Notre Dame de Paris, lo spettacolo che non smetterà mai di meravigliare”Notre Dame de Paris”, il musical dei record, l’opera popolare moderna più famosa al mondo e spettacolo tra i più imponenti mai realizzati, celebra quest’anno il ventennale dall’esordio sulle scene italiane, avvenuto per la prima volta il 14 marzo del 2002 al Gran Teatro di Roma (costruito appositamente per volontà di David Zard) e, in occasione di un anniversario così importante, solo ed esclusivamente per il 2022, lo show avrà come protagonista l’intero cast originale del debutto, con il grande ritorno di Lola Ponce nei panni di Esmeralda. Insieme a lei, sul palco ci saranno Giò di Tonno (Quasimodo), Vittorio Matteucci (Frollo), Leonardo Di Minno (Clopin), Matteo Setti (Gringoire), Graziano Galatone (Febo), Tania Tuccinardi (Fiordaliso).
Tratta dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, la versione italiana dello spettacolo, curato da Pasquale Panella, con le musiche “eterne” di Riccardo Cocciante, le coreografie di Martino Muller, le scene di Christian Ratz ed i costumi di Fred Sathal, ha appassionato in questi anni più di quattro milioni di persone ed è pronta ad emozionare ancora il pubblico attraverso un tour per celebrare l’intramontabilità della propria storia con una tournée (prodotta da Clemente Zard, con la collaborazione con Enzo Product Ltd, e interamente curata e distribuita da Vivo Concerti) che é partita il 3 marzo 2022 da Milano e si concluderà il prossimo dicembre a Trieste.

“Notre Dame de Paris” è un classico senza tempo tradotto in musical, una storia d’amore e di passione, una vicenda melodrammatica e tetra, ambientata nella Parigi di fine Quattrocento, ma profondamente attuale perché affronta il tema dello straniero, del diverso, dell’emarginato, che deve essere “cacciato” per impedire che corrompa la società.
Non è uno spettacolo che si guarda, ma si vive e si canta, e continua a tenere la scena con un seguito di pubblico davvero straordinario, che non conosce paragoni. Perché ha saputo mantenere la forza, la maestosità e la grandezza del primo giorno con la straordinaria regia, le musiche, i testi, le coreografie, i movimenti di scena, i costumi, il talento degli attori e dei ballerini.
Vent’anni di musiche, danze, acrobazie ed emozioni hanno reso “Notre Dame de Paris” un cult dello spettacolo dal vivo, che ha dominato la classifica dei titoli teatrali e superato le presenze dei più grandi live della musica rock e pop.
Passione, desiderio, pregiudizi e malvagità sono gli ingredienti base di “Notre Dame de Paris”, ma é sicuramente l’amore in tutte le sue forme il vero motore della storia: quello fraterno di Clopin (capo degli zingari) che si batterà per difendere Esmeralda; quello vero e sincero di Quasimodo per Esmeralda, ma non corrisposto a causa della sua deformità; l’amore di Esmeralda, che si guadagna da vivere cantando e ballando davanti la cattedrale di Notre Dame, per il soldato Febo (legato però a Fiordaliso); la passione nuda e cruda per Esmeralda di Frollo, che addirittura arriva a maledire la castità imposta dal suo ruolo; l’amore codardo di Febo, che ritorna dalla fidanzata non curandosi del destino di Esmeralda e non muovendo un dito per tirarla fuori dalla prigione. Cuori che battono e cuori che piangono, scatenando tradimenti, lacrime e morte, ecco perché Esmeralda deve morire, anche se lei si oppone a questo destino ed urla la sua fame di vita e di amore. In ognuno di loro c’è una suprema lotta tra passione e dovere, tra legge naturale e legge morale, a voler significare lo scontro costante tra bene e male nella storia, ma soprattutto nell’animo di ogni uomo.
A distinguersi è l’interpretazione di Vittorio Matteucci nel ruolo di Frollo; la scena in cui lui va a trovare Esmeralda in prigione sottolinea come la passione carnale possa portare alla rovina, la stessa che lo trascina ai confini dell’inferno. Anche Giò Di Tonno dà prova della sua enorme bravura, aiutato sicuramente dalla lunga esperienza nel ruolo di Quasimodo. Con la sua voce rotta, a tratti disperata, ma intensa al tempo stesso, trascina il pubblico nella Parigi del 1482, di fronte a quella cattedrale maestosa sul cui sagrato piange lacrime amare per la perdita dell’amata.
Vera e propria anima della città, la cattedrale é un focus, punto di convergenza per tutti i personaggi coinvolti, un punto di osservazione sul mondo tra ammirazione e turbamento, un punto di riflessione tra passioni e accadimenti. Ed é proprio all’interno della cattedrale che si consuma il conflitto tra bene e male che attanaglia i personaggi.
Storicamente lontano da noi, narra di vicende collocate tra la fine del Medioevo e del mondo gotico mentre il Rinascimento si fa portatore di nuove idee e di una nuova estetica nelle arti e l’Alchimia, antenata della Scienza, rimette in dubbio il senso della vita, ed è in questo contesto storico che si consuma la storia dell’amore di Quasimodo per Esmeralda, tanto impossibile quanto tragico, condannato per forza di cose all’ingiustizia e all’ipocrisia. Pur tuttavia “Notre Dame de Paris” continua a sconvolgere per l’attualità di cui é permeato e si rivela quanto mai attuale, perché sottolinea il tema dell’asilo, dell’abuso di potere e della negazione della libertà. Di quanta ingiustizia ed ipocrisia siamo testimoni, se non addirittura “complici”, anche ai nostri giorni?
A contribuire al successo intramontabile c’è da considerare anche il lavoro di ballerini e acrobati che in più occasioni lasciano il pubblico senza fiato. Basti pensare al primo atto e al brano “La festa dei folli” in cui fanno la loro comparsa delle transenne (strumenti della modernità), trasformando il palco in un susseguirsi di acrobazie. Oppure al secondo atto con il brano ”Le campane”, quando sulla scena scendono tre campane di grandezza naturale, mentre tre ballerini, senza protezioni, ne accompagnano il movimento oscillatorio.
Con la sua formula innovativa, “Notre Dame De Paris” vanta una scenografia essenziale costituita da un grande muro di fondo che si anima continuamente con strepitosi giochi di luce e prospettive. E’ dotato, inoltre, di elementi strutturali simili a torri che si muovono sulla scena creando una sorta di danza. Le coreografie e le acrobazie sono parte integrante e complementare della scena: la danza moderna viene inscritta nella break-dance e nella danza contemporanea, con movimenti strettamente coordinati con le passioni, gli stati d’animo ed i pensieri dei protagonisti.
A parte le musiche una più bella dell’altra, i motivi per cui vedere o tornare a vedere “Notre Dame de Paris”, come si é detto, sono le sue tematiche, i balletti e i pezzi di giocoleria. Salti e acrobazie, ma anche grazia e leggerezza nei momenti più delicati di uno spettacolo che si chiude con la stessa canzone intonata all’inizio, “Il tempo delle cattedrali”. L’atmosfera di festa che si respira al momento dei saluti finali, è qualcosa di unico e magico e tutto sembra rimasto inalterato, come se si fosse fermato il tempo. Un cerchio che si chiude, là dove tutto ha avuto inizio, destinato a ripartire ogni giorno da zero, facendo entrare la storia di Quasimodo ed Esmeralda per sempre nella storia del teatro italiano.
Ed alla fine arriva puntuale la standing ovation degna di uno spettacolo indimenticabile.