Ritorna in scena al Sistina di Roma “Rugantino” la commedia musicale cult delle teatralità romana, successone dei grandiosi “Garinei e Giovannini”, ripresentato nella sua versione storica di Pietro Garinei con la supervisione di Massimo Romeo Piparo, direttore artistico del Teatro. La maschera amara e dissacrante è vestita da Michele La Ginestra, tutto come un tempo musiche del M° Armando Trovajoli bellissimi costumi firmati da Giulio Coltellacci e la scenografia girevole, bellissima e credibile, che fa dello spazio scenico un impareggiabile unicità. Con Rugantino ai ceppi della gogna si apre lo spettacolo. È condannato per truffa e di qui l’antefatto. In scena con lui il grandissimo Massimo Wertmuller, nel ruolo di Mastro Titta. Se ne delinea subito il personaggio, gli piacciono le persone con la testa, cui il protagonista con fare romanesco, gli ribatte che così ci prova più gusto e gli garantisce un guadagno pro capite.
Via i legni della sentenza, la scena e i personaggi rappresentano la vicenda. Fascino atmosfera e brio sornione catturano immediatamente l’attenzione del pubblico in sala. È sold out per tutte le repliche previste e per accontentare le numerose prenotazioni ancora in attesa si replica nei week end di maggio da venerdì 13 a domenica 15 e da giovedì 19 a domenica 22. Il nostro eroe è ancora, mani e testa legato, in attesa di esecuzione, quando passa Rosetta, in questa edizione vestita dalla bella e fascinosa Serena Autieri, notoriamente napoletana, ma indubbiamente credibile nella romanità che il personaggio richiede, e poi si sa, ma che voce. Di qui parte la sfida con i suoi amici, a tutto il papato così lo chiama il suo mondo, Rugantino a far sua la provocante Rosetta.

E nelle vicissitudini del nostro protagonista incontriamo il principe Paritelli, carismatico ed abile Giulio Farnese e Donna Marta, sua moglie, procace e affascinante compagna di diverse scappatelle; e incantati dalla strepitosa voce di Serena Autieri nelle famose “Ciumachella de Trestevere” e “Roma nun fa’ la stupida stasera” giunge al culmine con l’innamoramento e la conseguente seduzione, la storiella tra Rugantino e Rosetta, proprio nella Sera dei Lanternoni. A creare ilarità od anche disappunto arrivano anche le botte o le dita mozzate di Gnecco, marito violento e geloso, ma allo stesso tempo cornuto e la sua morte per colpa di un criminale.
Il tutto tra balletti, trovate sceniche e ruderi romani, che girano sulla pedana girevole firma e gloria del Teatro Sistina da oltre sessant’anni di repliche, nelle quali Rugantino è stato Nino Manfredi, o Enrico Montesano, o Valerio Mastrandrea, o Enrico Brignano fino all’ attuale Michele La Ginestra che inevitabilmente portano a uno scrosciante applauso di saluto. Bravi davvero nel riuscire a trattenere il pubblico per tre ore seduto e con le mascherine.