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“Le nostre anime di notte” di Kent Haruf

Il tema della solitudine è oggi più attuale che mai

Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me.
Cosa? In che senso?
Nel senso che siamo tutti e due soli. Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare.

Sto parlando di attraversare la notte insieme. E di starsene al caldo nel letto, come buoni amici. Starsene a letto insieme, e tu ti fermi a dormire.
Le notti sono la cosa peggiore non trovi?

Il romanzo di Kent Haruf, Le nostre anime di notte, del 2017, pubblicato da NN Editore, inizia proprio così, con una richiesta inaspettata, diretta e senza fronzoli. E proviene da una donna, anziana, che ha deciso di voler passare il resto della vita in compagnia, almeno la notte, almeno prima di addormentarsi. Il compagno di una vita non c’è più, i figli sono grandi, durante il giorno il tempo passa perché di attività da fare ce ne sono tante, ma la notte è tutto diverso.  Le ore sono dilatate, il silenzio è insopportabile, il conforto viene meno e la solitudine ci assale. È come se di notte la condizione di vedovanza fosse accentuata, sbattuta in faccia con una violenza graffiante e divenisse, quindi, insostenibile.

La trama del romanzo è semplice e lineare, il messaggio è profondo, forte e commovente. La storia è romantica. È ambientata nell’immaginaria cittadina di Holt, in Colorado. Un giorno Addie Moore va a trovare, inaspettatamente, il vicino di casa, Louis Waters. I due sono entrambi in là con gli anni, vedovi, e le loro giornate si sono svuotate di incombenze e occasioni. La proposta di Addie è scandalosa e diretta: vuoi passare le notti da me? – gli chiede. Inizia così una storia di intimità, amicizia e amore, piccoli gesti e premure. Ma la comunità di Holt non accetta la relazione di Addie e Louis, che considera inspiegabile, ribelle e spregiudicata. E i due protagonisti si trovano a dover scegliere tra la propria libertà e il rimpianto. Non c’è malizia, c’è bisogno di compagnia, di calore umano, di colmare quel vuoto immenso che scatena la perdita di una persona, specialmente in età avanzata.  Anche Louis all’inizio esita, poi accetta perché la vede sincera, disarmata, vulnerabile e perché rivede in lei la sua di solitudine.  La comunità in cui vivono, pettegola e retrograda, non è ben disposta.  Partono una serie di pettegolezzi e maldicenze che scalfiranno quel poco di serenità ritrovata dai due protagonisti.  Anche il figlio di Addie le imporrà una scelta tra lui e il suo bambino e Louis.

Sono diversi i temi affrontati da questo breve e intenso romanzo: la solitudine, oggi più attuale che mai, il dolore dato da una perdita, la vecchiaia, il pregiudizio e il concetto di scandalo. Oggi nessuno rimarrebbe sorpreso di fronte ad una richiesta del genere, all’avanzare la proposta di passare la notte insieme. Ma in una piccola cittadina ai confini del mondo, in un posto e in un’epoca immaginari e pur realistici, quell’anelito alla serenità è mal interpretato. Il buio fa paura perché è l’oscurità dell’assenza e della morte: Siamo soltanto due vecchi che  parlano al buio. In fondo, cosa fanno di male?

La vivacità e l’immediatezza delle scene coinvolgono il lettore nella storia, lo rendono partecipe. Così si commuove all’ascolto delle loro storie passate e s’intenerisce di fronte a due mani che si cercano nel silenzio delle lenzuola. Non ci sono sentimentalismi né nelle descrizioni né nella narrazione, ma l’amore è uno spiraglio tra le tenebre della notte e le accuse degli abitanti del luogo. E più le parole sono semplici, più l’emozione ci arriva dritta al cuore. Complice è la punteggiatura che rende le frasi brevi e concise con un ritmo incalzante.

Chiedere aiuto e, quindi, compagnia, è costato tanto ad Addie, ma l’unica salvezza per un’anima che si sente sola e che non sa più con chi condividere la quotidianità è quella di tornare a dare amore e, se possibile, riceverlo, almeno nella forma dell’attenzione e della presenza quando fuori è buio.

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