
Per la rassegna estiva “Teatro capovolto” del Centro Culturale Santa Chiara, il 19 luglio 2020 è andato in scena in piazza Battisti a Trento “Romanzo d’infanzia”. Lo spettacolo storico della compagnia Abbondanza Bertoni, tradotto e rappresentato in 4 lingue, è stato creato nel 1997 e dopo più di 700 repliche ha riscosso un ottimo successo.
Si tratta di una delicata opera di teatro danza, creata principalmente per i bambini, ma che emoziona e fa riflettere anche gli adulti. Nata da un sodalizio artistico tra Michele Abbondanza, Antonella Bertoni, Bruno Stori (testo) e Letizia Quintavalle (regia e drammaturgia), questa rappresentazione ha spinto coreografi e registi a confrontarsi anche con le proprie esperienze autobiografiche. Lo spettacolo si presenta in modo particolare: ha infatti la struttura di un romanzo, con dei capitoli, una voce narrante e dei momenti di danza che rendono più intense alcune scene.
Le tematiche centrali sono le relazioni tra genitori e figli e, in particolar modo, il rapporto tra bambini, sottolineato dal forte legame che unisce i fratellini Tommaso e Nina, ben interpretati da Michele Abbondanza e Antonella Bertoni. Interessante e ben riuscita è l’interpretazione dei due coreografi che, senza necessità di un cambio di abito, recitano sia i ruoli dei bambini che quelli degli adulti. Durante questa narrazione vengono toccati con leggerezza e semplicità temi profondi, come l’abbandono, il bene, il male, la morte, la ribellione, la fuga e l’amore. Viene evidenziato il contrasto tra la voglia di spensieratezza, “di ballare” tipica dei fanciulli, spesso osteggiata dagli adulti, e la dura realtà. Emblematica a questo proposito è la scena del cimitero: la morte, che solitamente è considerata una questione propria del mondo adulto, colpisce anche i bambini, minando così il loro mondo innocente.
L’opera mira a sensibilizzare il pubblico riguardo al tema del disagio infantile: quanto può costare ai bambini il distacco affettivo e la mancanza di attenzione da parte dei genitori? Quali sono le ferite del corpo e dell’anima impresse su di loro? Alcuni comportamenti messi in scena, come per esempio le percosse, la disattenzione, la mancanza di affetto o l’incapacità di dimostrarlo, hanno lo scopo di sottolineare questo disagio, causa inevitabile di disturbi psicologici e di profonde ferite. Da questa situazione delicata nasce nei due protagonisti il desiderio di fuggire, di ritrovare la propria spensieratezza, simbolicamente ritratta nell’ultima immagine con i bambini che corrono liberi su una spiaggia.
Nonostante siano passati 23 anni dalla prima dello spettacolo e le generazioni siano molto cambiate nel corso degli anni, le tematiche che riguardano l’infanzia e la serenità dei fanciulli sono senza tempo. In una società in cui i bambini spesso impiegano il loro tempo con la tecnologia, è piacevole e necessario coinvolgerli in uno spettacolo che parla direttamente ai loro cuori.