la protagonista intrattiene il pubblico con la lettura di brani tratti da La lunga strada di sabbia di Pier Paolo Pasolini, con citazioni di protagonisti della cultura italiana del passato e del presente (come Federico Fellini e il sociologo Franco Cassano, il cui libro Paeninsula. L’Italia da ritrovare ha ispirato l’attrice per la realizzazione di questo spettacolo) e con sue considerazioni sulla situazione che l’Italia sta vivendo in questi tempi così duri, sospesa tra le sue ataviche contraddizioni e le sue incantevoli bellezze.

Sul palcoscenico la Crippa è accompagnata da Massimiliano Gagliardi al pianoforte (che cura anche gli arrangiamenti e la direzione musicale) e dalla Bubbez Orchestra, formata da Massimo De Lorenzi alla chitarra, Ermanno Dodaro al contrabbasso e Rossella Zampiron al violoncello.

Nonostante i buoni propositi che hanno spinto la Crippa a realizzarlo («Italia mia Italia nasce da qui, da questo bisogno di reagire, di rompere l’immobilità rassegnata, il lamento continuo, la visione solo negativa che si ha dall’angolo in cui siamo finiti. Voglio assecondare invece la voglia di spostare il fuoco, per ritrovare un’identità positiva del nostro essere italiani e finalmente riconoscere la fortuna, sì, “la fortuna di vivere adesso questo tempo sbandato” per citare Fossati», ha scritto l’attrice), lo spettacolo è privo di slanci veramente coinvolgenti e commoventi, e qua e là si lascia andare troppo alla nostalgia. Per quanto riguarda poi la performance canora della protagonista, non ha regalato momenti memorabili, anche a causa di un fastidioso raffreddore che l’aveva colpita.

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