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Robbie Williams, il dominatore del palcoscenico

[rating=5] Il sole cocente, il caldo asfissiante, le ore di attesa estenuanti, la sete e la stanchezza hanno messo a dura prova, sull’asfalto rovente di piazza Napoleone a Lucca, i sedicimila fan di Robbie Williams, ospite della diciottesima edizione del Summer Festival.

Questa era, senza ombra di dubbio, la data più attesa della kermesse (che non ha mai fatto registrare in precedenza questi numeri) dai tanti fan, molti dei quali hanno dormito fin dal giorno prima nella piazza e nelle zone limitrofe per accaparrarsi i primi posti della fila ai tornelli prima degli ingressi all’area del concerto.

La popstar letteralmente infiamma il pubblico presente facendo esplodere la piazza al suo ingresso, quando cellulari, fotocamere e tablet vengono puntati su di lui. E lui non si smentisce né si risparmia: canta, balla, corre da un lato all’altro del palco, ammalia con il suo sguardo ed il suo sorriso, riempie gli occhi e le orecchie dei presenti (in stragrande maggioranza di genere femminile), interagisce col pubblico facendo domande, anche confidenziali, chiede più volte “Come si dice….?”, segno che sta imparando qualche parola d’italiano, per ricambiare l’amore con cui i nostri fan lo seguono da anni, e loro lo hanno anche scritto (Italy loves you) sulle centinaia di fogli che vengono alzati e mostrati all’unisono sulle note di Angels.

In poco più di un’ora e mezzo, con la cresta bionda e il fazzoletto bianco al taschino, interpreta alcuni dei suoi grandi cavalli di battaglia: scatena all’inizio il pubblico con Let me entertain you (che dà il nome al suo tour partito a marzo e che fa tappa in alcuni dei più importanti festival europei), continua con Rock DJ, Come undone, Monsoon, She’s the one; si intenerisce quando, su The road to Mandalay, parte l’annunciata coreografia fatta di palloncini luminosi rossi, ma anche bianchi e verdi in omaggio all’Italia che lo ospita (ricordiamo che già era stato al Rock in Roma il 7 luglio scorso)

Propone anche alcune cover di pezzi famosi ricordando George Michael sulle note di “Freedom”, i Queen con ”Bohemian rapsody” ed una strofa di “We will rock you”, gli Oasis con un accenno “polemico” di “Wonderwal”l, gli U2 (“I still haven’t found what I’m looking for”), si congeda intonando “My way” di Sinatra e duetta teneramente con papà Peter nella sua Better man. Il tutto accompagnato da un accattivante gioco di luci ed illusioni, dalla sapiente maestria di una grande band con sezione di fiati e da quattro eccellenti coristi/ballerini.

Ancora una volta, se mai ce ne fosse stato bisogno, Robbie Williams si rivela dominatore del palcoscenico ed abile entertainer, protagonista indiscusso della scena musicale, instancabile e perfezionista al massimo, proponendo uno spettacolo, forse un po’ troppo breve rispetto ai concerti negli stadi a cui ci ha abituati, ma di ottima qualità e pregevole fattura.

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