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In punta di piedi nel nuovo Anno

[rating=5] Sulle meravigliose musiche di Čajkovskij, tra il famoso valzer dei fiocchi di neve e quello mitico dei fiori, la piccola Clara riceve a Natale uno schiaccianoci che in un magico sogno si trasformerà in Principe e vivrà con lei mille avventure, passando da foreste incantate a regni bizzarri, incontrando i più svariati e divertenti personaggi.

Sto parlando de Lo schiaccianoci, uno dei capolavori del balletto dell’Ottocento, lo spettacolo più rappresentato nel mondo durante le festività natalizie. È l’ultima opera del marsigliese Marius Petipa (coreografo dei Teatri Imperiali Russi della fine del XIX secolo) che ne creò il libretto – dietro indicazione del principe Vsevolojskij, direttore dei Teatri – ispirandosi al racconto Schiaccianoci e il re dei topi di Ernst Theodor Amadeus Hoffman (1816), di cui lo scrittore Alexandre Dumas padre, indiscusso maestro dell’affabulazione, aveva realizzato nel 1845 un racconto meno cruento ed adattato per bambini (Histoire d’un casse-noisette).

Questo intrigante spettacolo é andato in scena al Rossini di Pesaro il 3 gennaio scorso a cura del Royal Ballet of Moscow, fondato nel 1997 da Anatoly Emelyanov (che ne é anche il direttore), assieme ad Anna Aleksidze. La Compagnia (che sta riscuotendo un indiscusso successo internazionale) annovera tra le proprie fila ballerini di grande esperienza e raffinatezza artistica, provenienti dai migliori teatri russi. Punta di diamante è l’étoile Julia Golitcina, già solista del Eifman Ballet, il famoso corpo di ballo creato da Boris Eifman (1977) rompendo le rigide regole dell’accademismo russo ed imponendo una forma espressiva molto personale.

Lo Schiaccianoci_ph Moscow Ballet

La partitura sonora dello Schiaccianoci é opera, com’é noto, di Čajkovskij che  – almeno all’inizio – non era affatto entusiasta del soggetto. Il coreografo francese, da grande uomo di teatro quale era, seppe trovare la formula giusta perchè il cupo racconto di Hoffmann divenisse uno spettacolo di grande successo e incanto. Seppe convincere il Compositore elaborando un libretto in cui la vicenda rimaneva in secondo piano rispetto all’atmosfera magica della storia, in cui sentimento, amore, sogno, divertimenti e prodigi venivano esaltati e sottolineati a più riprese.

E Čajkovskij che aveva iniziato a comporre la musica con tanta fatica, data la vecchiaia incipiente, si buttò sul lavoro con inventiva ed entusiasmo, sperimentando nella partitura l’utilizzo di strumenti particolari, come la celesta, scoperta (si dice) a Parigi, ma più presumibilmente in America durante un giro di concerti. L’utilizzò in alcuni passaggi e nel favoloso valzer finale del fiori, dopo il quale Clara si ritroverà nella sua poltrona con lo schiaccianoci in grembo, felice del suo sogno di Natale.

Il balletto andò in scena il 18 dicembre 1892 al Mariinskij di San Pietroburgo con la coreografia di Lev Ivanov (l’assistente di Petipa che era nel frattempo molto malato) e con Riccardo Drigo quale direttore d’orchestra. Il debutto europeo risale invece al 1934 al Sadler’s Wells di Londra, mentre è del 1938 la prima rappresentazione alla Scala di Milano.

Una delle versioni più caratteristiche fu quella di George Balanchine che nel 1954, per il New York City Ballet, divise per la prima volta il balletto in due parti, realtà e sogno. Indimenticabile fu l’adattamento e interpretazione di Rudolf Nureyev nel ’69 alla Scala, in cui il ballerino privilegiò una lettura psicoanalitica, interpretando il triplo ruolo di Drosselmeyer (il fabbricante di giocattoli), dello schiaccianoci e del Principe.

Uno spettacolo meraviglioso, con coreografie raffinate, splendidi e coloratissimi abiti. Il pubblico ha applaudito calorosamente l’evento, ammaliato dalla bravura degli interpreti e dalla Danza russa, emblematica della tradizione rutena per i costumi utilizzati e le sonorità scelte e realizzate.

In scena a Firenze (Teatro Verdi) il 2 gennaio scorso, lo spettacolo é stato rappresentato il 4 ad Ancona (Teatro delle Muse) per proseguire il 5 a Campobasso (Teatro Savoia) ed il 7 a Milano (Teatro Nuovo).

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