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Prato città chiusa

28 scatti in bianco e nero che fanno luce sulla drammaticità dell'oggi in una grande città italiana

Mi trovo nel cuore della città di Prato, in Toscana, nella stessa vallata che ospita Firenze e Pistoia, tre realtà molto vicine ma con tante differenze. Prato ha una storia millenaria, è passata dall’essere un piccolo borgo contadino a città industriale.

Dall’800 ha avuto uno sviluppo industriale molto forte legato al tessile, era diventata famosa per essere “la città delle cento ciminiere” tante erano le fabbriche cittadine. Dopo il secondo conflitto mondiale la città crebbe in maniera disordinata e senza controllo tanto da inglobare attività produttive alle abitazioni creando un tutt’uno e attirando a se flussi migratori dal sud d’Italia e negli ultimi decenni dalla Cina. Il centro cittadino era vivo, con una miriade di attività economiche che creavano benessere.

Siamo a fine 2014 e la situazione del centro storico è cambiata molto. Le foto che ho scattato mostrano la fine di un periodo roseo, positivo e di sviluppo. Tutto si vede grigio ora, difficile e in mano a chi non ha interesse per la città ma ha interesse per il Dio denaro cresciuto fuori dalle mura trecentesche.

Dietro ogni serranda chiusa c’è una storia di sacrifici e di successi, ora è uno spazio vuoto e polveroso, domani sarà luogo d’incontro o un esercizio commerciale, si vedrà.

Con la speranza di fotografare la rinascita di questa bella città.

Questa galleria fotografica è stata scattata con una Reflex analogica Canon FTB degli anni settanta, un obiettivo grandangolare 28 mm f2,8 e una pellicola in bianco e nero Kodak TRIX 400 nell’ottobre 2014.

Immagini: All © Paolo Moressa Photographer

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