Home Note d'autore Vinicio Capossela, ultimo marinaio coraggioso della canzone italiana

Vinicio Capossela, ultimo marinaio coraggioso della canzone italiana

E’ un Vinicio Capossela in grande spolvero, come non lo vedevamo da tempo, quello salito sul palco del Lunatica Festival 2011 di Marina di Carrara, nella serata inaugurale della kermesse con il suo concerto “Marinai, profeti e balene”.
Un concerto nato dal suo ultimo album omonimo, che vede Capossela imbarcarsi su di una fantomatica nave in un viaggio verso rotte estreme nel mare aperto. Un mare immaginario, diviso tra musica e letteratura, popolato dall’epica di Omero, da scritture bibliche e da racconti di Conrad e Melville.Capossela si tuffa in questo enorme oceano mare, esplorando i fondali popolati di balene, polpi, mostri e sirene, e affiora in superficie carico di suoni, visioni, colori e salsedine.Emergono a galla le voci di personaggi come Lord Jim, Billy Budd, Odisseo, Calipso, Poliremo, l’Aedo, le Pleiadi e il mostruoso Leviatano. Figure incastonate in una «fantasmagoria di ballate, gighe, prison songs, canzoni da giaccone, da peplo, da uniforme, da scafandro, o pezzi di pura evocazione, brevi e perfette colonne sonore della vita tra i flutti», come l’ha definiti Marco Castellani nelle pagine del “giornale di bordo” dello spettacolo.Vinicio Capossela è il capitano di una ciurma di grandi artisti che dispongono di uno strumentario di bordo straordinario composto da sega musicale, concertina, santoor, saz, onde Martenot, gong delle nuvole, teste di morto, conchiglie, flauti, contrabbasso, banjo, chitarre, kalimba, theremin, catene, organetti e molti altri, nonché tantissimi e vigorosi cori rievocanti le mille voci del mare.

Una vecchia passione quella del mare per Vinicio Capossela, che ha origine fin dai tempi de “L’affondamento del Cinastic” e di “Canzone a manovella”, e che esplode letteralmente in questa sorta di “Marina Commedia” che va oltre la musica e il concerto, divenendo musical teatrale a tutto tondo.

Un’affascinante scenografia racchiude i musicisti-marinai come all’interno del ventre di una balena, una specie di scheletro, che con movimenti ondulatori rievoca le creature del mare, dai tentacoli del polpo alle alghe, fino alle fauci del pescecane.

Un concerto sul mare in ogni senso quello del 24 luglio 2011, che il pubblico ricorderà a lungo per la verve ritrovata da Capossela e per la location suggestiva e in tema con la linea del concerto, ovvero sul mare del porto di Marina di Carrara, tra le navi attraccate e le cave di marmo, la pietra di Michelangelo che tanto ha suggestionato il cantautore da dedicargli un sonetto musicale.

Capossela si concede in uno spettacolo di oltre due ore che inizia da una lunga serie di brani tratti dal nuovo album, con incursioni legate alle sonorità e al tema marino, fino a quando non fa letteralmente balzare in piedi il pubblico ondulante tra le onde del mar, tirando fuori dalla cambusa “L’uomo vivo” inno alla gioia di tutti i Viniciani. E poi è la volta di altre canzoni dal vasto repertorio del cantautore come “Brucia Troia”, “Il ballo di San Vito”, “La morna” e il medley marinaresco di “Che cos’è l’amor” magistralmente eseguita sulla base e sul ritmo della canzone “La barca tornò sola” di Renato Carosone.

La “Marina Commedia” porta gli spettatori alla deriva, facendoli danzare tra polpi, sirene e balene bianche, confinandoli in un luogo atemporale nella sinfonia degli abissi.

Un’antica metafora vuole che nel temerario navigare gli uomini trovino virtù e conoscenza, e che là, nello spaesante mare, lontano dalla terraferma e dalle ferme leggi degli uomini, meglio comprendano la loro esistenza e il loro destino. Chissà quale nuova forma musicale o quale bizzarra idea riuscirà a trovare il genio di Vinicio Capossela, che con questo ultimo album si è dimostrato ancora una volta l’ultimo marinaio coraggioso del cantautorato italiano.

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