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3° appuntamento nella pittura di Leonardo da Vinci

Continua il viaggio tra i messaggi criptici della pittura leonardiana con le due versioni della Vergine delle Rocce e l'Ultima cena

Continua il viaggio nei misteri di Leonardo da Vinci, con nuovi capolavori della sua pittura: le due versioni della Vergine delle Rocce e l’Ultima cena.

Vergine delle Rocce – Prima versione 1483 Louvre Parigi

Di questa opera risultano due versione entrambe risalenti al periodo milanese.

La prima versione che è da attribuire interamente alla mano di Leonardo fu commissionata nel 1483 il 25 di aprile, come si può leggere nel contratto che impiega Leonardo alla confraternita della Concezione per la cappella della chiesa di S. Francesco Grande.
Quando Leonardo terminò l’opera e la consegnò ai frati questi rimasero sconcertati dalla scelta stilistica adottata dal Da Vinci e per questo la rifiutarono, costringendo l’autore a realizzare una seconda versione, dove risultano molto presenti gli aiuti degli allievi in particolare Giovanni e Ambrogio de Pedris che furono allievi del vinciano fino al 1508. Sia nella prima che nella seconda versione ci sono molti aspetti del tutto particolari.

Il paesaggio e quello tipico di Leonardo dove cura fin nel più minimo particolare ogni dettaglio, legato ai suoi studi della geologia.
L’aspetto che ci colpisce è la scena rappresenta: vicino all’Arcangelo è presente Gesù bambino che è seduto sul terreno atto a benedire il cugino Giovanni che con le mani giunte sembra accettare la benedizione.
Quello che però colpisce è il fatto che Gesù non è in collo alla madre, così come vuole l’iconografia tradizionale, ma è il Battista ad essere abbracciato amorevolmente da Maria.

Sono altri i punti contraddittori, vediamo di come l’Arcangelo indica con l’indice della mano San Giovanni mentre Maria sembra quasi afferrare schiacciando qualcosa con la sua mano sinistra, ma perché l’Arcangelo indica e Maria cosa schiaccia?

Risulta assai complessa l’identificazione precisa dei due bambini, ed è inconcepibile e quindi eretica, secondo la teologia cristiana che sia il Battista a benedire Gesù perché San Giovanni ricopre un ruolo inferiore rispetto al Messia. Comunque risulta chiaro che per come si osservi l’opera l’importanza maggiore è riservata alla figura del piccolo Battista. Inoltre i due bambini sono molto simili, sembrano quasi gemelli.

E’ di fondamentale importanza l’ambientazione che si svolge all’interno di una grotta, la rappresentazione è estremamente naturalistica e va ad assumere un significato estremamente simbolico. La Grotta è cupa , con colori scuri, infatti rappresenta la morte e la resurrezione, in fondo tra le rocce acuminate si scorge una luce, simbolo proprio della rinascita.

Esisterebbe anche una seconda interpretazione e cioè quella del viaggio iniziatico di Leonardo stesso, in un suo scritto si parla di una grotta; indicherebbe il passaggio dall’oscurità alla luce della conoscenza.

Vergine delle Rocce seconda versione -1508 National Gallery Londra

La prima versione ricordiamo fu rifiutata dai frati che la considerarono eretica ed allora Leonardo affidò l’incarico di realizzare una seconda tavola ai suoi allievi, Giovanni ed Andrea de Pedris.

Il secondo dipinto risulta avere un contenuto compositivo assai diverso dalla prima versione. I colori sono molto più chiari ed anche la luce è maggiormente presente all’interno del dipinto.

Anche i bambini sono diversi; San Giovanni è riconoscibile perché tiene un bastone a forma di croce, il pastorale, mentre l’angelo non indica nessuno ed inoltre i bambini hanno gli attributi della santità con l’introduzione dell’aureola che non era presente nella prima versione. Anche la mano della Vergine assume una forma più aggraziata rispetto alla precedente versione.

Tutta l’opera si mostra più luminosa e gradevole, vedi i fiori che sbocciano e meno cupa rispetto alla prima versione.

Ultima cena 1495-1499- Santa Maria delle Grazie, Milano

Questo affresco meriterebbe non solo un articolo a parte ma una intera enciclopedia per tutti i libri e gli articoli scritti sopra di esso, basti pensare per esempio allo scalpore suscitato dal libro Il Codice da Vinci di Dan Brown.

Leonardo sceglie di rappresentare, come lui stesso afferma “ i moti dello animo “ che vengono creati dalle parole del Cristo “ Uno di voi mi tradirà”. Il da Vinci raggruppa i personaggi a tre a tre per esprimere proprio questo concetto in modo da rappresentare lo sconcerto, l’angoscia, lo scoramento la sorpresa dei discepoli di fronte alle parole del Messia.

Sono molteplici gli aspetti enigmatici all’interno dell’opera. Osservando gli oggetti si nota la mancanza del Calice, del Grall, che secondo alcuni studiosi sarebbe celata all’interno dell’opera stessa. Recentemente è stato osservato una strana macchia nella colonna sinistra dell’opera che assomiglierebbe ad una coppa, risulta complicato esserne certi per lo stato precario in cui si trova l’affresco.

Osservando bene si nota inoltre che anche il pane risulta essere intatto e non consumato sul tavolo. Secondo alcune teoria gli oggetti collocati sulla tavola sarebbero molto simili come collocazione con le macchie presenti sulla Sindone, ed anche la dimensione della tovaglia coinciderebbero con il sacro telo.

Per alcune leggende fu proprio Leonardo a realizzare il “Santo Sudario” o almeno ad esserne il custode per un determinato periodo di tempo. Il libro il “Codice da Vinci” si incentra tra le altre cose, sulla figura del San Giovanni, discepolo prediletto da Gesù che assumerebbe le fattezze di una donna.

Dietro Giuda, che si riconosce per il sacchetto dei trenta denari è presente una mano minacciosa che impugna un coltello, proprio alle spalle del San Giovanni. Ma di chi è questa mano? L’apostolo più vicino è Pietro che non può, almeno di essere un contorsionista, impugnare il coltello. Allora perché Leonardo ha inserito questa mano impossibile?

Ultima cena di Leonardo da Vinci

Tornando a San Giovanni, prendendo per scontato che sia un maschio, è perfettamente glabro a differenza degli altri discepoli ad eccezione di Filippo anch’esso glabro ma con fattezze chiaramente maschili.

Cristo si trova perfettamente al cento dell’opera ed i discepoli stanno a gruppi di tre a tre alla sua destra ed alla sua sinistra. Se dovessimo tracciare delle linee sulle teste degli apostoli verrebbe a formarsi tante M che secondo alcuni sarebbe ad indicare il nome di Maria Maddalena, moglie di Gesù e madre di Sara figlia del Messia. La M si forma sia da destra a sinistra che viceversa, sappiamo che Leonardo era mancino e privilegiava la scrittura da destra a sinistra, così come fanno gli arabi.

Leonardo si sarebbe ritratto nella figura di Taddeo che tra gli apostoli è quello meno conosciuto. Esistono molti bozzetti preparatori realizzati da Leonardo realizzati dal vero dall’artista che spesso si recava per le vie di Milano a studiare i volti più interessanti e la corretta fisiognomica.

In uno dei taccuini di Leonardo è propri specificato il nome a cui si è ispirato per il volto di Cristo che sarebbe quello del Cardinal del Montaro Alessando Carissimi. Mentre per il volto di Giuda si sarebbe ispirato al volto del Priore del convento, che spesso era in contrasto con il pittore e quindi denota tutta la sua antipatia. Come modello, invece, per San Giovanni Leonardo ci dice che impiegò una femmina che chiama Giovannina.

Perché ha usato una modella per una figura maschile?

Anche alcuni allievi di Leonardo come Marco d’Oggiorno e il Sanpietrino rappresentano nelle loro opere questa figura con fattezze femminili. Gli stessi monaci, sembra, che avessero chiesto quando l’opera fu terminata chi fosse la figura femminile vicina al Cristo.

La critica ufficiale ci dice che Leonardo avesse voluto rappresentare la bellezza perfetta che doveva essere sintetizzata nell’essere androgeno, teoria visibile anche in altre opere di Leonardo. Ma perché allora non lo ha fatto anche per gli altri discepoli che invece rispettano i canoni cosi come sono descritti nei vangeli?

L’iconografia del San Giovanni invece è quella usata per la Maddalena, infatti ha i capelli lunghi, l’espressione pensierosa, timida e quasi rispettosa nei confronti degli altri apostoli e nei confronti di Cristo.

Leonardo uomo universale nato durante uno dei periodi più fecondi dell’intera umanità ha studiato fino a quando ne ha avuto la forza tutto lo scibile umano entrando in contatto con teorie e studi a noi sconosciuti. Ha percorso strade pericolose e proibite e per questo soltanto la protezione dei grandi mecenati gli ha permesso di portare a compimento i suoi studi.

E’ oggettivamente difficoltoso trovare misteri ed enigmi nei suoi scritti e nelle sue opere, però rimane oggettivamente la curiosità ed il sospetto nei confronti di un genio, un uomo del futuro, che era in possesso di conoscenze a noi non del tutto note e di come per celarle alla cultura del suo tempo, ancora troppo acerba, le abbia inserite all’interno delle sue opere per essere decifrate dalle generazioni future.

Leonardo ha affascinato e continuerà ancora a farlo.

1 COMMENTO

  1. Leonardo da Vinci seguendo Freud rappresentò nella Vergine, Sant’Anna e il bambino con l’agnello, un bambino con una doppia madre, mentre nella prima Vergine delle Rocce adesso al Louvre si può supporre una madre con un doppio bambino. Il tema del doppio, dello specchio era insito in Leonardo che leggeva e scriveva a rovescio senza problemi. Un altro elemento speculare ricorsivo del quadro è la mano rocciosa che sovrasta e contiene quella aperta di Maria. Gli aspetti speculari ricorsivi sono il sigillo del genio. Cfr. Ebook (amazon) di Ravecca Massimo: Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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