[rating=4] Nelle sale dal 10 ottobre 2013, Oltre i confini del male – Insidious 2, ha incassato in totale più di 105 milioni di dollari, a fronte del suo budget di 5 milioni.
Il regista James Wan e lo sceneggiatore Leigh Whannell ci stupiscono nuovamente dopo il recente e inquietante The Conjouring, con il seguito del primo capitolo di Insidious (2010).
Il film inizia immediatamente dopo i fatti accaduti nel primo film, dopo la morte della sensitiva Elise Rainier (Lin Shaye). In questo secondo capitolo Wan ci svelerà il segreto celato dietro il mistero di Josh Lambert (Patrick Wilson), ritornato dall’Altrove dopo aver salvato suo figlio Dalton (Ty Simpkins), dalle grinfie di un malvagio demone. Nella storia non mancano i colpi di scena, a cui il regista ci guida gradualmente nel proseguire della trama, con indizi a volte palesi, a volte del tutto indecifrabili, messi in bella mostra, con la consapevolezza che solo in seguito potremo capirli.
A partire dalla fotografia, gli effetti speciali e il make-up, il film si destreggia tra alcuni clichè tipici dei film sul paranormale e alcune idee originali sull’identità e le caratteristiche di taluni personaggi della vicenda, mantenendo la linea comica, già iniziata con i due “tecnici” del paranormale Tucker e Specs (Angus Sampson e Leigh Whannell), che ha riscosso notevole successo nel primo film. Tutti i protagonisti sono gli stessi del primo Insidious, con l’aggiunta di Steve Coulter che interpreta Carl, amico di Elise. Piacevole è il fatto che gli eventi si svolgano sempre in luoghi chiusi, dando la sensazione che i personaggi siano tutti imprigionati in quello che per loro sarà un vero e proprio inferno, in cui James Wan riesce a dare sfogo a diverse maniere di tessere l’intreccio della storia. Di grande impatto è la capacità di Patrick Wilson, nell’interpretare un “doppio” ruolo pur rimanendo sempre nella parte di Josh. Di minor rilievo è invece Lorraine Lambert, la madre di Josh, che pur avendo maggior peso rispetto a prima nella vicenda, rimane un personaggio di contorno. Molto brava anche Rose Byrne, che sostiene il ruolo di Renai ancora meglio, nonostante la sua tendenza ad una non-evoluzione del carattere.
L’appartamento in cui vivranno i Lambert, la vecchia casa di Josh che vedremo subito grazie ad un misterioso flashback, sarà teatro di fenomeni terrificanti, in cui i membri della famiglia dovranno fare i conti con ciò che fin da piccolo ha tormentato il povero protagonista, costringendolo in una gabbia claustrofobica di terrore e soffocamento, sensazione che ci viene data anche dall’arredamento retrò della casa. Unica pecca del film: l’ambientazione nell’ ospedale, clichè già troppo utilizzato, che sommato a quello della casa, rende il tutto “già visto”; tuttavia la capacità di Wan e Whannell, riesce a compensare questo difetto procurando forti emozioni anche ai più coraggiosi, inducendo il dubbio e la paura man mano, durante lo scorrere delle immagini e dei sinistri suoni che possiamo udire distintamente, mostrandoci brevissimi apparizioni che scompaiono dietro una parete, per poi ricomparire all’improvviso senza che possiamo renderci conto di quello che sta accadendo.
Nonostante i temi di possessioni e fantasmi si ripetano quasi ogni anno nelle nostre sale cinematografiche, è raro trovare, in altri film, elementi originali che si possano distinguere come quelli de Oltre i Confini del Male. L’idea dell’Altrove, anzitutto, per come è strutturata, ricrea proprio nello spettatore l’idea, in bilico tra ateismo e cristianesimo, di un Nulla, in cui tempo e spazio sono annullati, dove le anime dei morti vagano o continuano ad esistere in virtù solo del proprio passato, ripercorrendo in un loop infinito i ricordi delle loro azioni e dei loro traumi. Un oscuro e terrorizzante incubo che Josh dovrà affrontare di nuovo, per vedere salva la sua famiglia.
E’ quasi certo che Wan realizzerà il terzo capitolo della saga, che non vedrà più protagonista la famiglia Lambert (per fortuna), ma in cui il pericolo sarà ancora più grande e terribile. Non possiamo che sperare nella genialità del regista e del suo inseparabile sceneggiatore Whannell, un duo che già dai tempi di Saw, è riuscito, insieme a pochi altri, a cambiare il mondo dell’horror contemporaneo.