
Nuovo contest Fermati & Vinci! con in palio 6 biglietti omaggio offerti dal Teatro Vascello, per lo spettacolo Hai appena applaudito un criminale con Daniela Marazita di venerdì 20 novembre 2015 alle ore 21 al Teatro Vascello di Roma, Sala Studio. Per partecipare vedi sotto.
Semi-lettura emozionata dell’intenso racconto dell’esperienza di una donna che sfida il pregiudizio estremo scegliendo di fare teatro in carcere con uomini colpevoli di indicibili reati.
È inverno pieno. Nel carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, nel gelo di una cappella dedicata alla celebrazione della messa, si tengono i primi incontri del laboratorio teatrale. All’inizio ci sono un uomo ed una donna ma presto lei rimarrà l’unica a condurre il gruppo di dodici uomini verso quello che appare l’irraggiungibile traguardo del palcoscenico.
Diffidenza, contraddizioni, paura, giudizio morale, TEATRO. Sentimento, rigore, tradimento, scoramento, riscatto, seduzione, violenza, impotenza, dolore, desiderio, finzione. Rieducazione. TEATRO. Inadeguatezza. Cultura, bellezza, orrore. Rigore. Giustizia. Verità. Coinvolgimento, studio. Tenacia. Gioco. Miseria. Unione. Coraggio. TEATRO.
L’universo evocato da ogni parola s’impone, impotente, nella ricostruzione a posteriori dell’ emozione, raccontata dall’esclusivo punto di vista della protagonista (l’autrice stessa), di quello che si rivelerà un incontro stra-ordinario destinato a lasciare, come il teatro insegna, un intangibile ma indelebile segno.
La cronaca di un’esperienza che penetra inconsapevolmente il sommerso che è in ognuno di noi, un incontro impossibile tra le sbarre che diviene realtà da condividere tra “liberi” e “detenuti”.
L’accettazione della contraddizione come strumento di sopravvivenza che solo il teatro sa cogliere.
Nel luogo della privazione della libertà e non solo, attraverso il teatro si apre, dunque, un’infinita riflessione anche sulle prigioni interiori, sul senso della “detenzione” come pena da infliggere, sul bene, sul male, sul valore della diversità di genere, e di ogni genere. Si semina senza aspettative e qualche volta il miracolo accade. La conferma che il teatro è un doveroso atto di civiltà dell’uomo verso se stesso.
“Qui forse vengo a trovarmi. Come chi va a fare visita ad una persona cara che non si può muovere. Perché deve restare lì. Queste persone e questi luoghi mi sono cari come fossero me. Ma non posso dirlo. Vengo a trovare quella parte di me che viene a trovare loro. Il disagio mi riguarda. Mi è parente.” Tratto dal libro che porta lo stesso titolo, edito da Robin, distribuito da Messaggerie, e divenuto miracolosamente un piccolo successo di nicchia.
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