
Raccontare i sentimenti non è affatto semplice, si rischia di cadere nel mieloso o di essere addirittura ridicoli. Ma, se in un film, in modo dolce e lento, si lascia scorrere una storia che ne racchiude altre, allora forse, l’esperimento può pure riuscire.
“Tutto quello che vuoi” è il nuovo film del regista Francesco Bruni, noto nell’ambiente del cinema per i tanti soggetti e sceneggiature da lui firmati (Slam, Noi 4, Il Capitale Umano, Tutti i santi giorni, Anche se è amore, non si vede, Scialla, etc.).
Il nuovo lavoro ha come protagonista un grande nome del cinema italiano, il regista Giuliano Montaldo, indimenticabile il suo “Marco Polo” nel 1982, uno sceneggiato Rai che gli valse il Premio Emmy Award. Nella sua carriera ha alternato l’attore al regista, l’ultimo film che ha diretto è stato nel 2011 “L’industriale” poi nel 2012 ancora attore in “The Haunting of Helena” e nel 2016 con Carlo Verdone in “L’abbiamo fatta grossa”. Ad interim presiede l’Ente David di Donatello dell’Accademia del Cinema italiano. Per Bruni veste ora i panni di un poeta 85enne in pensione che ha scritto tante raccolte poetiche, amico di Sandro Pertini e vedovo di una donna che ha amato per tutta la vita. La sua mente perde colpi, l’alzheimer avanza e la sua vicina di casa Laura pensa allora di trovargli un accompagnatore per le sue passeggiate nei parchi vicino casa. Nella vita di questo sereno artista irrompe Alessandro (Andrea Carpenzano) un 22enne trasteverino, dalla vita disordinata, che passa il giorno al seguito dei suoi tre amici, tra playstation, partite, risse e birre. Il ragazzo è figlio di Stefano, interpretato magnificamente da Antonio Gerardi che vende panni usati al mercato a Trastevere ed è proprio nel quartiere che è ambientato il film. Tutto molto familiare per il regista, il quartiere che conosce bene, la moglie Raffaella Lebboroni (dolcissima e brava nel ruolo) è Laura, suo figlio Arturo Bruni è Riccardo (amico di Alessandro, attaccabrighe di copione). Ed un cameo è pure per la moglie di Montaldo che compare per pochi minuti in una estrema eleganza.
Alessandro all’inizio è contrario ad accettare la proposta di lavoro, conosce Giorgio (Montaldo) e si confida con la mamma di Riccardo, Claudia, dal volto di Donatella Finocchiaro a cui domanda se l’ “Alzheimer si attacca”. Scarsamente colto, scapestrato quanto basta, il ragazzo presenta un repertorio linguistico lontano anni luce da quello raffinato e colto del poeta. I due estremi. Ma le cose, partite abbastanza male, finiranno per sistemarsi da sole. “Hai mai amato?” Domanda Alessandro a Giorgio “Si, una volta sola, tutta la vita”. Il mondo di Giorgio entrerà in quello di Alessandro e quello del ragazzo in quello dell’anziano, nella cui mente affiorano ricordi lontanissimi legati ai tempi della guerra che si legheranno agli strani scritti che in un momento di rabbia e di sconforto ha scritto sulle pareti di una stanza. Tra i righi si parla pure di un tesoro risalente alla guerra, qualcosa nascosto sotto ad una croce. Ne viene fuori una coraggiosa missione che porterà Giorgio ed i giovani in Toscana, alla ricerca del “tesoro” nascosto allora. Per giorni Laura e le famiglie li cercano, ma, loro nel cercare i preziosi nascosti scaveranno nei loro animi cementando la propria amicizia. Un finale inaspettato e profondo farà ribaltare i pregiudizi che troppo spesso si nutrono verso le nuove generazioni. E non è detto che il tesoro non sia proprio la conquista di una nuova veduta della propria vita, staccare un presente disordinato e senza regole per abbracciarne uno che è spinta e motivazione alla vera vita, il rispetto di se stesso, progetti futuri.
Il film è dolce e tenero, i due protagonisti sono bravi e credibili e la trama è ciò che può accadere ogni giorno, offrire una opportunità a qualcuno che non è detto debba finire poi tra droga ed alcol. Nessun destino è segnato, bravo Bruni ! Il riscatto è il vero protagonista della storia e può succedere a chiunque di rialzarsi anche a chi non ci sarebbe mai passato per la testa accadesse.
Una nota va segnalata sul rapper Arturo Bruni figlio del regista che è il frontman del gruppo trap romano Dark Polo Gang, insieme a Pyrex, Tony Effe e Wayne. Nel cast anche Emanuele Propizio, Andrea Lehotska, Riccardo Vitiello e Carolina Pavone che è Zoe, già in “Slam” e “Né Giulietta né Romeo” diretta da Veronica Pivetti.
Il film, di cui Francesco Bruni cura soggetto e sceneggiatura, è liberamente ispirato a “Poco più di niente” di Cosimo Calamini.
Dall’ 11 maggio al cinema. Non sono quelle storie che fanno fare le fila ai botteghini ma nel cuore c’è posto per accoglierla tanto commuove.