Home Teatro Amore e resti umani: il terrore deformante dell’essere sé stessi

Amore e resti umani: il terrore deformante dell’essere sé stessi

[rating=5] Tanta parte dell’immaginario artistico in tutte le sue forme è stato dedicato alla paura del riconoscimento, dell’accettazione incondizionata della propria natura, anche a fronte di terribili frustrazioni e dolori. Eppure questo iper-declinato archetipo, desunti i classici, raramente è stato affrontato in teatro con la tessa forza, volutamente dissacrante  e cruda come Brad Fraser è riuscito a fare con “Amore e resti umani”.

La piece nata negli anni 80 dalle ceneri di una carriera ormai in declino, porta questo giovane commediografo americano al successo internazionale raccontando le vite di sette trentenne disillusi, egoisticamente e disperatamente alla ricerca di qualcuno che possa amarli, senza riuscire tuttavia a restituire in modo sano il sentimento. C’è Candy, ragazzetta bulimica incerta fra amore saffico e di seconda mano, una superba Valentina Bartolo, pupilla ronconiana di cui ben si evidenzia la marca formativa, Jerri (Cristina Mugnaini) ingenua e ostinata amante, Robert marito fedifrago e barista seduttore (Luca Mascolo), Kane (Francesco Sferrazza Papa) dolce e acerba anima fra tanto disincanto, Bernie assalito da un’oscurità che soffoca  nel sangue, fantastico Dimitri Galli Rohl, già vincitore del premio Sipario con U.S.D.E., Benita la prostituta-veggente che si offre quasi con la sacralità di una vestale per combattere il buio delle  inquietudini umane (Cristina Poccardi) e poi lui, il mattatore della scena, David, omosessuale spudorato e ribelle auto convinto dell’inesistenza dell’amore, “quella cosa lì’” che non riesce nemmeno a pronunciare, perfettamente reso da Massimo Odierna, qui vera bestia da  palcoscenico.

Amore e resti umani

Lo spettacolo in scena dal 4 al 16 Marzo nella raccolta atmosfera del minuscolo e very “urban” teatro dei Conciatori a Roma è firmato da Giacomo Bisordi, classe 1985, già neurobiologo, assistente alla regia di Lavia e ora autore teatrale. Un pezzo crudo, sporco, senza fronzoli, dove il sesso e la violenza la fanno da  padroni, mostrandoci quanto male possa farci il rifiuto di noi stessi di fronte a pulsioni e desideri pur sempre veri, perché se non si segue la natura, sembra suggerirci Fraser, non potremmo che rimanere creature oscene e maledette, come il bimbo mutilato che infesta i sogni di David. Per chi è a digiuno ma avido ti tinte forti ed emozioni da stomaco duro, assolutamente da vedere!

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