
[rating=5] Non poteva esserci una rappresentazione più esilarante per il lavoro di Woody Allen che il direttore artistico del Teatro dell’Angelo Antonello Avallone firma nella regia e nell’interpretazione. Spassoso, genuino, vero. Non è recitazione è la naturalezza di un testo che si è fatto oramai proprio. Da Magni, Scarpetta e De Filippo fino al regista americano l’attore romano è sempre una conferma ed una scoperta insieme. Lo avevamo applaudito l’ultima volta con “Novecento” di Baricco e lo ritroviamo fino al 30 novembre in via Simone de Saint Bon 19 (la prima c’è stata il 6 novembre) con questo film del 1995 che valse l’Oscar a Mira Sorvino ed una pioggia di nomination. Per giovani, famiglie e simpatizzanti il testo è riuscito benissimo nella trasposizione teatrale. In scena c’è pure un bel coro greco da cui spicca la voce di Stefano Santerini. Un cast di pregio ad accompagnare il protagonista: Silvia Augusti, Alessandro Capone, Giordano Cappellazzo, Francesca Cati, Veronica Di Giacobbe, Giulia Di Nicola, Francesco Marioni, Valerio Palozza e Flaminia Parnasi.
Simpaticissima e bene calata nella sensuale parte (che fu della Sorvino) di Linda Ash in arte “Judy Orgasm”, Giulia Di Quilio. Proveniente dal laboratorio teatrale di Enzo Garinei e facente parte del cast Oscar “La Grande Bellezza” di Paolo Sorrentino.
Questa trasposizione de “La Dea dell’Amore” mantiene fedele la comicità originale suggestionando ulteriormente la forza esilarante grazie al tono ed alla mimica del grande Avallone che già nel 1992 aveva portato a teatro il film di Allen. Gag assicurate in due ore e mezza di spettacolo autentico in cui lascerete all’ingresso pensieri e preoccupazioni. Una volta seduti ci sarà spazio solamente per la travolgente e divertentissima storia con ammiccamenti sessuali tenerissimi di Avallone-Di Quilio, sul palco Weinrib-Linda/Judy.
Le scene di Red Bodò (cura pure i costumi) sono molto belle e rendono bene i tre ambienti in cui si rappresenta il racconto, la casa di Lenny Weinrib, l’ufficio della redazione dove lavora e la sua casa, che divide con Amanda (aspirante gallerista d’arte) ed il figlio Max. Cronista sportivo, innamorato della consorte, ne avversa l’idea di adottare un bambino, che un bel giorno arriva in casa riempendo di gioia la coppia. Il piccolo cresce e pure la sua strepitosa intelligenza. E’ allora che l’uomo si mette sulle tracce della mamma biologica, scoprendo che è una pornostar. Da quel momento… il candore di Lenny sarà il vero protagonista…
Una menzione speciale va infine ad Erika Barresi che ha saputo ricreare l’atmosfera attraverso giochi visivi e cambi di scena coperti dal buio e mantenenti un riserbo scenico che contribuisce non poco al successo di tutto il lavoro. Non ci sarà alcuna tournée in quanto resta un lavoro esclusivo del Teatro dell’Angelo con date uniche per il corposo gruppo di attori e coro.
Da vedere, rivedere, ridere e divertirsi.