[rating=5] Romeo e Giulietta la storia d’amore più appassionante tra tutte le storie d’amore di tutti i tempi, ancora una volta fonte di ispirazione per il teatro attraverso uno spettacolo che va oltre il genere Musical elevandosi ad Opera pop moderna.
Lo spettacolo segna il tutto esaurito da sempre e in tutte le tappe e chi vuole goderselo deve procurarsi i biglietti mesi prima; un successo eccezionale che ricorda solo pochissime rappresentazioni superando anche i risultati di “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante.
Uno spettacolo capace di riaccendere la passione del grande pubblico per il teatro nonostante la crisi del settore.
Romeo e Giulietta “ama e cambia il mondo” trasmette davvero il bisogno, attraverso la storia dei due giovani di Verona, di assumerci le nostre responsabilità di adulti (nell’ultima scena commovente “Colpa nostra”) e cambiarlo questo mondo offrendo ai nostri figli città dove vivere e crescere serenamente senza provare sentimenti come l’odio, l’intolleranza, la discriminazione e soprattutto la paura.
Prodotto da David e Clemente Zard, musiche originali del francese Gérard Presgurvic, testi in italiano di Vincenzo Incenzo, per la regia di Giuliano Peparini e le coreografie di Veronica Peparini.
Il cast è composto da giovani promesse di talento eccezionale ma anche da professionisti noti e stimati dal pubblico italiano: Davide Merlini (Romeo, da marzo del 2015 sostituito da Federico Marignetti) a Firenze al Teatro Verdi infatti c’era Marignetti, Giulia Luzi e Alessandra Ferrari (Giulietta) a Firenze c’era la Ferrari perché la Luzi era impegnata nello show televisivo RAI “Tale quale show”, Luca Giacomelli Ferrarini (Mercuzio), Riccardo Maccaferri (Benvolio), Gianluca Merolli (Tebaldo), Roberta Faccani (lady Montecchi), Barbara Cola (lady Capuleti), Vittorio Matteucci e Luca Maggiore (padre Capuleti) a Firenze c’era Luca Maggiore, Leonardo Di Minno (principe Escalus), Silvia Querci (la nutrice), Giò Tortorelli (frate Lorenzo) e Denny Lodi (Paride).
Tutti gli attori sorprendono per le grandi qualità canore ma soprattutto per la capacità di rendere protagonisti i loro personaggi rubando in qualche modo la scena a Romeo e Giulietta. Mi riferisco a Mercuzio e Tebaldo disperati, spaventati, folli (la follia di Mercuzio in alcuni momenti troppo esasperata); oppure le due matriarche delle rispettive famiglie entrambe con voci graffianti e potenti con vene gonfie di veleno, che hanno reso la scena “Odio” indimenticabile e ricca di significato e soprattutto, dal vivo, capace di trasmettere ansia, paura, angoscia (splendide entrambe forse in guerra/competizione anche nella vita); il principe di Verona Escalus cattura l’attenzione del pubblico dominando completamente la scena con la sua presenza fisica, la sua voce prepotente raccontando di una Verona bella e dannata, orgogliosa e misera, culla dell’amore e del male; il padre di Giulietta (bravo Luca Maggiore grande voce che ha reso il personaggio più mite, ma ho preferito il mostro di bravura Vittorio Matteucci) nella scena “Avere te” mostra la fragilità di un uomo fortemente legato ai suoi sogni di nobiltà e di ricchezza che sovrastano l’amore di padre mettendolo davanti ad un precipizio di disperazione e di vuoto; bravo anche Riccardo Maccaferri perfetto nel ruolo di Benvolio ed insieme a Romeo e a Mercuzio travolgenti nella scena “I re del mondo”, amici inseparabili, giovani pieni di vita, egocentrici, idealisti e padroni del fututro; la nutrice e frate Lorenzo i due personaggi più umili del racconto (bravissima e soprattutto divertente Silvia Querci che ha dato al personaggio molta ironia) che hanno cercato in tutti i modi di aiutare i due giovani innamorati, ma invano.
La scena centrale della rappresentazione “Ama e cambia il mondo” con Giulietta e il suo Romeo (preferisco la Giulietta della Luzi, più bambina, più ingenua e con una voce più pop e meno lirica) che si giurano amore eterno dinnanzi a Dio ci mette in pace con noi stessi, ci dà speranza, ci solleva dalle nostre colpe per poi ripiombare nell’angoscia subito dopo, nella scena successiva che ci mostra le strade di Verona ricoperte di sangue preannunciando la morte e un destino infame che ormai è inevitabile.
Per le coreografie Veronica Peparini ha fatto un ottimo lavoro mescolando stili diversi dal classico al moderno, alla street dance lavorando splendidamente con un corpo di ballo di talentuosi ballerini.
Lo spettacolo era in continuo movimento, le scene cambiavano senza dare il tempo allo spettatore di rendersene conto, gli attori si muovevano insieme agli elementi di scena seguendo abilmente il ritmo, le melodie delle canzoni , una regia capolavoro del genio Giuliano Peparini.
Spettacolo emozionante capace di riportare il teatro agli antichi splendori (anche se il Teatro Verdi durante la rappresentazione ahimè perdeva pezzi di intonaco dal soffitto! Segno della crisi).
Ci sarà una pausa di tre anni ma sono sicura che quando ritornerà in sala avrà lo stesso incontrastato successo di pubblico e di critica.