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Lino Patruno e Hot Stompers in “Omaggio a Nick La Rocca Cent’anni di jazz”

Una grandissima serata d’atmosfera jazzistica in puro stile New Orleans all'Auditorium Parco della Musica di Roma

Una grandissima serata d’atmosfera jazzistica in puro stile New Orleans quella di giovedì 25 maggio alla sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Non solo per la band, gli Hot Stompers di Gennaro D’Apote, che lo accompagnava sul palco, elegantissimi dietro ai loro leggii ricoperti da grandi pannelli bianchi con il logo della band ben in evidenza che fa tanto Big Band degli anni ’50, ma per il carisma di uno dei più grandi jazzisti italiani di tutti i tempi: Lino Patruno.

Il pubblico, consapevole di aver scelto uno dei concerti jazz più di punta dell’intera programmazione dell’Auditorium, arriva numerosissimo e durante tutto il concerto è in profondo e silenzioso ascolto, sia della musica presentata sul palco che delle parole di Lino Patruno che anticipa ogni brano illustrando racconti relativi alla carriera dello stesso Nick La Rocca e di tanti altri musicisti che hanno fatto parte della sua carriera artistica.

Lino Patruno, classe 1935, non è solo un musicista ma anche cabarettista ed attore, oltre che scrittore di saggi sul jazz e compositore di colonne sonore. Nel 1964 fondò i Gufi con Roberto Brivio, Gianni Magni e Nanni Svampa. Con loro crea brani assurdi e surreali, testi ironici e umoristici come nella migliore tradizione del cabaret francese e quello tedesco.

Lino Patruno ”Cento anni di Jazz” © SpectraFoto

Dopo il loro scioglimento nel 1969 il suo nome è sinonimo di musica jazz: realizzata dischi con i più grandi interpreti internazionali, trasmissioni televisive, dirige festival, scrive colonne sonore, fonda jazz band come la Lino Patruno Jazz Show, oltre ad essere anche attore in Amarcord (Fellini, 1973), diventando popolarissimo per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva di Enzo Tortora Portobello. Scrive libri sul jazz di grande spessore culturale e di importantissima ricerca storica/musicale come “Lino Patruno, una vita in Jazz e non solo”, “Quando il jazz aveva swing” e “Ricomincio da Sud. È qui il futuro d’Italia”. Nel 2011 rappresenta l’Italia al New Orleans Jazz & Heritage Festival, primo musicista del jazz italiano dal 1977. Dopo oltre cinquant’anni di carriera, ha sempre un’energia straordinaria sul palco. I suoi concerti diventano veri e propri “viaggi” nel mondo del jazz e dello swing, da lui tanto amati, i suoi racconti sulla storia di un disco come quella di un particolare momento di vita degli Artisti ai quali si ispira la sua musica diventa un vero spettacolo nello spettacolo.

Il concerto all’Auditorium ne è stata una conferma. Inarrestabile, con un grandissimo desiderio di far conoscere la storia e la carriera di Nick la Rocca al quale il concerto era dedicato, ha raccontato, per più di due ore, alcuni episodi della carriera di questo straordinario musicista e della Original Dixieland Jass Band, dai loro esordi quando addirittura non esisteva ancora la parola Jazz, alla modifica del nome della band (Lino Patruno ha spiegato che questo “Jass” sulle locandine veniva poi strappato per trasformarlo in una parola che in americano significava “sedere” e che il loro discografico pretese di cambiarlo prima in “Jasz” poi nell’attuale “Jazz” e il racconto del loro primo disco della storia del jazz e di quando agli inizi del primo conflitto mondiale venne chiuso il leggendario quartiere Storyville di New Orleans e furono costretti ad emigrare nelle grandi città del nord degli Stati Uniti, portando il jazz non solo in America ma in tutto il mondo intero. Di grande emozione sono anche i racconti sui dischi pubblicati (lo stesso Patruno ne conserva gelosamente alcuni 78 giri originali di alcuni brani ormai introvabili nel mondo intero, essendo un collezionista ormai conosciutissimo dal pubblico jazz) ma anche quelli relativi alla vita e alla carriera di altri musicisti con i quali Nick La Rocca. Come nel caso di Bix Beiderbecke, uno dei più famosi e talentuosi trombettisti jazz del mondo, che ha ispirato lo stesso Lino Patruno a comporre le musiche per un film di Pupi Avati “Bix un’ipotesi leggendaria” e che fu presentato al 44° Festival di Cannes.

Lino Patruno ”Cento anni di Jazz” © SpectraFoto

L’atmosfera del concerto è coinvolgente. Oltre alle parole di Lino Patruno, la musica trasporta il pubblico in un’atmosfera da pieno locale di New Orleans. Sono ormai trascorsi 100 anni dal primo disco della band e da allora il jazz si è trasformato notevolmente in varie scuole, correnti, stili, ma all’ascolto dei brani, eseguiti con grande maestria e talento dai musicisti dell’Hot Stompers, coinvolgono il pubblico presente e lo trasportano davvero in un mondo musicale di grande fascino.

Brani come “Indiana”, “The Darktown Strutter’s Ball” con la voce di Francesca Ciommei, “Original Dixielan One Step”, “Margie”, “Sansation Rag” o atmosfere blues come il brano di Lino Patruno “Bye, bye blues” incantano il pubblico. Nella seconda parte si è sempre più scatenati, ai vari “Tiger Rag” e “Fidgety Feet” nelle loro versioni originali, si susseguono brani di una bellezza senza fiato come “Jazz me Blues” o “Clarinet marmelade” e “At the jazz band ball”. Concludono il concerto “St. Louis blues” e “Some of these Days” con la bella voce di Francesca Ciommei e gli applausi infiniti del pubblico.

Foto di Mario Catuogno (SpectraFoto)

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