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Il Piccolo Teatro di Milano rende omaggio a Massimo Castri con “La cantatrice calva”

Il Piccolo Teatro di Milano rende omaggio a Massimo Castri a un anno dalla sua morte (21 gennaio 2013), con la messinscena al Teatro Grassi dal 15 al 26 gennaio 2014 del suo ultimo spettacolo, La cantatrice calva di Eugène Ionesco. Un testo che, attraverso le chiacchiere da salotto di due anonime coppie inglesi, svela e denuncia uno sfascio morale sempre attualissimo. Leggi la recensione dello spettacolo.

Quando va in scena per la prima volta, nel 1950, La cantatrice calva rivela un autore d’avanguardia, deciso a voltare pagina al teatro canonico, sfuggendo al realismo e ad ogni impianto psicologico, Eugène Ionesco destinato a diventare esponente di rilievo del teatro dell’assurdo.

Due anonime coppie inglesi – gli Smith e i Martin – vengono rappresentate come gli archetipi della borghesia. I quattro sono impegnati nelle classiche chiacchiere da salotto, ma hanno perso ogni capacità di comunicare: parlano di banalità, usano frasi convenzionali, non esprimono emozioni o passioni. Le parole svuotate del loro contenuto non rispondono più alla logica per trasformarsi in puro suono. È una riflessione sulla non significanza del linguaggio, sulla frequenza delle ovvietà e dei luoghi comuni che sostanziano le conversazioni quotidiane. Il salotto diviene un luogo simbolo della borghesia, teatro degli scambi e delle relazioni tra interno ed esterno, tra privato e pubblico, diventa un guscio vuoto, una fragile corazza protettiva. Le continue baruffe degli Smith e l’incapacità di riconoscersi dei Martin rivelano rapporti consumati dall’abitudine. Il risultato è una situazione paradossale, comico-grottesca in cui i protagonisti dialogano sul nulla dimostrando una superficialità unita ad una incapacità di pensare e di approfondire che drammaticamente non è affatto lontana dalla nostra realtà.

“La relazione, all’interno della famiglia come nella dimensione sociale”, sono parole di Massimo Castri, “viene privata di un obiettivo, di un senso comune e viene mediata dalle forme cristallizzate delle convenzioni, autosufficienti perché sempre uguali a se stesse, bloccate nella ripetizione. Non c’è sviluppo, non c’è progresso, non c’è vera azione, solo il perpetrarsi eterno di una forma come unica possibilità di sopravvivenza. La ripetizione meccanica”, conclude il regista, “preserva dal definitivo disfacimento eppure, per quanto cerchi di negarlo nella ciclicità, subisce il tempo.

Attraverso gli occhi di Castri sembra di osserva ancora vividamente una divertente e amara parodia della famiglia moderna, assopita in una condizione di incomunicabilità e superficialità, magari davanti a quei talk show in cui regna la non-dialettica urlata.

Una scena da "La cantatrice calva" di Massimo Castri

L’incontro

Sabato 25 gennaio, ore 17.30, nel Chiostro Nina Vinchi (via Rovello 2), la compagnia dello spettacolo incontra il pubblico. Intervengono Giovanna Bellati, Federica Mazzocchi, Alessandro Pontremoli; coordina Annamaria Cascetta. L’incontro è organizzato dal Piccolo Teatro in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. L’ingresso è libero con prenotazione alla mail comunicazione@piccoloteatromilano.it.

Orari: martedì e sabato ore 19.30; mercoledì, giovedì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.00. Lunedì riposo.

Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro.

Maggiori informazioni: www.piccoloteatro.org

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