Una bandiera Italiana troneggia sul palco e dopo un prologo di dubbio gusto, vuoi per l’inno di Italia, vuoi per l’irruzione in platea del cast in veste di manifestanti … forse sindacali, vuoi per la scarsa visibilità dagli spalti della struttura del Globe Theatre, donde tutti in piedi a sbirciare di sotto, sul palco un trionfo di costumi a firma Gianluca Sbicca e le allegre comari che hanno ricevuto due lettere gemelle con destinatari differenti, negli appositi spazi bianchi danno il via alla commedia di Shakespeare.
Mrs Ford e Mrs Page ricevono questi plichi per mani di Robin, validamente interpretato da Dario Guidi, eclettico interprete a tutto tondo, che ci accompagna con l’arpa suonata dal vivo per tutto il corso della vicenda, servitore di Sir John Falstaff. Le due comari di Windsor Antonella Civale e Loredana Piedimonte rispettivamente, in fogge emule delle famosissime Drag Queen romane Karma B un portento di bravura, i due Master Ford e Master Page, i loro mariti, aiutate e supportate dai servitori dell’attempato uomo, un tempo testa bianca e ventre tondo, ma in scena è un corpulento Antonino Iuorio, brillante per testa e ritmica recitativa, vista la difficolta della drammaturgia richiesta al suo personaggio, tramano nei suo confronti tranelli e truffe per la derisione che ne consegue a tali messaggi, forieri di un uomo dalla dubbia credibilità.
Tra gli affari della Madame emerge anche riuscire a che lo sposalizio di Lady Ann, come la giovane preferisce, sia con l’altro bravissimo attore che Sebastian Gimelli Morosini, in arte Fenton, elegante e plastico nei movimenti talora statuari, se non stentorei, ottimo come contro immagine della ‘ruffiana’ e gli garantisce un valido intervento e rieccoci “..tocca fare tutto a me, … pulire, lavare, scopare…”, si allunga apre la mano e ivi cade un sacchettino di ’monete’ rosso.
Non c’è tregua all’ilarità e all’ipnosi dello spettacolo fino alla truffa finale, tutti in maschera e al matrimonio tra Fenton e Lady Ann. Si tutto ad opera di Madama Quickly, “..tocca fare tutto a me,…pulire, lavare, scopare…”, si allunga apre la mano e ivi cade un sacchettino di ’monete’ rosso, ed ecco l’applauso meritato e ripetuto diverse volte dopo ben tre ore di commedia. Tutti eccelsi e che armonia tra i vari attori, si evince nel girotondo a chiusura che mette al centro l’arpista Robin, un cervo, un po’ Achille Lauro, ormai uomo immagine divertente e divertito della compagnia: ecco la chiave di una messa in scena così precisa nei ritmi e nell’appeal che ne è risultata.