Al Metastasio di Prato torna “La cantatrice calva” firmata da Castri

Sabato 26 e domenica 27 ottobre si apre ufficialmente la Stagione 2013/2014 del Teatro Metastasio di Prato con il ritorno gradito de La cantatrice calva di Ionesco: ultima regia (2011) di Massimo Castri, produzione dello Stabile toscano con Mauro Malinverno,Valentina Banci, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone, Sara Zanobbio, Francesco Borchi. Leggi la recensione dello spettacolo.

Un grande successo, al suo terzo anno di repliche, che, dopo il riallestimento a Prato, sarà in tournèe nei più importanti teatri italiani.

Eugene Ionesco, è con Samuel Beckett, il rappresentante più famoso di quella corrente teatrale contemporanea definita “teatro dell’assurdo” che porta in scena i nodi esistenziali dell’uomo moderno: incomunicabilità, falsità di rapporti, routine, difficoltà a dare un senso all’esistenza.

Nel 1950 mette in scena La cantatrice calva, una commedia in cui Ionesco si presenta come autore d’avanguardia, deciso a voltare le spalle al teatro canonico e sfuggire al realismo e alla psicologia.

I protagonisti sono due anonime coppie inglesi – gli Smith e i Martin – rappresentati come gli archetipi della borghesia; parlano ma non comunicano, limitandosi a uno scambio di frasi banali e convenzionali, non pensano perché hanno perso la capacità di pensare, non esprimono emozioni e passioni, né le comunicano agli spettatori. Sono prigionieri del conformismo, simili ad automi viventi, senza alcuna sostanza psicologica. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla.

È interessante seguire la genesi di questo lavoro. Ionesco aveva deciso di imparare l’inglese; leggendo un manuale di conversazione rimase colpito dall’involontaria comicità dei dialoghi, rendendosi conto di avere davanti un testo quasi pronto, facilmente adattabile in chiave umoristica. La bizzarria del titolo suggerisce chissà quali significati simbolici; niente di tutto questo, fu solo il risultato del lapsus di un attore durante le prove. L’enigmatica cantatrice calva che ha dato il titolo all’opera, disperatamente assente, costituisce una manifestazione supplementare dell’incoerenza; non facendo mai apparire la cantatrice calva, Ionesco parodia una tecnica destinata a creare il mistero attorno ad un personaggio che svolge tuttavia un ruolo importante nell’azione, anche se non svolge alcun ruolo.

Maggiori informazioni: www.metastasio.it

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