
[rating=5] Voci calde, maestria e gestualità come note armonicamente intonate. La serata a palazzo Braschi di Roma del 29 novembre è stata l’omaggio di due bravissimi artisti all’indimenticato autore di “Sostiene Pereira” (1994). Ma, in una maniera tutta particolare, con quell’arte che si spoglia del prevedibile per pennellare di suggestioni il racconto, immaginario e biografico insieme. Emozionante, a volte ironico, poi struggente, una carezza musicale con Isabella Mangani (voce) e Felice Zaccheo (chitarra portoghese).
Il testo di Antonio Tabucchi ripercorre gli ultimi tre giorni di agonia di Fernando Pessoa. Scanditi a due voci da due applauditi nomi: Massimo Popolizio e Gianluigi Fogacci. Il primo lo abbiamo visto di recente al cinema, diretto da Martone nelle vesti di Monaldo Leopardi, il padre di Giacomo, mentre Fogacci sta girando l’Italia con Galatea Ranzi nel bellissimo lavoro Ada Byron Lovelace, la Fata Matematica lo spettacolo scritto e diretto da Valeria Patera ed il prossimo impegno su Roma per lui sarà dal 5 al 15 marzo al teatro Vascello con Siamo tutti in pericolo ultima intervista di P.P.P con la regia di Daniele Salvo.
L’adattamento teatrale su Pessoa e le cure registiche portate a palazzo Braschi sono state di Teresa Pedroni che per la prima volta incontrò lo scrittore Tabucchi (scomparso a Lisbona due anni fa) al Teatro Belli di Roma, dove nel 1994 hanno debuttato “I dialoghi mancati”. L’incontro Tabucchi-Pedroni è “ancora in fieri – commenta la stessa – si può definirlo così, credo, è un problema di meccanica quantistica”. L’aiuto regista è Simone Faucci, l’assistente alla regia Elena Stabile ed il fonico Fabio Rivelli.
E’ il racconto nel quale Antonio Tabucchi descrive la morte di uno dei più grandi scrittori del Novecento della cui opera lui stesso si è occupato lungamente, traducendola e diffondendola nel mondo. In scena con Popolizio-Fogacci si ripercorrono gli ultimi tre giorni di agonia di Fernando Pessoa, presentato dall’Associazione Diritto e Rovescio con il patrocinio dell’Ambasciata del Portogallo insieme all’Ambasciata presso la Santa Sede. Nel novembre 1935 Fernando António Nogueira Pessoa si trova nel suo letto di morte all’ospedale di São Luís dos Fanceses e, come in un delirio, il grande poeta portoghese riceve i suoi personaggi letterari (Álvaro de Campos, Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Bernando Soares, António Mora), parla con loro, crea conflitti, detta le sue ultime volontà, dialoga con i fantasmi da lui stesso creati che l’hanno accompagnato per tutta la vita. Massimo Popolizio, nei panni di Pessoa, mentre i vari eteronimi sono interpretati da Gianluigi Fogacci. In questi “incontri” tornerà a tratti anche ad incarnarli, a ripetere le loro parole, i gesti, in un’atmosfera sospesa e inquietante. Si assiste così alle varie trasformazioni di Pessoa-Popolizio come ad un rituale di congedo definitivo dai suoi personaggi e quindi dalla vita.
Massimo Popolizio e Gianluigi Fogacci hanno dunque omaggiato Tabucchi e Pessoa, il primo omaggiava il secondo, ma i due artisti hanno finito per fare memoria di entrambi in un sol stile. Nel Salone Torlonia una fantastica serata di cui al momento non sono previste repliche, a Roma o altrove.