Home Cinema La biografia di Oscar Grant nel lungometraggio “Prossima fermata Fruitvale Station”

La biografia di Oscar Grant nel lungometraggio “Prossima fermata Fruitvale Station”

[rating=3] Prossima fermata Fruitvale Station segna l’esordio del regista Ryan Coogler nel lungometraggio proponendo la biografia del ventiduenne afro-americano Oscar Grant, ucciso nel capodanno 2009 alla stazione metropolitana di Fruitval, in Oakland (California), da un poliziotto della locale Bay Area Rapid Transit District.

Il film si apre con le stesse immagini del finale. Gli spettatori della metro riprendono con i telefonini la scena dell’omicidio, testimoni primi dell’accaduto. Dal 2009 si torna indietro nel tempo con una carrellata veloce sulla metro in viaggio. Oscar, interpretato da Michael Jordan, balza in primo piano. La sua vita non è così facile e scontata. Nonostante la giovane età ha già precedenti per spaccio e ha già vissuto l’esperienza del carcere. Ma non sembra essergli servita di lezione, il carattere irruento e spesso impulsivo lo conduce alla morte.

Ma dopo la scarcerazione del 2007 questi pochi mesi trascorrono felici fino a quindici giorni prima del maledetto Capodanno 2009. Oscar è stato licenziato dal supermercato dove lavorava, le assenze per spaccio gli sono costate il posto di lavoro. Ma non ha avuto il coraggio di dirlo alla sua compagna Sophina (interpretata da Melonie Diaz), così come a sua madre (l’attrice Octavia Spencer). È il suo compleanno e non vuole rovinarle la festa. Pensa a vivere un futuro felice con la sua compagna e la sua piccola figlia di quattro anni, sicuro che questi nuovi problemi possano, prima o poi, risolversi. È la notte di San Silvestro e tutti sono pronti a festeggiare, anche lui.

Oscar crede nel futuro ma lo spettatore capisce, fin dai primi istanti, che quel futuro non potrà esserci.

Prossima fermata - Fruitvale Station

Drammatica e sconvolgente la profetica affermazione della figlia, quella richiesta al padre di non uscire a vedere i fuochi d’artificio per salutare il nuovo anno, quei fuochi che si uniscono agli spari della polizia che la piccola aveva già sentito e aveva già capito che potevano essergli fatali. Un gioco di primi piani ci regala uno splendido, intimo  e, insieme realistico duetto di sguardi.

E poi il destino, quella ruota che gira e che, stavolta, si ferma su lui e, prima ancora, sulla maledetta decisione suggeritagli dalla madre di non prendere l’auto ma di andare a festeggiare l’arrivo del nuovo anno in metro.

Una decisione condivisa da Oscar, inconsapevole della sua tragica fatalità. Sulla metro incontrerà un vecchio compagno di carcere che vendicherà un torto subito a suo tempo. Da lì l’arrivo della polizia per sedare la rissa. La polizia, costituita da uomini e donne di razza bianca, versus i presunti ma innocenti colpevoli di razza nera, Oscar e i suoi amici.

E nel finale del lungometraggio, oltre al fato, balza in primo piano il secolare e attuale conflitto razziale interno alla società americana, quella continua lotta di affermazione tra bianchi e neri. Quelle continue sfide reciproche che spesso sfociano in morti sospette.

La morte di Oscar è diventata documentario, i telefonini hanno fatto la sua storia, hanno ripreso la sua tragica fine, consegnandoci un drammatico spaccato di vita americana.

E la critica ne apprezza i contenuti, come testimoniano i numerosi riconoscimenti ottenuti fino ad oggi: al Festival di Cannes (2013) riceve il Premio Avenir per il Miglior film di debutto e la Nomination per Miglior Film nella sezione Un Certain Regard; è entrato nei migliori dieci film dell’anno nella National Board of Reviews of Motion Pictures; al Sundance Film Festival (2013) ha ricevuto il Gran Premio della Giuria per un film drammatico e il Premio del Pubblico per la stessa categoria; nel 2014 all’Indipendent Spirit Award ha ricevuto il premio come Miglior film d’esordio, la Nomination a Michael B. Jordan come Miglior attore e la Nomination a Melonie Diaz come Miglior attrice non protagonista; è stato premiato come Miglior film indipendente all’NAACP Image Awars e, all’MTV Movie Award, ha ricevuto la Nomination Michael B. Jordan per la Miglior performance rivelazione.

Una biografia che unisce momenti di spensierata felicità a momenti di immensa tragicità, un documentario biografico che si fa portavoce e manifesto dei molti crimini sociali commessi nel nostro pianeta, spesso nascosti o noti ai pochi diretti interessati.

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