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Ermal Meta Tour 2024

All'Auditorium Parco della Musica di Roma

Ermal Meta © Riccardo Musacchio
Ermal Meta © Riccardo Musacchio

Il “palco è aperto” e come supporters ascoltiamo due artisti emergenti, che introducono, una volta spenti i fari sul parterre, al concerto chi tanto li ha voluti e selezionati Ermal Meta appunto con “La strada la decido io” il primo brano del nuovo album in promozione  per l’occasione, dal titolo Buona Fortuna dedicato alla figlia, nata da poco. Ciao al pubblico romano e siamo già al brano del 2018 “Dall’alba al tramonto” da Non abbiamo armi e al brano lancio del nuovo lavoro datato 8 marzo 2024 “L’unico pericolo”.

Il palco sembra freddo ma la semplicità o il casual appeal tra un salto e una giravolta del cantante, scalda la platea e gli spalti non completamente pieni. E il ritmo sale con il titolo che segue inevitabilmente “Dance with you” e si ritorna nel repertorio corto ma intenso come la poesia interiore che anima l’artista sul palco ed è “Uno” dal lavoro precedente Tribù urbana di appena tre anni fa, nella quale importante è far sì che le diversità siano unità. E da Vietato morire del 2017 ecco la hit che era un featuring con Elisa “Piccola anima” ed ora attenti alle indicazioni della regia di palco ovvero Andrea Vigentini alla chitarra elettrica per la canzone vincitrice del Festival di Sanremo 2018 (per l’edizione in coppia con Fabrizio Moro). Compito del pubblico è non far sentire la sua mancanza e come detto dallo stesso Ermal non è successo tutti intonati e a tempo. Se ne meraviglia è da un po’ che gli capita.

Tutto merito della sua presa amichevole e coinvolgente senza pretese con gli spettatori: ed ecco il brano che ha lanciato in occasione del 1°Maggio, laddove ha vestito insieme a Noemi le vesti del presentatore e lì è emersa la sua cifra di compagno di viaggio musicale basta solo che inforchi una chitarra: “Mediterraneo” e tutti si balla ed egli scende nel pubblico e balla con chi, felicissimo di rivederla, è sua cugina! E tutti i paludati dell’Auditorium Parco della Musica finalmente sono sotto il palco e una volta di nuovo seduti, il Nostro raggiunge la band per omaggiare “Le luci di Roma” e la canta e si ritorna cronologicamente al 2018 e al lavoro che la conteneva Non abbiamo armi e quindi esegue proprio il brano titolo dell’album con la copertina in giallo, ad inneggiare alla vita, tutta profusa per sue sfaccettature e pensieri in tale produzione.

Ripercorrendo le origini della sua carriera ecco “Volevo dirti” dal suo primo album del 2016 Umano e sorpresone abbraccio fraterno calorosissimo sul palco con Ermal Meta: l’ospite è Giuliano Sangiorgi dei Negramaro ed è “ …dimmi ciao… dimmi ciao …” ovvero “Una cosa più grande” del 4 marzo 2022: la loro collaborazione. Il pubblico è di nuovo sottopalco con più immediatezza per il pezzo confidenziale un po’ riflessivo ma ritmato “A parte te” del 2017 e sì accenna il protagonista, è il momento della tristezza, “Finchè vita non ci separi”, del 2024, ma rispettoso delle prime file che si lamentano, attende che tutti si siano riseduti e riattacca a cantare il citato brano. Quindi è “Vietato morire”, premio della critica, nonché terzo classificato al Festival di Sanremo 2017. Chiede quanti siano i ragazzi nel pubblico ma il prossimo brano non è per loro: “Ragazza Paradiso” bellissimo monito al rispetto contro ogni violenza di genere. E con “Stelle cadenti” siamo di nuovo al 2021 e quindi il pensiero alla sua piccoletta, “Buona Fortuna”.

Ma almeno per “Straordinario” scritto per il Sanremo di Chiara Galiazzo nel 2015 rivuole tutti in piedi ed ecco il tappeto che inneggia alla sua bravura sotto la sua asta del microfono e poi promette saranno tutti seduti ed è il momento che preferisce solo con la sua chitarra, come se fosse nella sua stanzetta, ma arricchito dalla presenza del pubblico che dà un’altra anima alle sue suonate. Sono “Quello (L’amore) che ci resta” del 2018, “Gravita”, “La vita migliore”, “Voodoo love” del 2016, “Caruso” di Lucio Dalla del 1986 e lo scaramantico “Hallelujah” di Leonard Cohen del 1984, che ha fermato la pioggia il 1° maggio scorso al concertone i brani di questa magia. L’evento è quasi finito e con lui hanno suonato oltre la citata chitarra elettrica, Marco Montanari alla chitarra acustica, Enrico Brun al basso, Giovanni Pollex alle tastiere ed Emiliano Bassi alla batteria e nel dire che avrebbe un milione di cose da dire canta appunto “Un milione di cose da dirti” terza al Festival di Sanremo 2021 e con la recente “Ironica” di nuovo tutti sotto palco esce di scena un decina di minuti e rientra.

Non ha salutato,  non si è cambiato,  comunque magliettina bianca, giubbotto di jeans e pantalone blu e sneakers bianche rientra e a chi gli chiede impavido, “… hai bevuto?…” risponde “…si che ansia!…” ed eccolo con la chitarra e lo intitola il ‘momento falò’ e canta pensando agli occhioni della sua Fortuna di due mesi quando l’accenna Can’t help falling in love di Elvis Presley del 1961, perché poco dopo si addormenta. Richiestissimo ai falò del tipo porta la chitarra gli altri ‘limonavano’ ed egli faceva la candela solo: che divertimento e poesia le sue parole un’ora di racconti ed episodi e sue confidenze.

Quindi suona con vocalità policromatiche, basso, soprano, falsetto, padre, madre ora Lenny Kravitz, ora Coldplay e promettendo di raccontarci altro la prossima volta con Amara terra mia, originariamente interpretata da Domenico Modugno, incisa nel De Luxe di Vietato morire del 2017, si congeda dagli spettatori. Il concerto è finito tutti gli strumentisti salutano ma la bravura echeggia nelle voci e nelle teste di chi lascia l’Auditorium Parco della Musica: come potrebbe essere altrimenti che artista, ci si è fatti compagnia con bravura e genuinità!

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