Un attore ha un corpo per poter implodere, esplodere, esporsi e farsi segno scenico, dare o non dare senso alle sue proiezioni. Bustric col teatro cerca se stesso, esplorando le proprie risorse fisiche, intellettive, verbali; girovagando a braccetto con le onomatopee, sfruttando ogni insenatura e angolo per creare e ricreare momenti, balli, sketches, facce buffe.
Da anni il personaggio dall’immancabile completo giallo che impersona, retrò ma sempre accattivante, mescola le tecniche e sviluppa un proprio linguaggio, spaziando tra clownesco e illusionismo, parola e non sense. Per un risultato di una freschezza assoluta.
Pinocchio libero tutti, atteso spettacolo all’interno della fortunata rassegna pistoiese Infanzia e Città, è un omaggio scanzonato e divertito al burattino di Collodi, successione di trucchi del mestiere e rottura della quarta parete – per un pubblico di bambini in delirio.
Bustric si esibisce in classici numeri di pantomima, illogiche composizioni degli arti che non annoiano mai. Poi gioca col teatro di figura, i travestimenti, le ombre cinesi, oppure oggetti mastodontici che lo ingoiano. Tutto a vista, chiaro e visibile, quasi a svelare come si crea la finzione – notte improvvisa che si fa giorno e altri mondi. Bustric è prestigiatore e guitto, ma anche burattinaio e cantastorie; le sue tante espressioni lo fanno pagliaccio che sfreccia e canta e balla, in una tenera slavina di mutamenti. Lui è Bustric e contemporaneamente sirena, fata turchina o Napoleone. Siamo al Bolognini e siamo altrove, nel regno del possibile.
Semplici ma efficaci certe trovate, irresistibili capovolgimenti dei punti di vista – come un cappello che si trasforma in altro da sé o una corda che ha vita propria.
Discesa finale in platea per gli applausi e le strette di mano al giovane pubblico. Lunga vita a Bustric e al teatro magico.
