Cari Amici questo mese abbiamo incontrato la scrittrice Valeria Petruzzelli per scambiare qualche battuta sulla sua vita e sulla sua attività di scrittura. In particolare su ll Passato è un campo di addestramento – Storia di Lei, un romanzo da poco edito, nel 2016, da Caracò.
Le abbiamo chiesto di parlarci di questo romanzo. Perché un lettore dovrebbe leggerlo?
Il romanzo parla di una donna tradita dall’uomo che amava e intenzionata in qualche modo a vendicarsi del dolore che ha subito. Penso che chiunque possa rispecchiarsi nel risentimento di Eve, perché si tratta di impulsi primordiali e irrazionali. La vendetta, l’ossessione, la passione sono tutte sfaccettature che compongono l’animo umano e nel romanzo vengono portate all’eccesso e riconosciute in maniera molto chiara. Lo consiglio anche, e soprattutto, a chi ama la bella musica, perché c’è una “colonna sonora” di tutto rispetto, che va dal cantautorato italiano al jazz, passando per il rock e mischiandosi con la narrazione. È un libro da leggere con lo stereo acceso.
Parlaci di te, se ti dovessi descrivere per i nostri lettori, che aggettivi utilizzeresti?
Ansiosa, nostalgica, sognatrice e impulsiva. Mi ritengo una persona che ama le cose semplici, l’essenza, e che cerca in ogni modo di andare controcorrente, specie quando la corrente sembra essere l’unica via possibile. Mi piace l’idea che ci possano essere sempre diverse interpretazioni delle cose, è questo che mi ha spinta a studiare psicologia. Sono molto affascinata dall’ideale della libertà, scevra dai costrutti sociali e culturali all’interno dei quali veniamo introdotti fin da piccoli. Per questo ritengo che l’arte, la musica, la poesia, la letteratura siano espressioni del vero sé di ognuno di noi, delle occasioni per dimenticarci di ciò che siamo e crearci delle nuove possibilità seguendo l’ispirazione … e sono anche logorroica!
Per il libro che ho scritto senz’altro Belle De Jour, Valérie Tasso e Pulp di Bukowski. Ho cercato di mischiare l’eros e il noir e fonderli in qualcosa di più introspettivo. Mi piace informarmi, cercare, conoscere. Ovviamente non tutto ciò che leggo mi piace, sono molto critica. Non amo le descrizioni troppo accurate e i periodi lunghi. Mi piace arrivare dritta al punto e questa è una delle caratteristiche che denotano il mio modo di scrivere.
Cosa è per te la scrittura?
Il mio momento di relax, a fine giornata, a notte fonda. È un’amica che non giudica e che ti ascolta senza parlare. Scrivere vuol dire scaricare tutte le frustrazioni, finire in bellezza una brutta giornata, con le cuffie ed una buona colonna sonora, lasciando fluire tutto ciò che mi passa per la testa, possa essere reale o immaginario. Spesso scrivo sul mio blog di fatti che mi succedono quotidianamente, ma capita anche che mi lasci prendere la mano e, da un’esperienza reale, inizi a raccontare cose oniriche o fantasiose. Da questo punto di vista non mi pongo mai dei limiti, non riesco a stabilirmi delle regole. Direi che qualsiasi cosa inizi a scrivere finisce sempre per diventare una digressione sugli argomenti più disparati.
Che progetti hai per il futuro?
Attualmente ho in mente di continuare a scrivere e sperimentarmi su qualcosa di diverso, meno “scabroso” e forse più facile da comprendere ed apprezzare. Non lascerò comunque il mio spazio virtuale, è l’album della mia vita e so che in qualsiasi momento posso andarvi ad attingere per tirarmi su il morale o per riprendere contatto con qualche lato di me stessa che penso di stare perdendo. Mi piacerebbe scrivere qualcosa che rimanga impresso nella memoria, perché da lettrice ricordo solo una piccola parte di tutto ciò che ho letto, e vorrei che la mia prossima “creatura” avesse questa caratteristica. Poi chissà cosa mi riserveranno le mie notti insonni!
Il complimento più bello e la critica che più ti ha colpito che hai ricevuto?
Il complimento più bello non credo che esista: già il fatto di sapere che qualcuno abbia letto il mio libro è un complimento per me. La critica che più mi ha colpito è stata di un giornalista alla mia prima presentazione qui in Puglia. La sua unica domanda è stata: “Perché non scrivi qualche cosa di diverso?”. Leggi prima questo, gli avrei detto, ma mi sono limitata a sorridere e rispondere: “Ci penserò!”.
Grazie per la disponibilità!