Home Teatro I SUOCERI ALBANESI | Una normale storia di pregiudizi

I SUOCERI ALBANESI | Una normale storia di pregiudizi

In scena al Teatro Carcano di Milano fino al 24 gennaio

[rating=3] Cosa succede se in casa di una romanissima famiglia borghese arriva una coppia di idraulici albanesi? È la domanda che Gianni Clementi si pone ne I suoceri albanesi in scena al Teatro Carcano di Milano fino al 24 gennaio.

Protagonista dello spettacolo è la coppia formata da Lucio, assessore comunale di sinistra molto attento all’integrazione dei migranti (la garanzia Francesco Pannofino) e Ginevra, ristoratrice “molecolare”, soprattutto per le dimensioni delle sue creazioni (Emanuela Rossi). Coppia alle prese con le paturnie adolescenziali della figlia Camilla (Elisabetta Clementi), oltre che con un problema di tubature che nesessita l’intervento di Igli (Maurizio Pepe) e Lucian (Filippo Laganà), due fratelli idraulici di origine albanese che sconvolgeranno la vita politicamente corretta di Lucio e Ginevra.

Nonostante il titolo spoiler, che anticipa quanto accadrà nel secondo tempo dello spettacolo, la commedia riesce sicuramente nel suo intento istituzionale ossia regalare due ore di risate, senza però rinunciare ad una velata critica alle tante contraddizioni della nostra società che spesso tra l’apparire e l’essere preferisce il meno impegnativo apparire, soprattutto quando i problemi bussano alla porta altrui. Ed è proprio facendo leva su queste contraddizioni che il testo di Clementi riesce ad andare a segno.

Merito anche di Francesco Pannonfino, che sa perfettamente su quali corde pizzicare per innescare le risate in sala, anche se con qualche eccesso “romanesco” di troppo, dimentico forse di giocare fuori casa e di quanto lo spettatore milanese tipo possa essere insofferente nei confronti di dialetti parlati dal Po in giù. Se però la verve comica di Pannonfino è ormai nota al grande pubblico dai tempi di Boris, di sicuro meno nota è quella di Maurizio Pepe che porta in scena un albanese talmente credibile da rubare la scena al resto del cast e a far sorgere il dubbio che nel suo albero genealogico ci sia per lo meno un antenato oriundo di Tirana.

Insomma, al netto di qualche battuta un po’ forzata e qualche stereotipo al limite del macchiettistico come lo strambo colonello interpretato da Andrea Lolli, lo spettacolo non deluderà le aspettative di chi a teatro non va solo per riflettere, ma anche per farsi quattro risate.

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