Grandi nomi e nuove produzioni sono in programma per la stagione teatrale 2015/2016 del Teatro Puccini di Firenze, una stagione che proporrà spettacoli di satira, comici e teatro di narrazione, teatro off ma anche danza e spettacoli per i più piccoli. Un cartellone che promette risate con ospiti che spaziano da Ficarra & Picone, Alessandro Benvenuti, fino ad Antonio Rezza e Lella Costa, ma anche respiro per un teatro impegnato e intriso di contenuti.
Diamo uno sguardo da vicino ai 10 spettacoli in abbonamento e ai sette i filoni tematici nei quali sono suddivisi gli spettacoli degli abbonamenti a scelta, novità assoluta per questa stagione.
Stagione teatrale 2015/2016
Dal 28 ottobre al 1 novembre
Ficarra & Picone in
Apriti cielo
di Ficarra & Picone
Il desiderio di sentire di nuovo il calore delle risate del pubblico, e’ stata la molla per la costruzione di questo nuovo testo. Come i precedenti lavori, anche questo, e’ costituito da quadri, che, a loro volta, rappresentano la vita quotidiana con i suoi paradossi al limite dell’assurdo. I due comici, prendendo spunto dalla vita di tutti i giorni, piena di cronaca nera, politica, religione e tanto altro, ci offrono, con la leggerezza che li contraddistingue, una riflessione divertente sulla nostra società e sulla nostra nazione, regalandoci uno spettacolo dai colori forti ancora una volta scritto e interpretato da Ficarra & Picone.
venerdì 20 e sabato 21 novembre
Teresa Mannino in
Sono nata il ventitré
di Teresa Mannino e Giovanna Donini
regia di Teresa Mannino
Se è vero che siamo la somma di quello che siamo stati, di quello che siamo e delle scelte che faremo, sicuramente questo spettacolo ci mostrerà ciò che ha reso Teresa Mannino Teresa Mannino!
‘Ho voglia di raccontarmi’ dice Teresa ‘Voglio raccontare al mio pubblico la mia vita, com’ero, come sono cresciuta e come è cambiato il mondo intorno a me’. Un viaggio nella sua infanzia, tra i piccoli e grandi traumi di allora che magari poi si sono rivelati formativi. Così, passando attraverso il racconto della sua infanzia trascorsa nell’ambiente protettivo ma anche adulto e forte della sua Sicilia, dei rapporti genitori e figli, o quello dei mitici anni ’70, Teresa ci racconta la sua versione dei mutamenti avvenuti in questi ultimi anni.
venerdì 27 e sabato 28 novembre
Katia Beni e Anna Meacci in
Scoop!
di Katia Beni e Anna Meacci
coordinamento drammaturgico Donatella Diamanti
regia Letizia Pardi
Una donna molto sola e una molto circondata. Una snob col carrello vuoto e una barbona col carrello pieno. Un maniaco della solidarietà e un senegalese stressato. Una cliente nervosa e una commessa paziente. Una cliente paziente e una commessa nervosa. E il supermercato come arena in cui questo spaccato di umanità dovrebbe transitare, come si conviene ai non luoghi, senza alcun tratto distintivo… Ma siamo sicuri che sia proprio così?
Katia Beni e Anna Meacci, attraverso la loro dissacrante comicità, mettono in gioco e in scena loro stesse, a dimostrare che il mondo è vario sempre e comunque, ma perché possa essere anche bello serve un po’ di impegno. Ed è questo il loro Scoop.
venerdì 15 e sabato 16 gennaio
Ascanio Celestini in
Laika
di Ascanio Celestini
e con Gianluca Casadei alla fisarmonica e la voce fuori campo di Alba Rohrwacher
Un Gesù improbabile che dice di essere stato mandato molte volte nel mondo si confronta coi propri dubbi e le proprie paure. Vive chiuso in un appartamento di qualche periferia. Dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con Cristo c’è Pietro che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla. Però Dio l’ha fatto nascere cieco e gli ha messo accanto uno dei dodici apostoli come sostegno.
venerdì 29 e sabato 30 gennaio
Alessandro Benvenuti in
Chi è di scena
testo e regia di Alessandro Benvenuti
e con Paolo Cioni e Maria Vittoria Argenti
Uno stravagante e chiacchierato uomo di teatro scomparso dalle scene improvvisamente e apparentemente senza un plausibile motivo da cinque anni, viene rintracciato per un caso fortuito da un giovane fan. A lui, l’uomo decide di rilasciare un’intervista per spiegare le ragioni della sua scelta e svelare così il mistero che si è creato intorno a questa. Lo invita perciò a casa sua. Testimone silente di questo loro incontro è però una giovane donna che, giacendo seminuda su una chaiselongue di spalle ai due, sembra dormire un sonno profondo.
giovedì 4 e venerdì 5 febbraio
Marco Paolini in
Ballata di uomini e cani – dedicata a Jack London
musiche originali composte ed eseguite da Lorenzo Monguzzi con Angelo Baselli e Gianluca Casadei
consulenza e concertazione musicale di Stefano Nanni
animazione video di Simone Massi
Ballata di uomini e cani è un tributo a Jack London.
“… La produzione letteraria di London è enorme, e ancor più lo è pensando a quanto poco sia durata la sua vita. Sono partito da alcuni racconti del grande Nord, ho cominciato questo spettacolo raccontando le storie nei boschi, nei rifugi alpini, nei ghiacciai. Ho via via aggiunto delle ballate musicate e cantate da Lorenzo Monguzzi. Ma l’antologia di racconti è stata solo il punto di partenza per costruire storie andando a scuola dallo scrittore. So che le sue frasi non si possono “parlare” semplicemente, che bisogna reinventarne un ritmo orale, farne repertorio per una drammaturgia.
Ballata di uomini e cani è composto di tre racconti della durata di circa mezzora ciascuno…”
Marco Paolini, estate 2013
venerdì 12 e sabato 13 febbraio
Ale e Franz in
Tanti lati/Lati tanti
Lati tanti – Tanti lati della vita e degli uomini. A conoscerli tutti come sarebbe più semplice poi capirsi. Ogni incontro nasce da una coppia. Ogni dialogo nasce da un incontro. Ad ogni azione verbale e non, corrisponde una risposta… quella dell’altro. E’ così che si esplora il mondo delle relazioni a cui Ale e Franz, come coppia, da sempre si ispirano. L’inesauribile materiale umano è sempre il punto di partenza da cui tutto nasce. Di tutto può parlare l’uomo. Tutto può smontare e rimontare il ragionamento umano.
Lati tanti – Tanti lati in cui riconoscersi e fingere di non vedere che siamo proprio noi questi uomini. Noi con i nostri modi di vivere, di pensare, i nostri tic e le nostre ingenuità e virtù, le nostre forze e la nostra inesauribile e unica follia. Un vedersi allo specchio, un cercarsi e riconoscersi tra la folla e ridere (tanto) di gusto insieme.
sabato 20 febbraio
Lella Costa in
Il pranzo di Babette
Una riflessione sulla necessità della condivisione. Una testimonianza del fatto che felicità e benessere non sono possibili se non sono collettivi. Lella Costa, una delle artiste più colte e sensibili del teatro italiano, incontra uno dei racconti più emblematici della scrittrice danese Karen Blixen, quel Pranzo di Babette divenuto famoso grazie al celebre film diretto da Gabriel Axel del 1987.
E’ la storia, come si sa, di un dono: Babette, cuoca francese riparatasi in un paesino della Danimarca per fuggire alla Comune di Parigi, decide di impiegare i diecimila franchi d’oro vinti a una lotteria in un pranzo succulento per soli dodici invitati. In anni in cui il cibo è diventato un’ossessione, le parole preziose di Karen Blixen ci riportano, all’interno di una dimensione teatrale, a un’idea di ecologia dei beni comuni. Per dire che concetti come il tempo, la quotidianità e la festa sono da salvaguardare. E da riscoprire, lontano dal clamore.
venerdì 4 e sabato 5 marzo
Andrea Scanzi e Giulio Casale in
Il sogno di un’Italia
1984-2004 Vent’anni senza andare mai a tempo
testi di Giulio Casale e Andrea Scanzi
narrazione: Andrea Scanzi
interpretazioni: Giulio Casale
direttore di scena: Simone Rota
Com’è stato possibile sopportare vent’anni Berlusconi? Come siamo arrivati a Renzi? Perché in Italia la norma è eccezione e l’anomalia immorale è spesso regola? E’ quello che si chiedono Giulio Casale e Andrea Scanzi ne “Il sogno di un’Italia”. Dalla morte di Enrico Berlinguer all’ultima fuga di Marco Pantani. Dall’edonismo degli Ottanta al sangue del G8 di Genova. 1984-2004: due decenni che potevano cambiare l’Italia e non l’hanno cambiata. O forse l’hanno addirittura peggiorata. Restaurando e non rinnovando, come tanti piccoli gattopardi 2.0. Dopo il successo de “Le cattive strade”, di cui viene sostanzialmente riproposto lo schema, la premiata ditta Casale-Scanzi torna in scena con uno spettacolo ancora più personale e attuale di Teatro Canzone. “Il sogno di un’Italia” è il ritratto di un paese attraverso storie, istantanee e canzoni (da Bennato agli U2, da Gaber a Jeff Buckley, da De Gregori a Eddie Vedder).
venerdì 1 e sabato 2 aprile
Antonio Rezza in
Anelante
di Flavia Mastrella Antonio Rezza
con Antonio Rezza
con Ivan Bellavista e con tre attori-performer
“In uno spazio privo di volume, il muro piatto chiude alla vista la carne rituale che esplode e si ribella. Non c’è dialogo per chi si parla sotto. Un matematico scrive a voce alta, un lettore parla mentre legge e non capisce ciò che legge, ma solo ciò che dice. Con la saggezza senile l’adolescente, completamente in contrasto col buon senso, sguazza nel recinto circondato dalle cospirazioni. Spia, senza essere visto, personaggi che in piena vita si lasciano trasportare dagli eventi, perdizione e delirio lungo il muro. Il silenzio della morte contro l’oratoria patologica, un contrasto tra rumori, graffi e parole risonanti. Il suono stravolge il rimasuglio di un concetto e lo depaupera. Spazio alla logorrea, dissenteria della bocca in avaria, scarico intestinale dalla parte meno congeniale”.
Spettacoli a tema
DANZA
venerdì 6 novembre
RBR dance company in
Indaco
regia Cristiano Fagioli e Gianluca Giangi Magnoni
coreografie Cristina Ledri e Cristiano Fagioli con la collaborazione dalla compagnia
danzatori Cristina Ledri, Alessandra Odoardi, Ylenia Mendolicchio, Kristian Matia, Leonardo Cusinato, Daniel Ruzza
RBR DANCECOMPANY dopo il successo ottenuto con “Giulietta e Romeo, l’amore continua”, propone uno nuovo spettacolo del tutto innovativo. Grazie al supporto di speciali effetti video e particolari fondali, saranno creati scenari mistici e surreali. Con la regia di Cristiano Fagioli, i danzatori di bella presenza scenica e ottima tecnica classica, si alterneranno sul palcoscenico apparendo e scomparendo, moltiplicandosi magicamente, grazie ad uno studio accurato di luci e proiezioni che incanterà il pubblico, il quale si ritroverà piacevolmente proiettato in una atmosfera rarefatta dalle magiche illusioni ottiche. Ispirato ai temi dell’EXPO 2015, la fusione del linguaggio corporeo, musicale e scenotecnico, evocherà una incessante tensione verso la vita, intesa come fusione di spinte energetiche e gravitazionali.
GIORNALISTI
sabato 7 novembre
Federico Buffa in
Le Olimpiadi del 1936
di Federico Buffa, Emilio Russo, Paolo Frusca, Jvan Sica
pianoforte: Alessandro Nidi
fisarmonica: Nadio Marenco
voce: Cecilia Gragnani
regia: Emilio Russo e Caterina Spadaro
direzione musicale: Alessandro Nidi
Dopo lo straordinario successo televisivo del programma “Federico Buffa racconta Storie Mondiali”, trasmesse su Sky, il noto cronista e commentatore sportivo è al suo debutto teatrale.
Lo spettacolo, partendo dalla narrazione di una delle edizioni più controverse dei Giochi Olimpici, quella del 1936, racconta una storia di sport e di guerra: una storia fatta di tante storie e dentro altre storie. Queste storie sono raccontate all’interno di un luogo senza tempo, un luogo dimenticato, sospeso tra il sogno e la realtà. Le raccontiamo con le parole di chi c’era in quei giorni esaltanti e tremendi, le raccontiamo con lo stile narrativo incalzante di Federico Buffa, le raccontiamo con la musica e le canzoni evocative di un’epoca in bilico tra il sogno e la tragedia, le raccontiamo con le immagini “rivoluzionarie” di Leni Riefensthal. “Le Olimpiadi del 1936” è uno spettacolo che miscela di!erenti linguaggi teatrali per una narrazione civile emozionale che non trascura gli accenti tragicomici.
AMICI DEL PUCCINI
venerdì 13 novembre
Giobbe Covatta in
La commediola
di Giobbe Covatta
Tanti illustri personaggi hanno letto e commentato la Divina Commedia del grande Dante Alighieri.
Giobbe Covatta ha recentemente reperito in una discarica il manoscritto di una versione “apocrifa” della Commedia scritta da tal Ciro Alighieri. Giobbe Covatta ci presenta in un reading al leggio la sua personale versione della Divina Commedia totalmente dedicata ai diritti dei minori. I contenuti ed il commento sono spassosi e divertenti, ma come sempre accade negli spettacoli del comico napoletano, i temi sono seri e spesso drammatici. Conoscere i diritti dei bambini riconosciuti dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, conoscere i modi più comuni con cui questi diritti vengono calpestati equivale a diffondere una cultura di rispetto, di pace e di egualianza per tutte le nuove generazioni.
LE GRANDI GUERRE
giovedì 19 novembre
Mario Perrotta in
MILITE IGNOTO quindicidiciotto
uno spettacolo di Mario Perrotta
tratto da Avanti sempre di Nicola Maranesi e dal progetto La Grande Guerra, i diari raccontano a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi
E chi scende da qui? Ci misi giorni di fatica e bestemmie a salire, tra cadaveri maleodoranti e rocce e grida di morte, ci misi l’orrore stampato negli occhi e il coraggio, tutto questo ci misi, tanto che adesso non scendo! Resto quassù.
Che poi, se anche scendo, nessuno mi può riconoscere, che la faccia me la fece saltare un mortaio e la voce fu graffiata da schegge. E il mio nome sparì dalla testa quando fu il grande scoppio. Lo scoppio che tutti ammazzò qui all’intorno. Tranne me che, però, non so più chi sono.
A volte mi paio uno, a volte un altro… Io sono uno, nessuno e tutti quelli saltati per aria, morti sparati, alla baionetta, asfissiati di gas e ghiacciati di freddo. Che tutti me li sento addosso e mi credo nei loro pensieri. Certo, alle volte, penserò di sicuro coi miei veri sentimenti, ma non so quando. Perché io mi ignoro. Sono ignoto persino a me stesso, figurati al mondo!
Ma io, il mondo, lo aspetto qui sopra, in trincea – tutto lo aspetto – che il mondo tutto è coinvolto. le altre 90.000 tonnellate di muscoli e ossa, morte prima di me. Io non scendo!
PUCCINI OFF
martedì 24 novembre
Pino Strabioli e Alice Spisa in
L’abito della sposa
novità assoluta di Mario Gerardi
scene e costumi Alessandro Chiti
musiche Paolo Vivaldi
regia Maurizio Panici
Italia 1963. E’ l’anno del matrimonio Ponti – Loren, della visita in Italia di Kennedy, della scandalosa love story tra Teddy Reno e Rita Pavone, è l’anno della tragedia del Vajont. Alto-basso, rosa‐nero, le vicende si alternano così nel paese ed anche nella vita del sarto Lucio. Lucio è un sarto di abiti militari, figlio di un sarto di abiti militari; ha girato tutta l’Italia con i suoi genitori ed ora parla un dialetto che è un miscuglio di molte lingue. Lucio è un uomo di mezza età, un po’ irascibile, dai modi spicci e diretti, ma in fondo una brava persona, quindi non se la sente ‐e forse non può proprio rifiutare‐ quando un capitano gli chiede di cucire l’abito da sposa di sua figlia. Lucio non può tirarsi indietro, ma non sa nemmeno come fare, così è costretto ad assumere una giovanissima sartina, Nunzia, una ricamatrice che ci riporta direttamente all’atmosfera di quegli anni. Così il logorroico Lucio deve dividere la sua sartoria con la timida Nunzia “ che per tirarle una parola di bocca ci vuole più di una tenaglia”. E’ l’incontro e la scoperta di due vite, di due imprevedibili vite e tra la passione per le canzoni di Rita Pavone e le ritrosie di una ragazza che non sa come comportarsi con gli uomini, raccontiamo il mondo fuori da quella sartoria, ma anche il piccolo mondo di due persone che custodiscono un segreto che finalmente possono svelare. nota di Mario Gelardi
SCRITTORI
giovedì 26 novembre
Sandro Veronesi in
Non dirlo – Il Vangelo di Marco
monologo di Sandro Veronesi
tratto dall’omonimo libro pubblicato da Bompiani
Questa non è una storia classica, non è composta né scritta in modo classico: qui si sta parlando di un rivoluzionario, un personaggio che è venuto a rivoltare il mondo, e Marco capisce che deve rivoluzionare anche il racconto.
“Non dirlo” è l’ordine che Gesù fa seguire a ogni miracolo che compie, la chiave del segreto di personalità che costituisce la trama della sua avventura terrena. Il Vangelo di Marco è il Vangelo d’azione, il primo, il più breve, il più imperscrutabile, quello in cui il segreto non si scioglie nemmeno alla fine. Sandro Veronesi spreme fino all’ultima stilla il succo segreto di questo testo e lo propone al pubblico nella sua scintillante modernità. Scritto a Roma per i romani, il Vangelo di Marco è, nel racconto di Veronesi, una raffinata macchina da conversione, sintonizzata sull’immaginario dei suoi destinatari e per questo più simile ai film di Tarantino che ai testi con i quali gli altri evangelisti raccontano la stessa storia. Osservato con attenzione e ascoltato con abbandono, diventa una miniera di scoperte sorprendenti, che riportano il Cristianesimo alla sua primitiva potenza componendo il ritratto di un enigmatico eroe solitario, il cui sacrificio ancora oggi rappresenta uno sconvolgente paradosso: che ci sia bisogno della morte di un innocente per potersi liberare del proprio nulla.
NUOVI COMICI
giovedì 3 dicembre
Maurizio Lastrico in
Quello che parla strano
scritto da Maurizio Lastrico
“Quello che parla strano” è una sperimentazione sul linguaggio nato dall’osservazione di realtà fra loro molto distanti: dai locali, in cui si mescolano borbottii e luoghi comuni, agli oratori parrocchiali, fino ai teatri stabili in cui si mettono in scena i grandi classici.
Attraverso i suoi celebri endecasillabi “danteschi”, che mescolano il tono alto e quello basso, Maurizio Lastrico ripercorre il meglio del suo repertorio, raccontando con ironia di incidenti quotidiani, di una sfortuna che incombe, di un caos che gode nel distruggere i rari momenti di tranquillità della vita. Narratore di storie condensate in cui la sintesi e l’omissione generano un gioco comico di grande impatto.
LE GRANDI GUERRE
venerdì 4 dicembre
Giuseppe Cederna in
L’ultima estate dell’Europa
di Giuseppe Cederna e Augusto Golin
Alberto Capelli, chitarre e percussioni
Mauro Manzoni, flauti, sassofoni e clarinetto basso
regia di Ruggero Cara
Sarajevo 28 giugno 1914. Sono le dieci del mattino di una splendida domenica di giugno. Fra quarantacinque minuti due colpi di pistola sconvolgeranno il mondo. Un tumulo informe di sacchi e legni anneriti dal fuoco ‐ che diventerà fiume, trincea, montagna, cimitero ‐ è la zattera a cui si aggrappa il protagonista dello spettacolo, un naufrago della Grande Guerra. Un sopravvissuto. Posseduto dall’implacabile progressione della memoria e incalzato dai temi musicali dei luoghi e dei personaggi, Giuseppe Cederna dà voce e corpo a quell’umanità di vittime e di carnefici che trasformarono l’Europa in un immenso mattatoio. Dai Futuristi ai Generali, dai fanti mandati a morire sul Carso e sull’Isonzo ai loro compagni di naufragio, quegli spettri usciti dalle trincee austriache, fino agli scrittori e ai poeti le cui parole, ancora oggi, ci illuminano e ci commuovono: Owen, Stuparich, Gadda, Ungaretti, Trilussa, Rumiz. Dall’esaltazione alla consapevolezza. Dalle “Radiose giornate di Maggio” alla notte di Caporetto.
AMICI DEL PUCCINI
sabato 5 dicembre
Francesco Tesei in
The Game
ideato da Francesco Tesei e Deniel Monti
musiche originali di Marco Sabiu
Dopo il grande successo di “Mind Juggler”, che in questi anni a teatro ha stupito più di 100.000 spettatori, sta per arrivare “The Game”: il nuovo spettacolo del mentalista Francesco Tesei.
In una puntata del suo programma televisivo (“Il Mentalista”, in onda su Sky), durante la sfida con un campione di scacchi, Francesco Tesei commenta “io sono un mentalista: non ragiono in termini di vittoria o di sconfitta. Quello che a me interessa è… il controllo”
È proprio il controllo dei pensieri, delle scelte, e delle loro conseguenze sugli eventi, ad essere il focus di “The Game”, alla ricerca degli “incantesimi della mente” che permettono di fare accadere le cose. Uno spettacolo di mentalismo è diverso da qualsiasi altro spettacolo di teatro: il mentalista, infatti, non si limita a recitare un testo ma interagisce con il pubblico in una serie di “giochi”, o “esperimenti”, il cui esito è appeso a un filo molto sottile.
AMICI DEL PUCCINI
venerdì 11 dicembre
Banda Osiris in
Le dolenti note. Il mestiere del musicista: se lo conosci lo eviti
Sandro Berti (mandolino, chitarra, violino, trombone)
Gianluigi Carlone (voce, sax, flauto)
Roberto Carlone (trombone, basso, tastiere)
Giancarlo Macrì (percussioni, batteria, bassotuba)
Dopo essersi addentrata in modo irreverente nei meandri del complesso universo delle sette note, aver abbattuto i rigidi accademismi e le barriere dei generi musicali, intrecciando, tagliando e cucendo musica classica e leggera, jazz e rock, il furore dissacratore della Banda Osiris si concentra, in questo nuovo spettacolo, sul mestiere stesso di musicista. Prendendo spunto dall’omonimo libro, la Banda Osiris trasforma le pagine scritte in un viaggio musical-teatrale ai confini della realtà. Con l’abilità mimica, strumentale e canora che li contraddistingue, i quattro protagonisti si divertono con ironia a elargire provocatori consigli: dal perché è meglio evitare di diventare musicisti a come dissuadere i bambini ad avvicinarsi alla musica, da quali siano gli strumenti musicali da non suonare a come eliminare i musicisti più insopportabili.
Attraverso musica composta e scomposta, musica da camera e da balcone, Beatles e Vasco Rossi, la Banda Osiris tratteggia il ritratto impietoso della figura del musicista: presuntuoso, permaloso, sfortunato, odiato, e, raramente, amato.
GIORNALISTI
venerdì 8 gennaio
Beppe Severgnini in
La vita è un viaggio
di Beppe Severgnini
Per partire non servono troppe parole: ne bastano venti, come i chilogrammi consentiti per il bagaglio in aereo (classe economica). Due viaggiatori, un uomo maturo e una giovane donna, si incontrano in un non-luogo: un piccolo aeroporto, dove restano bloccati la notte, in seguito alla cancellazione di un volo. Non si conoscono.
All’inizio si studiano, forse diffidano uno dell’altro. Lui teme di essere paternalista; lei, ingenua. Lui spiega, lei ascolta. Lei chiede, lui risponde. Poi l’intimità forzata cambia i rapporti: i due scoprono di aver molto viaggiato, discutono di arrivi, partenze e bagagli. Il tempo scorre, la notte passa. Finché arriva l’alba, l’aeroporto riapre. È il momento di partire: ognuno per la propria destinazione, forse diversa da quella che aveva immaginato. Una notte cambia molte cose, a tutte le età. C’è una terza persona sul palcoscenico, un’altra viaggiatrice bloccata in aeroporto: Elisabetta Spada, in arte Kiss & Drive. La giovane donna, attenta e silenziosa, riempirà l’attesa con la sua chitarra e le sue canzoni. Una punteggiatura musicale al sorprendente racconto che si svolge davanti ai suoi occhi, e a quelli del pubblico.
NUOVI COMICI
giovedì 14 gennaio
Giorgio Montanini in
Liberaci dal bene
Sette gennaio 2015, terroristi islamici fanno irruzione nella sede di un giornale satirico e ammazzano comici satirici. In Italia un’ondata di indignazione e di protesta sommerge social, giornali e tv: tutti gridano alla libertà di espressione e di satira, tutti vogliono che il 7 gennaio diventi la giornata mondiale della libertà d’espressione, tutti dimenticano che in Italia la libertà d’espressione c’è da 70 anni, dal 1945.
Giorgio Montanini presenta il suo quarto monologo satirico, attraverso il quale mette in evidenza le contraddizioni della società e del pensiero comune. In Italia non c’è un problema di mancanza di libertà d’espressione, c’è un problema di mancato esercizio della stessa. Ogni giorno attori, comici, gente comune sceglie di non dire quello che pensa per il proprio tornaconto.
GIORNALISTI
venerdì 22 gennaio
Corrado Augias in
O patria mia… Leopardi e l’Italia
di Corrado Augias
musiche eseguite dal vivo da Stefano Albarello
luci e regia: Angelo Generali
Per molti anni Giacomo Leopardi è stato solo l’immenso poeta che tutti conosciamo. Solo in tempi relativamente più recenti si è cominciata ad apprezzare anche la sua attività saggistica che, secondo autorevoli giudizi, toccherebbe il livello di una vera organica filosofia. Un esempio di questa iniziale sottovalutazione sta nel fatto che il suo ‘Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli Italiani’ scritto da un Leopardi 26enne nel 1824, sia stato pubblicato solo nel 1905.
Lo stesso Zibaldone di pensieri, opera immane composta tra il 1817 e il 1832, venne pubblicato del resto solo alla fine dell’800 da una commissione di studiosi presieduta da Carducci.
I giudizi che il poeta dà sull’Italia e sugli italiani sono diversi e variano con il passare degli anni. Ma non c’è dubbio che negli anni giovanili e soprattutto in alcune opere si senta forte in lui un vivo amor di patria. Ne sono esempio la due famose composizioni patriottiche ‘All’Italia’ e ‘Per il monumento di Dante’. Partendo da questi versi ma inserendo anche considerazioni prese dallo Zibaldone e versi estratti da alcuni dei ‘Canti’ più belli, Corrado Augias ha montato un testo che ci dà un ritratto sorprendente di Giacomo Leopardi, il suo rapporto con l’Italia, con la vita, con gli amori. Il senso forte di un’immaginazione che fu per molti anni la sua sola vera realtà.
DANZA
giovedì 11 febbraio
FlamenQueVive in
FlamencaSon
componenti: Chitarra Alberto Rodriguez, Marco Perona, Francesco De Vita
voce Doriana Frammartino
danza Gianna Raccagni, Valentina Perrone, Lucia Capponi e Laura Baioni
regia Gianna Raccagni
FlamencaSon rappresenta uno spettacolo di flamenco tradizionale in cui la componente allegra e spensierata è predominante ma non esclusiva.
Un flamenco popolare festero che trasmette le tradizioni di un popolo pieno di gioia e allegria.
Canti, danze e musica si susseguono regalando al pubblico il sapore di una terra calda e accogliente, forte e spensierata. Lo spettacolo propone un percorso che, partendo da un tipico patio, evoca, attraverso la musica e la danza, diversi aspetti della vita andalusa.
Fanno da cornice le opere dei più famosi pittori andalusi del flamenco. Quadri di Romero de Torres e Joaquin Sorolla, tra gli altri, accompagnano i brani e le coreografie rafforzandone le evocazioni e le suggestioni.
PUCCINI OFF
giovedì 18 febbraio
Fuorivia Produzioni presenta
La Merda
interpretato dalla strepitosa Silvia Gallerano scritto e diretto da Cristian Ceresoli
“La Merda” è stato definito un urlo “pasoliniano” contro la società. Protagonista una donna che attraverso un flusso di coscienza espone se stessa, il proprio corpo al pubblico, quasi come una vittima sacrificale. Torna al Puccini dopo il tutto esaurito dello scorso anno l’opera che ha scioccato e meravigliato il mondo al Festival di Edimburgo 2012 vincendo, tra gli altri, il Fringe First Award for Writing Excellence, il The Stage Award for Acting Excellence e l’Arches Brick Award for Emerging Art e registrando il tutto esaurito sia nel 2012 che nel ritorno al festival del 2013; proseguendo con il clamoroso successo di pubblico e critica del tour europeo 2014 con Copenhagen, Bristol, Berlino, Lugano, Glasgow e il celeberrimo West End londinese, e i due anni di tutto esaurito dovunque in Italia nonostante una sottile e persistente censura.
NUOVI COMICI
venerdì 11 marzo
Saverio Raimondo in
Saverio Raimondo Live
E’ il live show da stand-up comedian di Saverio Raimondo: un monologo comico-satirico “all’americana”, un cocktail di feroce ironia, provocazioni, paradossi, oscenità e irriverenza.
Saverio Raimondo è un comico satirico in crisi perché nessuno lo censura; e la satira in Italia senza censura non conta niente. Iniziano così 60 minuti di libertà di satira esercitata su qualunque totem o tabù, dal sesso ai soldi, dal cibo alla religione passando per la democrazia, nel disperato (ed esilarante) tentativo di farsi censurare. Da chiunque. Saverio Raimondo porta sul palco sé stesso, un’asta, un microfono, il suo punto di vista e le sue battute. Alle risate pensateci voi. Per il linguaggio e i temi trattati si consiglia la visione dello spettacolo ad un pubblico adulto.
DANZA
sabato 12 marzo
Kataklò in
Puzzle
una creazione Kataklò Athletic Dance Theatre
ideazione e direzione artistica Giulia Staccioli
interpreti Kataklò Athletic Dance Theatre
In seguito al grandissimo successo di pubblico e critica ottenuto nelle più importanti città del mondo, continua a grande richiesta la tournée di “Puzzle”, lo show Kataklò che ha travolto il pubblico italiano ed estero con la sua ondata di freschezza. Fortemente voluto da Giulia Staccioli che ne firma la regia e la supervisione artistica, “Puzzle” è una composizione corale e poliedrica, realizzata attraverso l’accostamento di coreografie storiche che hanno fatto grande la compagnia e ideazioni dei danzatori stessi che hanno avuto “licenza di fantasia” dalla direttrice artistica.
AMICI DEL PUCCINI
venerdì 18 marzo
Natalino Balasso in
Velodimaya
di Natalino Balasso
Come possiamo raccontare i drammi del contemporaneo senza cedere allo sconforto? Solo il teatro può farlo, attraverso la commedia, attraverso l’arte della risata. Velodimaya è una specie di mappa del pensiero contemporaneo, attraverso un tempo indefinito, nel vortice degli uomini e delle nazioni. Le nazioni moderne non sono nazioni, sono affari. E in tutta questa compravendita, qual è la verità? Navighiamo attraverso il racconto dei desideri e delle paure dei nostri attuali compagni d’avventura in questo lembo di terra.
Stiamo giocando a un gioco in cui le carte sono truccate e le regole sono tutte da scoprire, è un gioco antico che, quando sembra fare un passo avanti, sta solo prendendo la rincorsa per tornare al punto di partenza. Siamo dentro un film, ciascuno di noi recita un personaggio, chi meglio, chi peggio, ma tutti facciamo finta.
A questo punto il nostro personaggio è costretto a indagare, come fosse un detective di un film giallo, ci sono solo prove indiziarie, il quadro non è chiaro.
Visti da lontano, in questo nostro affannarci, anche nel nostro inciampare, facciamo ridere. Natalino Balasso
PUCCINI OFF
sabato 19 marzo
Oscar De Summa in
Stasera sono in vena
di Oscar De Summa
Siamo negli anni 80, in Puglia. Quella terra era molto diversa dalla Puglia così esibita in questi anni. Le terre erano desolate, arse dal sole. La gioventù era rassegnata. Il futuro presentato a tavola da quel lavoro dei nostri genitori che credevano nell’idea di crescita, di sistemazione. La scelta per i ragazzi poteva cadere tra rigare dritto oppure … oppure quello che offriva il mercato. Fu così che proprio in quegli anni i boss della malavita, della mafia, della ‘ndrangheta che venivano arrestati venivano mandati in carcere a Brindisi, dove si accorsero che non esisteva una organizzazione criminale. Neanche a dirlo, aiutarono gli autoctoni ad inventarla e nacque così la “sacra corona unita”. Uno dei primi atti che fece questa nuova organizzazione fu quello di inondare il mercato del divertimento di eroina. Quantità industriali a basso costo di una delle droghe più ingannatrici. Ed eccoci a noi. Il racconto è quello di un ragazzo che ha già dato per acquisito che quello è quello che si fa e cioè drogarsi. Ma grazie all’intercessione di una ragazza, un angelo venuto da Zurigo, gli si affaccia nella vita che c’è una possibilità di riscatto, che si può essere padroni della propria vita, che non è proprio obbligatorio dover soccombere allo stato delle cose imposto dalla tradizione. Un racconto semplice, ironico in tutta la prima parte, ma un ironia amara, che racconta di una di quelle estati “che non ci si può scordare”, tra amici, con questa ragazza venuta dall’estero, che anima le relazioni; dove, a parte passeggiare in macchina, a parte farsi le canne, non si fa niente! Un Niente che dilania e ci spinge verso abissi da cui non c’è più ritorno.
SCRITTORI
giovedì 31 marzo
Momenti di trascurabile (in)felicità
reading di e con Francesco Piccolo
tratto dall’omonimo libro pubblicato da Einaudi
«Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità sono due libri fratelli, che comunicano tra loro, e che esprimono con precisione leggera la voce che mi sembra di aver avuto sempre. Ogni volta che ho letto dei Momenti in pubblico, mi sono reso conto che l’adesione totale della mia voce al personaggio che attraversa i due libri è un modo per raccontarli ancora meglio.»
A partire dal mese di marzo 2015, in occasione della pubblicazione di Momenti di trascurabile infelicità, Francesco Piccolo (Premio Strega 2014 con Il desiderio di essere come tutti) girerà l’Italia con un reading tratto dai due libri.
Si tratta di un modo semplice per avere un contatto diretto e vivo con i lettori e provare a interagire con loro «per vedere l’effetto che fa». Un’occasione per far parlare i libri stessi, con la voce inconfondibile di chi li ha scritti, in un’ora dedicata a Momenti felici e infelici dell’esistenza quotidiana – che ci accomunano tutti in un sorriso (a volte amaro).
SCRITTORI
giovedì 7 aprile
L’allegria degli angoli e altre storie
lettura scenica di e con Marco Presta
tratto da “L’allegria degli angoli” pubblicato da Einaudi
L’epopea di un eroe del nostro tempo all’inseguimento di un sogno semplice quanto impossibile: un lavoro stabile e una vita normale. Procedendo per battute fulminanti, quelle in cui da sempre condensa la sua intelligenza, Marco Presta ha scritto un romanzo seriamente comico, che ci fa ridere, e disperare, e sperare.
LE GRANDI GUERRE
giovedì 21 aprile
Centrale dell’Arte e Associazione Culturale La Nottola di Minerva presentano
Silvia Baccianti, Marion D’Amburgo, Alessandro Mazzoni, Samuele Nannoni, Lavinia Rosso in
Il soldato
regia e musiche di Teo Paoli
Il Soldato. Atto unico, di Franco Fortini è comparso in Sipario: rassegna mensile dello spettacolo, n 553 (gennaio/febbraio 1995), pp. 67-71
Un testo sulla Guerra Civile di Liberazione. Il personaggio: “un soldato meridionale che, ricattato dal regime col bisogno, ha combattuto tutte le guerre fasciste per inerzia e disperazione”. Un inedito atto unico in cui le due parti in scena – partigiani e repubblichini, questi ultimi spesso volontari coatti – non sono nominate mai, se non come “noi” e “loro”, parole che Fortini fa provocatoriamente scivolare dalle bocche dell’uno a quelle dell’altro schieramento.
Partendo dal contesto storico di riferimento, il 1943, lo spettacolo fa rimbalzare la pièce in un gioco di specchi e analogie di situazioni apparentemente lontane e diverse: le crisi e gli “scontri di civiltà” che contrappongono oggi l’Occidente al Medioriente, all’Africa e all’I.S.
Maggiori informazioni: Teatro Puccini di Firenze