[rating=4] Probabilmente molti di voi hanno avuto il piacere di leggere la commovente storia del Piccolo Principe, nelle appassionanti pagine del racconto di Antoine de Saint-Exupéry. Il libro venne pubblicato nel 1943, e a pochi mesi da tale data, lo scrittore francese, aviatore di professione, scomparve in circostanze fino ai nostri giorni sconosciute. Questo racconto è rimasto nei cuori di grandi e piccoli per molto tempo e così, le case di produzione Onyx Films, Orange Studio e On Entertainment hanno deciso di raccontare la storia del Piccolo Principe e del suo creatore attraverso un film d’animazione che unisce la bellezza dello stop-motion, all’animazione digitale. E non solo.
Ma veniamo alla trama: in una città grigia e triste, dove tutti si comportano allo stesso modo e dove ogni abitazione è uguale all’altra, una bambina e sua madre hanno un solo obiettivo: far sì che la Bambina entri in una prestigiosa scuola, così che ella possa costruirsi un futuro da “meravigliosa adulta” e la Madre possa sentirsi anch’essa realizzata portando a termine questo “progetto di vita”, come lo definisce lei. Ma l’incontro accidentale con l’eccentrico vicino, il Vecchio Aviatore, sconvolgerà totalmente la vita e il modo di vedere le cose della bambina. Ella conoscerà le avventure di un Piccolo Principe, fuggito dal suo pianeta, l’asteroide B612, per l’eccessiva vanità della sua amata rosa, ma ora, dopo tanto peregrinare, desideroso di riabbracciarla. Conoscerà tutti gli adulti che il ragazzino ha incontrato nel suo lungo viaggio tra le stelle, fino al suo incontro con una Volpe e l’Aviatore. La Bambina si troverà di fronte ad un dilemma: diventare adulti come gli altri, dimenticando ciò che di più importante c’è realmente, o costruire il proprio futuro prendendosi cura degli affetti che ci circondano?
Il film, distribuito in Italia dalla Lucky Red, ha coinvolto nel doppiaggio attori del calibro di Jeff Bridges (l’Aviatore), Rachel McAdams (la Madre), Marion Cotillard (la Rosa), James Franco (la Volpe) e Benicio del Toro (il Serpente), mentre in Italia, le voci sono rispettivamente di Toni Servillo, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti, Stefano Accorsi e Alessandro Gassmann; hanno inoltre offerto la propria voce Alessandro Siani, nel ruolo del Vanitoso, Giuseppe Battiston in quello dell’uomo d’affari e il simpaticissimo Pif per la voce del Re. Quello che più colpisce sin da subito, è l’alternanza tra la storia del Piccolo Principe e quella del presente del film, riguardante l’amicizia che nasce tra la Bambina e l’Aviatore, un legame che diviene sempre più forte, uniti nella voglia di non dimenticare cosa significhi davvero vivere. La curiosità della bimba si fa sempre più forte, e nonostante il desiderio di accontentare sua madre sia grande, non riesce a resistere alla spensieratezza e alla vivacità del vecchio aviatore, l’unico adulto che ascolta davvero ciò che lei pensa e che la spinge a vivere la sua vita e non una vita che le è stata imposta dalla società.
Per approfondire meglio il discorso concettuale, è giusto aprire una piccola parentesi sul racconto di de Saint-Exupéry e sulla sua storia personale. Antoine de Saint-Exupéry fu, oltre che scrittore, anche un aviatore. Durante la Seconda Guerra Mondiale si arruolò nell’aeronautica militare francese e, dopo l’armistizio, nelle Forces aériennes françaises libres, dalla parte degli Alleati. La sua morte in volo, avvenuta sul finire della guerra un anno dopo la pubblicazione de Il Piccolo Principe, restò per molti anni misteriosa. Nel 2004 venne localizzato e recuperato il relitto del suo aereo, colpito da un caccia tedesco in mare, di fronte la costa marsigliese. Lo stesso racconto da lui scritto, è visto come un inquietante presagio di ciò che gli sarebbe accaduto nel 1944. Infatti, nel libro, de Saint-Exupéry introduce la storia del piccolo principe narrando il loro incontro nel deserto, dopo un incidente dello stesso pilota, che lo ha costretto a compiere un atterraggio di fortuna tra le dune.
La storia, dai toni fiabeschi di un racconto per bambini, analizza in realtà temi importanti e profondi, come il senso della vita, la sua caducità e la morte. Affronta anche il tema dell’amicizia e delle responsabilità nei confronti di ciò che ci è caro. Il Piccolo Principe, nel suo lungo viaggiare, fa conoscenza con il mondo degli adulti, ne conosce le gioie e i dolori, le debolezze e il materialismo che li caratterizza. Per lui gli adulti sono “strani”, quasi indecifrabili nel loro compiere ogni giorno le stesse azioni, che non portano ad alcun benessere effettivo per loro stessi, mentre nostalgico, ripensa alla sua amata rosa, di cui si è sempre preso tanta cura, facendone il suo scopo nella vita. Giunto sulla Terra, il primo approccio con il nostro pianeta è piuttosto macabro: incontra un serpente, che promette di farlo ritornare dalla Rosa grazie al suo morso. Il bambino fa un secondo incontro con una volpe, grazie alla quale capirà il significato dell’amicizia, che secondo l’animale sta nel termine “addomesticare”. Il piccolo racconterà tutto questo all’aviatore, che pian piano, dopo un primo approccio quasi di “fastidio” nei confronti del ragazzino, inizierà ad affezionarsi e a comprendere il suo modo di vedere le cose. L’addio del Piccolo Principe all’aviatore sarà terribile, commovente, ma allo stesso tempo dolce, silenzioso.
Nel film il vecchio utilizzerà questo racconto autobiografico per far conoscere alla bambina la sua storia, facendole comprendere che “l’essenziale è invisibile agli occhi”. Di tutti gli adulti descritti nel libro, durante il film faremo la conoscenza solo di alcuni tra questi, come il Re, il Vanitoso e l’Uomo d’affari. Ognuno di loro è solo sul suo pianeta, dove tutte le proprie brame di potere e vanità sono inutili, poiché non hanno niente e nessuno su cui esercitare il potere che tanto anelano. Questo può essere visto come metafora dell’effimero, dell’inutilità di “avere”, “possedere” senza fare sostanzialmente nulla per ottenerlo davvero. Il Piccolo Principe, a differenza loro, sa che “possedere” vuol dire prendersi cura di ciò che abbiamo e che dire di avere tante cose non vuole dire possederle davvero. Se non vogliamo perdere le persone e tutto quello che amiamo davvero, dobbiamo lottare. E chi meglio di un bambino riesce a vedere la verità dietro il diventare un “meraviglioso adulto”? Gli adulti tendono a dimenticare quali sono le cose essenziali della vita, pensando solamente a guadagnare e a lavorare per acquistare potere e gratificazioni puramente materiali, dimenticando che una volta anche loro erano bambini spensierati, che consideravano un fiore o un cucciolo come qualcosa da proteggere e amare più della loro stessa vita, come ha fatto il Piccolo Principe dell’asteroide B612.
Un film sicuramente da vedere, per chi non ne ha ancora avuto l’opportunità, tanto per la vivacità dei colori nelle scene in stop-motion che in CGI, nel giardino dell’anziano Aviatore. Un film poetico, che più che dai piccoli, dovrebbe essere maggiormente visto dai grandi, per riflettere e ricordarsi di quando anche loro una volta, erano bambini.