Eduardo De Filippo, il grande attore e commediografo tra le figure più eminenti del teatro italiano del Novecento, amava il cibo della sua tradizione napoletana e questa sua passione per l’arte culinaria l’aveva trasferita direttamente nelle sue opere teatrali. Pensiamo al ricco banchetto in “Napoli milionaria” o alla tavola apparecchiata in “Filumena Marturano”, per citarne solo alcune.
Si realizza così un binomio perfetto per l’evento di punta del Festival Food & Book di Montecatini Terme giunto alla sua nona edizione, la coinvolgente manifestazione con scrittori, autori e chef che raccontano e fanno degustare cibo di prima qualità e della tradizione: la cena di gala. Nella suggestiva cornice del Castello La Querceta, sede dell’Istituto Alberghiero Martini di Montecatini Terme, lo chef stellato Marcello Leoni e lo chef Pietro Parisi hanno dato vita ad un percorso enogastronomico a quattro mani in omaggio al grande Eduardo e alla sua passione viscerale per il cibo, affiancati dai ragazzi della scuola che hanno dato prova di grande serietà e professionalità.

L’incipit del percorso enogastronomico è stato l’aperitivo offerto al primo piano dall’Istituto alberghiero con della squisita mozzarella e treccia di Bufala Campana DOP, dal sapore intenso e di antica tradizione, affiancato a pomodorini del piennolo del Vesuvio, salumi e finger food. Il tutto accompagnato a scelta da un calice di prosecco o un cocktail.
Quindi la scena si sposta nella grande sala al piano terra, arredata di tutto punto per l’occasione, dove in grandi tavolate circolari la convivialità ha preso corpo con grande piacere per pubblico e ospiti. Il sipario enogastronomico si è aperto su un antipasto di baccalà croccante adagiato su una crema di fagioli, tarallo, mandorle e pepe, con una punta di spinaci: un piatto delicato, accompagnato dalle note fruttate di un bicchiere di Malvasia Puntinata.
Quindi il primo: candele spezzate al ragù napoletano classico e pecorino semistagionato, un piatto che non poteva assolutamente mancare. E per l’occasione la cantautrice Patrizia Cirulli ha riportato in musica con profonda passionalità la poesia di Eduardo “Fantasia”, che ci ricorda di vivere la vita con leggerezza perché: “mparammece a campà c’ ‘a fantasia”. Quindi l’attore calabrese Gino Manfredi ha recitato con sentita partecipazione l’intramontabile poesia dedicata al ragù: ‘O Rraù, per ricordarci che “‘O rraù ca me piace a me /m’ ‘o ffaceva sulo mammà”, ed occorre stare attenti a non cadere nella trappola di dar vita ad una semplice “carne c’ ‘a pummarola”. Per declamare infine ‘O Sartù, poesia dedicata al famoso timballo napoletano di riso.
Il secondo piatto, realizzato dallo chef Leoni, è il lombo di manzo accompagnato da melanzane grigliate e gocce di pomodoro arrosto: intenso e a tratti forse troppo caparbio.
Quindi la sontuosa chiusura con il gran Babà, nella rivisitazione di forme e delicatezza dello chef Parisi, accompagnato da un infuso al cacao e vaniglia, per ammorbidire gusto e palato.
Patrizia Cirulli conclude con un saluto malinconico “Si t’o sapesse dicere” in un turbinio di emozioni ‘O core è analfabeta, / è comm’a nu pùeta / ca nun sape cantà.
E la serata non può che chiudersi con una “tazzina di caffè, presa tranquillamente qua” come ci ricorda De Filippo in “Questi Fantasmi”. Una cena vivamente teatrale piena di sorprese per occhi, orecchie e cuore perché nel cibo c’è il piacere della condivisione e della scoperta.