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Lo stupro di Lucrezia firmato Malosti arriva al Teatro Studio di Scandicci

Martedì 8 e mercoledì 9 aprile 2014 alle ore 21.00, l’attore e regista torinese Valter Malosti torna a misurarsi con l’opera in versi di Shakespeare e arriva al Teatro Studio di Scandicci con Lo stupro di Lucrezia,  uno spettacolo che ha riscosso sin dagli esordi grande successo di pubblico e stampa. In scena Alice Spisa, attrice toscana premio Ubu 2013 come migliore interprete under 30, è Lucrezia, protagonista  di un monologo straziante e  rabbioso. Con lei Jacopo Squizzato e lo stesso regista Malosti, coprotagonisti di un’opera forte e tesa che diventa manifesto contro le efferatezze senza tempo del femminicidio.

Pubblicato nel 1594,il poemetto narra di come Tarquinio stupri Lucrezia, invasato di lei dopo le lodi del marito Collatino all’interno di una bizzarra gara tra generali, e di come il suicidio della vittima spinga il popolo romano a ribellarsi e a liberarsi dal giogo della tirannia monarchica, già raccontata succintamente da

Tito Livio e Ovidio e poi da Chaucer. In Shakespeare la voce della donna si dilata e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte femminile, attraverso un’ingegnosa serie di lamentazioni, introspezioni, allegorie, invettive contro il Tempo, la Notte, l’Occasione, e in una ekphrasis che è capolavoro assoluto: la descrizione di un quadro di argomento troiano, memore forse di Giulio Romano e di Mantova, in cui il sacco della città diviene la sua propria violazione.

Teatro di Dioniso - Lo Stupro di Lucrezia - foto Caira

Non è un caso che Lucrezia e il suo suicidio provocarono vibranti polemiche e contrapposizione sul giudizio morale da dare a questa figura esemplare all’interno del mondo cristiano, vera “causa celebre” della casistica (vedi Agostino: “ammazzando sé stessa ha ammazzato un’innocente”).

Shakespeare qui dispiega la sua potentissima lingua e la capacità  geniale di mescolare l’orrore all’anti-tragica parodia, con una sorta di equilibrio incantatore che ci inghiotte nella musica delle parole senza concederci una qualche sospensione liberatoria. Una lingua tesa, turgida che viene resa in italiano attraverso la versione teatrale di Valter Malosti tratta e adattata dalla recente traduzione in endecasillabi di Gilberto Sacerdoti.

In scena i protagonisti sono due giovani attori Alice Spisa e Jacopo Squizzato a cui Malosti richiede un lavoro fisico e verbale violento ed estenuante, dentro una partitura sonora inquieta e multiforme. I corpi presentati nella loro crudezza ed evidenza appaiono come imprigionati in una sorta di ring/tribunale, un universo concentrazionario circondato da microfoni, spiati da un ambiguo narratore-voyeur che si sovrappone lentamente alla figura del marito di Lucrezia, Collatino, cui dà voce e ombre Valter Malosti.

Per le scene di nudo e la tematica affrontata, la visione è consigliata a un pubblico adulto. 

Biglietti: intero 14.00 euro, ridotto 12.00 euro, ridotto studenti 8.00 euro

Maggiori informazioni: www.teatrostudiokrypton.it

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